Il 15 marzo ricorre la giornata mondiale dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, ovvero la Giornata del fiocchetto lilla, che vuole informare e sensibilizzare sulle disfunzioni dell’alimentazione oggi associati, anche, alla recente pandemia.
Deliberata ufficialmente nel 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la ricorrenza vuole favorire e promuovere l’attenzione degli italiani su patologie alimentari che “usano” il corpo come mezzo per comunicare un disagio profondo che, spesso, passa attraverso meccanismi psico-biologici che conducono alla malattia.
La Giornata del fiocchetto lilla: i disturbi alimentari in Italia
In Italia si registrano circa 3 milioni di casi, pari a circa il 5% della popolazione. I dati riportati sono in crescita, complice l’impatto della pandemia di Covid-19, che ha comportato un incremento del 30-35% nei casi di disturbi alimentari e un abbassamento dell’età di esordio. L’isolamento sociale, il deterioramento delle relazioni interpersonali e le difficoltà economiche hanno contribuito a peggiorare la situazione, in particolare tra le fasce più giovani della popolazione.
Ad esserne colpita è principalmente la popolazione femminile con un rapporto tra femmine e maschi di circa 9 a 1, anche se il numero dei maschi è in aumento soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale.
Questa disparità riflette il forte impatto delle pressioni culturali legate alla magrezza e all’estetica, che colpiscono prevalentemente le donne. Tuttavia, si stanno registrando sempre più casi anche tra i maschi, in particolare durante la preadolescenza e l’adolescenza, dove si osserva un aumento dei tassi di incidenza.
Tra gli aspetti più nuovi legati a queste patologie, c’è il recente cambio di definizione.
La recente modifica della definizione dei disturbi alimentari
La modifica della definizione di disturbi alimentari, passando da DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) a DNA (Disturbi Nutrizione e Alimentazione), rappresenta un cambiamento significativo nella terminologia e riflette una visione più completa e aggiornata della natura di questi disturbi. La parola “comportamento” (presente in DCA) limitava la comprensione dei disturbi alimentari, concentrandosi solo sul comportamento alimentare stesso, come ad esempio le abitudini e i modelli di mangiare. Tuttavia, i disturbi alimentari sono molto più complessi e coinvolgono anche altri aspetti legati alla nutrizione e alla salute fisica. Usare “nutrizione e alimentazione” offre una visione più globale, sottolineando anche l’importanza del corretto apporto nutrizionale e dei suoi effetti sul corpo e sulla mente.
I disturbi alimentari non riguardano solo il comportamento psicologico legato al cibo, ma hanno implicazioni fisiche dirette, come carenze nutrizionali, danni agli organi e disfunzioni metaboliche. L’inclusione del termine “nutrizione” riconosce l’importanza della salute nutrizionale, che è un elemento centrale nel trattamento di questi disturbi.
Con il progresso delle conoscenze scientifiche, e la comprensione più approfondita dei disturbi alimentari, si è reso necessario un cambiamento nel linguaggio per rispecchiare meglio la complessità di queste patologie. Le persone con disturbi alimentari non presentano solo un comportamento alterato riguardo al cibo, ma una serie di problemi psicologici, emotivi, fisici e sociali che influiscono sul loro rapporto con il cibo e il corpo. L’introduzione di questo nuovo termine, infine, riflette anche un approccio multidisciplinare al trattamento dei disturbi alimentari, che non si limita alla psicologia, ma include anche medici, nutrizionisti e altri specialisti. Il termine DNA è più in linea con l’idea che i disturbi alimentari siano trattati da una rete di professionisti con competenze diverse.