Ricco di contenuti il Festival della Scienza di Genova di quest’anno, tenuto come al solito nella splendida location di Palazzo Ducale e in altre prestigiose sedi. È articolato in conferenze, laboratori, mostre, eventi speciali.
Può interessare una sommaria rassegna dei contenuti.
Uno sguardo al concetto di scienza
Centrale il tema del concetto di scienza: modalità conoscitiva caratterizzata, fin dai tempi di Francis Bacon, da un approccio ai dati esperienziali standardizzato, esplicitato, replicabile, ciò che comporta una garanzia di validità. In quest’ottica, momento fondamentale è la dimostrazione, l’operazione in cui un assunto viene connesso in un organismo unitario e coerente. Si realizzerebbe così il massimo grado possibile di certezza; ma l’esistenza stessa di una filosofia della scienza ci dimostra che la scientificità di un assunto non è perciò stesso garanzia di verità assoluta.
Inoltre nella nostra epoca la scienza stessa ha provveduto ad annacquare, fondamentalmente nell’ottica quantistica, il proprio rigoroso determinismo che ha lasciato spazio a un approccio probabilistico. Questa rivoluzione epistemologica, iniziata nella fisica teorica, insuperato modello del metodo scientifico, ha in qualche modo ridotto il distacco di essa da tanti campi anche rientranti nelle discipline umanistiche. Il confine fra queste e le c.d. scienze esatte, precisato tanto tempo fa da Dilthey, si è fatto così più fluido.
Il rapporto tra filosofia e matematica
Si è parlato a Genova di una topica con questo correlata, il rapporto fra filosofia e matematica, peraltro da sempre presente nella nostra cultura, da Pitagora a Leibnitz e tanti altri; nonché dei collegamenti della matematica con la demografia, con la linguistica , con l’ arte, con la metrologia. Cambiando fronte: si è ricordato come una scienza ormai esatta come la chimica (da quando non è più alchimia) sia potente ausilio in tante attività in apparenza lontane da essa, come l’archeologia. D’altronde proprio quest’ultima è esempio di contaminazione fra i due campi: la verifica di un dato storico-culturale è non di rado affidata a indagini chimiche, fisiche, biologiche.
La scienza non è, ovviamente, collocata in un vuoto sociale ed economico: qualche contributo ha evidenziato i collegamenti della ricerca con le realtà socioeconomiche volte anche al profitto; e, naturalmente, anche con la politica. E purtroppo anche con la guerra, tema oggi di bruciante attualità ed emerso brutalmente ai tempi di Hiroshima. Oppenheimer, parlando del proprio ruolo nell’invenzione dell’ordigno omicida, diceva: “I fisici hanno conosciuto il peccato”. Peccato come trasgressione di una norma metastorica che trascende ogni legge, come affermato da Antigone.
Le neuroscienze
Tornando al Festival: ampio lo spazio dedicato alle Neuroscienze nei loro molteplici aspetti e metodiche: l’impiego di modelli animali con le sue potenzialità e i suoi problemi, la fusione di ottiche diverse come nella neuroingegneria. E l’attenzione rivolta a topiche specifiche: gli equilibri elettrici mente – corpo, il neurosviluppo con i suoi problemi incluso un possibile attacco autoimmune al cervello, alla nascita; e le modalità di esplorazione delle reti di neuroni; la loro “manutenzione” che può in qualche misura contrastare l’invecchiamento cerebrale; e altre nuove frontiere. Più vicini a un’ottica psichiatrica altri interventi, anche se lascia perplessi il concetto di “Psichiatria di precisione”, di sapore neopositivistico. Quest’ottica è peraltro relativizzata da un riferimento al ruolo delle emozioni, nonché da qualche spazio lasciato al problematico concetto di coscienza. Si è pure parlato delle esigenze di prevenzione, in uno dei tanti incroci fra tecnologia e salute.
Discussione su “cosa è la coscienza”, già. È in qualche modo introduttiva a quella sulla intelligenza artificiale e sulla possibilità che certe sue realizzazioni aggiungano alle riconosciute capacità di calcolo e di consequenzialità logica un qualcosa che potremmo chiamare coscienza. Tutto discutibile, e si tratta di intendersi: se per coscienza si intende consapevolezza, nulla osta che alla macchina si riconosca una capacità di registrare e verificare le proprie operazioni, tornandoci su: diverso è il discorso se ci rifacciamo al concetto di Jaspers, secondo cui la coscienza “non è un essere come la cosa, ma un essere la cui essenza è diretta a significare l’oggetto”. Dunque, intenzionalità e ricerca di senso dovrebbero continuare ad essere una caratteristica dell’umano, non condivisibile con la macchina.
Collegato al discorso sulla IA quello – pure trattato nel festival – sulla robotica e sulle sue tante realizzazioni, delle quali non sono stati dimenticati i rapporti da un lato col sociale, dall’altro con la natura. Tema importante anche sul piano economico – politico, per le sue crescenti ricadute sull’organizzazione del lavoro e sull’occupazione, con l’affermarsi del robot – operaio e del robot – badante.
Il ruolo dell’IA nella medicina futura
Altro tema ampiamente collegato e di grande attualità: si è parlato del ruolo della IA nella medicina futura e in temi più specifici come l’analisi dei movimenti umani, giungendo ai risvolti nei campi dell’etica e della geopolitica. Quanto all’etica, un aneddoto. Un tale ha chiesto una serie di informazioni alla macchina, che però glie le ha fornite sbagliate; quindi si è giustificata col mandato ricevuto di non deludere l’interlocutore. E’ evidente che in questo caso tale mandato ha prevalso sull’obbligo della verità: un conflitto, un dilemma simil-etico.
Il discorso sulla IA è parte dell’impetuoso sviluppo dell’informatica. In uno dei contributi, si è parlato della prospettata possibilità che una persona venga sostituita (col suo consenso o no? ) da un avatar digitale o, perché no? di quella che si possa costruire un metaverso. Altro dilemma etico: quanto sarei responsabile di un qualsiasi atto del mio avatar?
L’ecologia e gli ecosistemi
Ha avuto spazio un discorso su ecologia ed ecosistemi, anche marini: il dilemma ecologico sulla decarbonizzazione, con sostituzione dei motori a combustione interna con quelli elettrici; infatti questo apre il problema dello smaltimento delle batterie, rientrante peraltro in quello generale dello smaltimento dei rifiuti. Tutto ciò ripropone anche jl tema del nucleare.
E l’esigenza di salvaguardare la biodiversità apre il discorso del rapporto dell’uomo con le piante e con gli altri animali, insetti inclusi. Questo, a due livelli: quello pratico-funzionale, riguardante gli effetti sulla specie umana dell’azione degli altri esseri viventi; e quello etico, riguardante la loro possibile qualità di portatori di diritti. Quindi nei vari interventi, e al di là dei doverosi rispetto e sollecitudine, sul piano teorico ci si è interrogati sulla continuità o meno della nostra natura con la loro.
Ciò ha introdotto un discorso su quel nostro intrigante parente che è stato il Neanderthal, primitivo quanto si vuole ma con un cervello più grande del nostro: forse perché, non disponendo del linguaggio, pensava per immagini che notoriamente sono informazioni occupanti più spazio? (a questo proposito: qualcuno ha parlato del possibile futuro del linguaggio). E se per il Neanderthal la appartenenza quanto meno al genere “Homo” è abbastanza accettata, un po’ diverso è il discorso sui più remoti nostri antecedenti.
Il tutto, nel mutato contesto del cambiamento climatico. Si propongono scudi antismog e l’utilizzazione mirata dei robot, in quella che viene chiamata Ecorobotica. Collegata l’attenzione alla meteorologia, includente anche la possibile difesa dagli tsunami. Sappiamo bene che la risposta politica a questa serie di problemi è parziale e ambigua: l’attuazione del decennale accordo di Parigi è di là da venire.
Astronomia e astrofisica
Ampio spazio è destinato ad Astronomia e astrofisica, nei loro aspetti più propriamente scientifici come le onde gravitazionali e l’origine degli elementi; o in quelli psicologici come il fascino che da sempre esercitano le stelle; o in quelli relativi a strutture operative come alcuni importanti telescopi; o storici (vita e opere di Keplero). È emersa una domanda particolarmente intrigante, e forse senza risposta, sollecitata da uno spazio forse in parte vuoto: cos’è il vuoto?
Gli avanzamento della medicina
Si è ampiamente parlato di medicina, con i suoi problemi e avanzamenti più o meno continui, in un intreccio di fatti e valori perseguiti e variamente realizzati o meno. Un campo specifico che ha attirato l’attenzione è stata l’immunologia; un altro la riabilitazione. Di interesse teorico generale il rapporto con la tecnologia, in una attenzione specifica accordata all’impiego della superconduttività. E poi ampi ambiti particolari come la terapia genica con le sue varianti e rischi, e il progetto genoma; e gli avanzamenti conseguiti nella terapia del cancro. Qualcuno ha opportunamente ricordato che, al di là della base scientifica, l’atto medico è fatto di un prendersi cura, di ricerca, di risposta emotiva. Aspetti questi presenti anche nelle cure tradizionali, di cui si è pure parlato. L’alimentazione ha evidente incidenza sul nostro benessere o malessere: ciò vale per varie sostanze nutritive, ma anche per prodotti voluttuari come il vino e le spezie.
Questo ricco menù è stato ovviamente servito in un’ottica divulgativa. Ciò non costituisce una limitazione: ritengo positivo ciò che riduce lo iato informativo fra esperti e non esperti, anche perché può far parte di una utile profilassi contro le fake news.
Il pubblico ha risposto con grande partecipazione: spesso difficile trovare un posto.



