Se le attività motorie rientrano a pieno titolo tra le scienze dell’educazione, visto il loro alto valore formativo, è la pedagogia dello sport a far sì che il loro potenziale riesca ad esprimersi e realizzarsi. Dopo la famiglia e la scuola, infatti, è proprio lo sport a proporsi come terza agenzia educativa, trasmettendo valori che possono apportare un contributo importante nello sviluppo e nella formazione dei giovani.
Una storia che parte da lontano
La pedagogia dello sport è una scienza molto antica, che risalirebbe addirittura al ginnasio di Pitagora. Il filosofo di Crotone mirava a promuovere uno stile di vita che coniugasse esercizi fisici e pratiche educative intellettuali e morali, convinto che l’unione mente-corpo fosse il segreto del benessere e di conseguenza della felicità, nonché foriera di un’esistenza condotta nel rispetto dei valori della polis.
Paideia, diaita, gymanstike techne ed athletismos, questo lo stile di vita degli antichi greci, i primi dunque ad aver elaborato una pedagogia del benessere, in cui “educazione”, “alimentazione” e “movimento” erano strettamente connessi.
Si dovrà però attendere l’avvento dell’Umanesimo e il Rinascimento per ritrovare, grazie al medico e pedagogo Girolamo Mercuriale, la funzione “formativa” dell’esercizio fisico, che dalla civiltà romana era stata ignorata e nel Medioevo addirittura avversata. Furono John Locke e Rousseau a valorizzare l’educazione fisica, ritenendola fondamentale per realizzare l’equilibrio armonico tra mente e corpo e sancendo di fatto la nascita della cosiddetta pedagogia dello sport.
La pedagogia dello sport contemporanea
In epoca moderna, la pedagogia dello sport si configura come una scienza specialistica che si sviluppa negli anni Sessanta tra Germania e Stati Uniti e che si pone come alternativa alla concezione meramente pratica dell’educazione fisica. Il suo fondatore è ritenuto il tedesco Ommo Grupe, che si prefiggeva di darle una funzione nell’ambito delle scienze dello sport in qualità di sapere teorico-pratico, incentrato sulle questioni educative correlate all’attività motoria e sportiva. Corpo, gioco e movimento il minimo comun denominatore di una visione dell’educazione fisica come disciplina educativa umana, in contrapposizione con la sua versione “scolastica”, retaggio dei regimi totalitari, che la legavano all’ordine e alla disciplina, all’obbedienza e alla subordinazione.
Oggi la pedagogia dello sport si prospetta come una scienza pedagogica e dell’educazione che appare in continua evoluzione e che assume un’importanza sempre maggiore sia a livello di interventi educativi, sia a livello di formazione delle figure educative preposte a tali interventi.
Pedagogia dello sport: i valori
Quello tra educazione e sport è dunque un binomio che negli ultimi anni ha finalmente ottenuto un sacrosanto riconoscimento, grazie agli importanti valori di cui si è fatto portatore, trasmettendo e veicolando:
- il rispetto di sé
- il rispetto degli altri
- il rispetto delle regole
- la lealtà
- le pari opportunità
- la solidarietà
Inoltre, questo binomio, aiuta a maturare attraverso il riconoscimento dei propri limiti e la scoperta delle proprie potenzialità, stimola lo spirito critico nel confronto con se stessi e con gli altri, insegna a costruire il successo sulla fatica fisica.
Pedagogia dello sport: le competenze
Oltre a diffondere i valori della lealtà, della solidarietà e del rispetto degli altri e delle regole, che restano i valori fondanti di ogni società, sin dalla primissima infanzia attraverso il gioco e poi, crescendo, con la pratica sportiva, i giovani acquisiscono competenze che gli torneranno utili in altri contesti. Ad esempio, in ambito lavorativo, sarà possibile trasferire abilità intellettive già apprese come:
- l’organizzazione di una competizione
- la definizione dei ruoli
- la determinazione dei tempi
- le strategie di gioco
Conclusioni
La pedagogia dello sport ha insomma ormai allargato il proprio paradigma, tanto che sarebbe più corretto parlare di pedagogia applicata allo sport. L’individuo atleta viene infatti considerato nella sua complessità e inserito all’interno di un più vasto compito educativo, che ha lo scopo di favorire lo sviluppo integrale della personalità nel modo più completo possibile.