Riprendo le fila di un discorso interiore interrotto dall’accidente che ci è capitato: l’attuale frattura della pandemia che (come spesso la vita comporta) ci ha trascinato in un gorgo da cui… bisognerà riemergere!
Molti in questi giorni dicono che non sarà più come prima, credo però che comunque si tratterà di aver a che fare con la rinascita possibile.
Oggi il senso e la possibilità di riprendere un discorso li ritrovo nel desiderio di condividere il ricordo di Fausto Petrella.
Gianni Giusto ha già detto qualcosa di essenziale di quanto ci lascia ricordando “la sua vitalità che esprimeva con uno sguardo giovane e penetrante che racchiudeva una viva intelligenza,una capacità di vivere…”
E Antonio Ferro commemorandolo con affetto sottolinea come Fausto Petrella sia stato e sia un modello di riferimento fondamentale per molti di noi.
Ma qui ora per tutti i colleghi che l’hanno conosciuto mi piace riprendere qualcosa del seminario in occasione della presentazione alla Tolda del bellissimo libro “L’ascolto e l’ostacolo- Psicoanalisi e musica”.
Penso infatti che in quella occasione abbia potuto nuovamente per noi esprimere la sua straordinaria e seducente capacità di insegnare.
Molti ricorderanno l’incedere del suo discorso il dialogo che riusciva a stabilire con quanti intervenivano e con tutto il pubblico in sala proprio grazie alla vivacità della sua presenza attenta curiosa e accogliente. In particolare ripensando oggi a quell’incontro mi è venuta in mente la sua dichiarazione di aver scelto già da giovane di ascoltare e coltivare la musica “alta”, così l’aveva definita, questo suo prendere posizione è risuonato in me come un’esemplificazione dell’impegno per l’ascolto più profondo, quello che richiede il coraggio e la consapevolezza di affrontare un compito difficile e costoso fatto di dedizione e studio,ma anche e forse soprattutto di passione per qualcosa di non facile ma prezioso da trasmettere come senza dubbio ha fatto Fausto Petrella nel suo insegnamento dell’arte della relazione e cioè dell’ascolto.
Penso, infatti, che in quella occasione abbia potuto nuovamente per noi esprimere la sua straordinaria e seducente capacità di insegnare.
Grazie Professore!