Ho un vago ricordo di mio nonno, morto quando io ero piccola, ma la sua vestimenta blu ed il garofano rosso me lo ricordo bene.
Il primo maggio, ogni anno andava al corteo con il garofano rosso all’occhiello. Io, curiosa già da piccola, gli chiedevo perché; lui mi spiegava con pazienza: il primo maggio è un simbolo da rispettare, è il giorno in cui si ricorda la lotta dei lavoratori in tutto il mondo contro i soprusi del potere, un simbolo di rispetto per chi perde la vita e la dignità per il lavoro e di conseguenza la possibilità di far vivere la famiglia.
Poi mi diceva che nei tempi del fascismo la festa era stata abolita e sostituita con il 21 aprile, il natale di Roma secondo Mussolini.
Lui si accigliava molto quando me lo diceva e questa enfasi mi è rimasta dentro.
Rispettavo il primo maggio ed aspettavo di vederlo con il garofano rosso…
Oggi non ci sono più garofani rossi, forse non li producono più, non ne ho più visti. Ma esistono ancora i lavoratori.
Quelli che lavorano in silenzio, dignitosamente e tenacemente.
Da mesi lo vediamo, lo vedo ogni giorno.
In questo periodo tragico si rinnova il simbolo. C’è chi lavora e chi parla di come si dovrebbe lavorare. Mi sento nella prima categoria.
Grazie nonno.
Buon primo maggio anche a te.