Da sempre l’uomo ha riconosciuto nella musica un potere curativo straordinario. E negli ultimi anni è stata prodotta un’ampia letteratura scientifica sull’argomento, che ne attesta l’efficacia in numerose strategie di cura: sia in casi di disagio mentale sia in casi di disagio fisico. Ne risulta che la musica è sempre più spesso considerata e usata da terapisti e medici, a vario titolo, come potente terapia dell’anima.
Non ci resta che scoprire la storia, l’evoluzione e le modalità di funzionamento di questa pratica.
La musica come terapia: dalla filosofia antica alla musicoterapia
Sin dai tempi degli antichi greci e in particolare con Platone, la musica era considerata una forma di filosofia alta. Nel suo Timeo Platone definiva la musica come cura per l’anima e sosteneva che l’armonia della musica e l’armonia della nostra anima condividono la stessa natura. Per questa ragione la musica riesce ad esercitare un impatto forte e positivo sulla mente e sulle emozioni di ciascuno di noi.
In secoli più recenti, su tale concetto, sono state condotte numerose indagini e prodotti diversi studi scientifici che spiegano le qualità benefiche straordinarie della musica.
Il famoso neurologo Oliver Sacks, con il suo libro Musicofilia ha spiegato grazie a numerosi casi studio come musica e cervello siano interconnessi, spiegando che la musica è in grado di risvegliare intere zone cerebrali anche nel caso in cui queste abbiano subito danni gravi e veri e propri traumi.
Oltre a Sacks altri studiosi hanno approfondito l’argomento del potere curativo della musica. Si deve però a Sarah Jhonson la nascita della Musicoterapia come vera e propria disciplina universitaria.
È appunto con la Musicoterapia che diventa patrimonio condiviso la consapevolezza che la musica è in grado di produrre cambiamenti fisiologici sostanziali e duraturi nell’organismo.
La musica: una terapia che cura l’anima oltre che il corpo
Quando si parla di musicoterapia ci si riferisce ad un approccio che usa la musica (il suono, il ritmo, la melodia e l’armonia) a scopo riabilitativo, educativo e terapeutico su pazienti che versano in condizioni patologiche diverse o stati di disagio fisico e mentale, allo scopo di produrre un cambiamento positivo nella salute emotiva e fisica di queste persone.
La musica consente a chi vive una condizione di stress fisico o mentale di entrare in contatto con le proprie emozioni, di percepire chiaramente i propri stati d’animo e comunicarli attraverso il linguaggio non-verbale. Per questa ragione questo tipo di terapia si è rivelata particolarmente efficace nel caso di individui affetti da autismo, che tendono a chiudersi in se stessi e a rifiutare ogni possibilità di comunicazione e interazione con il mondo circostante. Attraverso la musica queste persone riscoprono il modo di aprirsi al mondo intorno a loro.
Indicativamente la musicoterapia viene usata efficacemente come approccio terapeutico nei casi in cui il paziente vive una fase difficile di vita (lutti, abbandoni, separazioni, stress gravi…), soffre di disturbi d’ansia e depressione, oppure vive in condizioni di malattie gravi (tumori e malattie croniche).
La musicoterapia però può essere un supporto efficace anche in positivo, non come cura ma come strumento per aiutare le persone a potenziare la loro creatività, espressività e motricità.
Tutto ciò si spiega perché gli effetti benefici prodotti dalla musica sull’organismo umano non sono solo un generale senso di benessere. Quello che la musica riesce a produrre è un vero e proprio risveglio della componente spirituale dell’individuo, che lo conduce ad un livello di coscienza superiore. Da qui la definizione sempre più ricorrente di musica come terapia dell’anima: uno strumento che non solo cura il corpo, ma anche la parte più profonda del sé.
La musicoterapia: come funziona
Si tratta di una terapia che utilizza la musica come strumento principale per promuovere il benessere fisico, emotivo, cognitivo e sociale delle persone. Essendo basata sull’idea che la musica ha un potenziale terapeutico che può influenzare positivamente le persone su molteplici livelli, la musicoterapia prevede due possibilità di impiego. Scopriamole insieme!
Musicoterapia passiva
Nella musicoterapia passiva, il paziente ascolta musica o suoni, lasciando che gli effetti modifichino il terreno neuropsichico ed è così che si ottiene il miglioramento delle funzioni neuro-cognitive come; attenzione, concentrazione e memoria, il miglioramento della capacità della modulazione dell’umore incidendo sulla psicomotricità e sul rilassamento influenzando così apprendimento e immaginazione.
Musicoterapia attiva
La musicoterapia attiva, è invece una tecnica di miglioramento specialistica della comunicazione, che ha la capacità di favorire il contatto con le proprie emozioni e con la possibilità di esprimerle. Il paziente suona e produce suoni utilizzando strumenti musicali, canta e muove il suo corpo.
La musicoterapia: tipi di terapia e principi base
Si parla di terapia passiva quando il paziente ascolta la musica, di terapia attiva quando il paziente produce suoni e di terapia mista quando le due modalità, attiva e passiva, si integrano.
Anche il tipo di musica può cambiare da seduta a seduta e in base al genere di musica usata si possono ottenere specifiche reazioni a livello psicofisico.
A prescindere dal tipo di terapia e dal tipo di musica usata i principi su cui si basa la musicoterapia sono i seguenti:
- il paziente non è un soggetto passivo, ma è coinvolto attivamente nella terapia
- il rapporto tra terapista e paziente è basato sulla fiducia e l’accettazione incondizionata
- la terapia può essere personalizzata e cambiare a seconda del soggetto e dei risultati che si vuole raggiungere
- tra paziente e terapista si instaura un rapporto di scambio e reciprocità.
La musicoterapia: campi di applicazione e benefici
La musicoterapia può essere usata con efficacia a tutte le età e non esistono sostanzialmente limiti e condizionamenti nell’uso di questo approccio.
I campi di applicazione della Terapia Musicale sono molteplici e riguardano principalmente casi di:
- autismo infantile
- ritardo mentale
- involuzione senile (come l’alzheimer e la demenza senile)
La Musica come terapia trova ampio spazio operativo anche nei casi di deficit di attenzione e viene usata con successo anche per trattare problematiche comportamentali ed emotivo-affettive come:
- depressione
- ansia
- disturbi del sonno
I benefici riscontrati nell’uso della musica come strumento terapeutico sono numerosi e di diversa natura. In sintesi, si può dire che questo tipo di terapia influenza positivamente diverse funzioni organiche dell’uomo e non solo:
- regola diverse funzioni organiche (pressione sanguigna, battito cardiaco, respirazione e digestione)
- agisce positivamente su alcuni ormoni e sulle endorfine
- stimola la consapevolezza emotiva e facilita l’espressione delle emozioni
- stimola la memoria, l’apprendimento, la capacità espressiva
- favorisce la fantasia e la creatività
- migliora la percezione spazio-temporale
- migliora o consente un recupero in caso di afasia
- infonde calma e sicurezza
In conclusione, si può dire che la musica ci aiuta a guardarci in profondità e a conoscerci intimamente perché, come dimostrato da Jason Rentfrow, professore di psicologia sociale alla University of Cambridge, esiste un legame fortissimo tra la musica che ascoltiamo e la nostra persona.
Quindi la musica può essere di grande beneficio anche in assenza di patologie, come quando viene usata per rilassarsi, raggiungere stati di coscienza profondi o semplicemente per nutrire il proprio benessere quotidiano.
Le neuroscienze negli ultimi decenni hanno ampiamente dimostrato che suonare uno strumento o ascoltare la musica in generale e alcune tipologie musicali in particolare sollecita il corpo a produrre onde cerebrali positive diverse da quelle emanate dalle normali attività quotidiane e favorisce il rilassamento e l’intuito, stimola la serotonina, rinforza il sistema immunitario e influenza positivamente l’umore.