Negli ultimi anni, la terapia psichedelica è emersa come campo piuttosto promettente per il trattamento dei disturbi mentali. Con l’aumento delle diagnosi di disturbi come depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico (PTSD), molti pazienti e professionisti della salute mentale stanno cercando strade alternative. Non di rado, infatti, i trattamenti tradizionali si rivelano insufficienti. La terapia psichedelica utilizza sostanze come psilocibina, LSD e MDMA. Sta guadagnando attenzione per i suoi potenziali benefici terapeutici. Studi recenti suggeriscono che queste sostanze, somministrate naturalmente in contesto controllato e sotto la supervisione di un professionista, possono offrire sollievo, a lungo termine, dai sintomi di svariati disturbi mentali. Nelle prossime righe, esploreremo la natura della terapia psichedelica, i suoi vantaggi e le patologie per cui risulta efficace. Esistono ragioni per cui potrebbe rappresentare davvero una svolta per la salute psichica.
In che cosa consiste la terapia psichedelica?

Quello della terapia psichedelica è un approccio che utilizza sostanze psicoattive per facilitare il processo di guarigione psicologica. I principi attivi di cui si serve agiscono su specifici recettori cerebrali. Questi inducono stati alterati di coscienza, i quali possono rivelarsi terapeutici. Il trattamento prevede una preparazione approfondita del paziente, durante cui viene discusso cosa aspettarsi durante la sessione e si stabiliscono obiettivi chiari e insindacabili. Durante la sessione, che può durare anche diverse ore, il soggetto assume la sostanza, sotto la supervisione di un terapeuta esperto che ne controlla il dosaggio e gli effetti, in ambiente sicuro e controllato. Il professionista guida il paziente attraverso l’esperienza, aiutandolo a esplorare e processare le emozioni e i ricordi che emergono. Dopo la sessione, il paziente partecipa a uno o più incontri di integrazione, dove elabora l’intera esperienza vissuta.
Il fatto che questa terapia faccia uso di sostanze allucinogene non deve spaventare. La medicina olistica se ne è servita per anni. È dagli anni ’50 e ’60 che si portano avanti ricerche su questo tipo di sostanze, in ambito terapeutico, e i risultati sono stati positivi. Negli anni duemila, dopo alcuni decenni di ricerca non autorizzata, ricercatori e terapisti hanno finalmente avuto il via libera, dalle autorità sanitarie, per condurre esperimenti relativi all’uso di queste sostanze. Non esiste ancora una metodologia standard di pratica e somministrazione per la terapia psichedelica, sebbene si parta generalmente dalla somministrazione di una dose – da bassa a moderata – di sostanza per poi proseguire con una ripetizione dell’operazione, dopo aver atteso un periodo di tempo piuttosto lungo (almeno due settimane). Tra una sessione e l’altra, il professionista prende atto dei risultati raggiunti e delle sensazioni del suo paziente.
I vantaggi nell’utilizzo della terapia psichedelica
I vantaggi della terapia psichedelica nel trattamento dei disturbi mentali sono molteplici. Uno dei principali benefici è la rapidità con cui possono manifestarsi gli effetti terapeutici. Mentre i trattamenti tradizionali, come ad esempio quelli a base di antidepressivi, possono richiedere settimane, o addirittura mesi per mostrare risultati, non è raro che i pazienti riportino miglioramenti significativi già dopo una o poche sessioni di terapia psichedelica. Le sostanze utilizzate hanno un effetto positivo sulla neuroplasticità. Questa è la capacità del cervello di riorganizzarsi e formare nuove connessioni sinaptiche, portandolo a cambiamenti duraturi nei modelli di pensiero e comportamento.
La terapia psichedelica si distingue per la sua capacità di affrontare le cause profonde dei disturbi mentali, piuttosto che limitarsi a mitigare i sintomi. Questo approccio può aiutare i pazienti a ottenere una comprensione più profonda delle loro condizioni, favorendo un processo di guarigione completo e sostenibile nel tempo. Gli psichedelici utilizzati in questa terapia influenzano i circuiti neurali che fanno uso del neurotrasmettitore serotonina. Ciò significa che queste sostanze trasmettono sentimenti di rilassamento, migliorano il senso di benessere, favoriscono una maggiore connessione sociale e agevolano l’introspezione. Bisogna naturalmente controllare con attenzione un iter terapeutico di questo tipo, dal momento che sostanze come la psilocibina e l’LSD possono dare dipendenza a chi le assume in dosaggi errati o troppo frequentemente.
Patologie per le quali è utilizzabile la terapia
La terapia psichedelica ha mostrato risultati promettenti nel trattamento di svariate patologie mentali. La depressione, resistente ai trattamenti convenzionali, è per esempio una delle condizioni contro cui la psilocibina ha dimostrato efficacia notevole. La sostanza ha ottenuto risultati migliori rispetto a quelli degli antidepressivi tradizionali. Analogamente, la MDMA ha riportato importanti successi nel trattamento del PTSD. Ha infatti offerto sollievo a veterani di guerra e vittime di traumi che non avevano risposto bene ad altre terapie. Anche i disturbi d’ansia, compresi quelli legati a malattie terminali, hanno trovato un valido trattamento nella terapia con psilocibina. Il principio attivo aiuta infatti i pazienti a confrontarsi con la propria mortalità in modo più sereno. Rispetto ai metodi tradizionali, la terapia psichedelica offre il vantaggio di un intervento meno cronico. Generalmente, una manciata di sessioni è sufficiente per ottenere benefici a lungo termine.
Si può dunque ridurre la necessità di trattamenti continui e minimizzare gli effetti collaterali associati a un uso prolungato di farmaci. Ciò rende naturalmente la terapia psichedelica un’opzione potenzialmente preferibile per molti pazienti. Soprattutto per tutti coloro i quali hanno sperimentato limitati successi con le terapie convenzionali.