I bambini in fase di crescita sono molto differenti tra loro: ciascuno ha tempi e modi di sviluppo diversi e anche l’acquisizione delle capacità comunicative non è sempre uguale e può variare da soggetto a soggetto. Di solito i piccoli iniziano a parlare intorno ai due anni, per poi arrivare a una certa padronanza già al raggiungimento dei tre anni: tuttavia, in alcuni casi, il processo può rivelarsi più rapido o, al contrario, più lungo e difficoltoso. In questo caso, può essere utile intervenire per valutare la presenza di possibili disturbi del linguaggio.
Come riconoscere le problematiche di linguaggio
Se dopo i due anni compiuti ci si accorge che l’acquisizione del linguaggio è tardiva, una visita logopedica può rivelarsi efficace per una diagnosi precoce del problema. Prima dei 24 mesi, però, è possibile già fare una prima autovalutazione osservando il bambino e la sua evoluzione.
Intorno ai tre mesi dovrebbe essere capace di produrre i primi vocalizzi, mentre intorno ai sei mesi dovrebbe iniziare la lallazione. A un anno dovrebbe invece iniziare la prima produzione linguistica e a due anni le prime frasi semplici. Bisogna comunque tenere conto del fatto che questi parametri sono tendenzialmente indicativi, ma non rappresentano necessariamente un assoluto.
Le cause dei disturbi di linguaggio
Come già detto in precedenza, a volte l’acquisizione del linguaggio può risultare tardiva senza che vi siano problematiche specifiche. Altre volte, invece, le difficoltà linguistiche possono essere causate da:
- ritardi cognitivi, ovvero deficit delle funzioni intellettive e adattive che può avere diversi stadi di gravità;
- ritardi psicomotori, una condizione di disabilità (motoria, emotiva, cognitiva, relazionale ) rispetto all’età cronologica;
- ritardi sensoriali, che si traduce nell’incapacità del cervello di elaborare gli input sensoriali in maniera adeguata (si parla di Disturbo dell’Integrazione Sensoriale);
- carenze affettive e/o socio-culturali, una condizione provocata da uno svantaggio socio-culturale ed economico e/o da carenze affettive familiari e sociali.
In presenza di tali deficit è possibile riscontrare problematiche propriamente di linguaggio (a livello sintattico e grammaticale) o di espressione (difficoltà di pronuncia di suoni e/o parole, difficoltà nella pronuncia di frasi complete, uso improprio del linguaggio).
Logopedia come strumento di risoluzione
Si consiglia di intervenire con una visita logopedica se ci si trova davanti alle seguenti condizioni:
- assenza di lallazione, quella fase di sviluppo linguistico del bambino che si manifesta tra i 4 e i 10 mesi di età e che consiste nell’emissione e ripetizione di suoni e sillabe;
- assenza o scarsa presenza di gioco simbolico, lo sviluppo di un sistema linguistico simbolico (gioco del far finta) è una condizione normale che si manifesta dopo il primo anno di età e fino ai 30 mesi;
- assenza di linguaggio, un disturbo che impedisce la corretta espressione o comprensione verbale;
- vocabolario improprio e/o ridotto, rappresentato da una povertà lessicale, con un vocabolario con meno di 20 parole a 18 mesi e meno di 50 parole a 24 mesi;
- problemi di comprensione, che si riconosce nella incapacità di comprendere un testo a livello di suoni, parole o frasi;
- scarsa attenzione (dopo i tre anni), ovvero la difficoltà a mantenere l’ascolto e a prestare attenzione alla persona che sta parlando;
- difficoltà di linguaggio e articolazione dei suoni (dopo i tre anni), età intorno alla quale il bambino ha già sviluppato un suo sistema fonologico e produce costantemente suoni e sequenze di parole nuove;
- scarsa comprensione (dopo i tre anni), un disturbo che può esprimersi nelle varie forme del linguaggio (parlato, scritto, gestuale) e che può avere diverse cause (ambiente familiare poco stimolante, conoscenze pregresse, difficoltà nella memoria a breve e lungo termine, etc.);
- difficoltà nell’esposizione di un racconto (dopo i tre anni), la difficoltà di raccontare eventi accaduti seguendo un ordine o una sequenza logica, può rappresentare un aspetto da non sottovalutare.
I segnali esposti poc’anzi potrebbero essere un campanello d’allarme per eventuali disturbi di linguaggio. Questi ultimi, a loro volta, potrebbero creare ulteriori problematiche di apprendimento durante l’età scolare.
La seduta logopedica generalmente ha una durata di circa 45 minuti, durante i quali vengono valutate le capacità comunicative e linguistiche del bambino e le possibili strategie per intervenire dove serve. Le stesse strategie possono poi essere riproposte a casa dai genitori in stretta sinergia col professionista medico.