Quello amoroso è un sentimento complesso, capace di arricchire la vita delle persone. Sa donare senso e significato alle relazioni interpersonali, rendendole forti, intime e inscindibili. Tuttavia, ci sono casi in cui può deviare. Quando ciò accade, esso prende direzioni errate, rendendosi distorto, ossessivo, e portando l’individuo a vivere in una realtà alterata. In simili situazioni, l’amore non rappresenta più un sentimento sano e reciproco. Al contrario, si trasforma in una vera e propria ossessione e può avere effetti devastanti sulla vita di chi ne soffre. Tra queste forme di amore deviato troviamo quella su cui vogliamo concentrarci oggi: l’erotomania. Si tratta di un disturbo psichiatrico riconosciuto. L’individuo che ne soffre crede fermamente che un’altra persona, spesso una figura di spicco o un personaggio famoso, sia innamorata di lui. È però soltanto un’illusione: non vi è infatti alcun elemento a supporto di questa convinzione.
Quando l’amore si fa deviato e distorto
L’erotomania rappresenta una distorsione profonda dell’amore, un disturbo delirante in cui la percezione della realtà è completamente alterata. Si discosta nettamente sia dall’amore romantico sia dalla più semplice infatuazione. L’individuo coinvolto non riconosce la mancanza di reciprocità e continua a nutrire la convinzione che l’oggetto del suo amore corrisponda ai suoi sentimenti. Di frequente invece, questa seconda persona non è neppure a conoscenza della sua esistenza. Tale ossessione può interferire pesantemente con la vita quotidiana, portando a comportamenti problematici. Dà infatti origine a comportamenti come lo stalking o l’intrusione non richiesta nella vita dell’altro, creando gravi conseguenze, tanto per chi soffre di erotomania quanto per chi ne è soltanto vittima.
Che cos’è l’erotomania?
L’erotomania è conosciuta anche con il nome, più complicato, di sindrome di De Clérambault. Si tratta di un disturbo delirante, come già scritto, caratterizzato dalla convinzione errata di essere oggetto dell’amore di un’altra persona. Questa credenza non è mai fondata e si basa su interpretazioni distorte di segnali neutri, quando non proprio inesistenti. L’individuo affetto da erotomania è convinto che una persona, la quale può essere di status sociale più elevato o meno, sia profondamente innamorata di lui. In quest’ottica, qualsiasi gesto o comportamento da parte dell’oggetto del presunto amore si interpreta come segno di affetto. Naturalmente, è tutto un castello mentale e l’oggetto dell’innamoramento ignora completamente l’intera questione, nella maggior parte dei casi.
Il disturbo erotomaniaco rientra nella categoria delle psicosi ed è spesso associata a condizioni come la schizofrenia o il disturbo bipolare. Sebbene possa colpire entrambi i sessi, è più comune tra le donne. Sono però gli uomini affetti quelli che tendono a mostrare comportamenti più aggressivi nei confronti della persona amata. Chi ne soffre è generalmente convinto che l’oggetto del proprio amore stia cercando di comunicare attraverso segnali sottili: sguardi di sfuggita, gesti apparentemente insignificanti o persino attraverso i media. Non è vero ma chi lo crede si rifiuta di accettare la realtà quando questi segnali vengono smentiti, dal diretto coinvolto o da chi sia a conoscenza di quanto stia avvenendo.
La natura dell’erotomania porta spesso a un circolo vizioso. Il soggetto continua a cercare conferme della sua convinzione, ignorando o reinterpretando la realtà per adattarla alla sua visione distorta dei fatti. Anche quando non ne trova alcuna, cosa che accade nella quasi totalità dei casi, si autoconvince che non sia così. Com’è ovvio, questo rende il disturbo difficile da trattare senza un intervento professionale.
La sintomatologia
I sintomi dell’erotomania sono principalmente di natura psicologica e comportamentale. Non si tratta di un disturbo che si contraddistingue per le sue manifestazioni fisiche. Il segno più evidente è il delirio amoroso già descritto. L’erotomane crede incrollabilmente che l’altra persona lo ami, anche in presenza di prove contrarie. La sua convinzione persiste anche di fronte alla chiara negazione, esplicitata in maniera cristallina, da parte dell’oggetto dell’ossessione. Qualsiasi gesto o comportamento viene reinterpretato e diventa benzina da gettare sul fuoco della convinzione errata. Un sorriso casuale o uno sguardo fugace, cortesi e di circostanza, possono essere interpretati come segnali di interesse amoroso. Altro sintomo comune dell’erotomania è la ricerca ossessiva di contatto con la persona amata.
In molti casi, questo comportamento può degenerare in stalking. Quando ciò avviene, si mette in pericolo non solo il benessere dell’individuo affetto, bensì anche quello della persona oggetto del delirio. La negazione della realtà è un ulteriore sintomo, tipico dell’erotomania. Anche quando la persona amata chiaramente rifiuta l’attenzione, magari stabilendo limiti chiari e netti, l’individuo tende a ignorarli o reinterpretarli. È così che si convince del fatto che l’amore sia reciproco e segreto. Questo comportamento persistente può condurre a gravi conseguenze, tanto legali quanto psicologiche.
Affrontare l’erotomania in serenità
Occorre un approccio delicato e strutturato per far fronte all’erotomania. Un supporto psicologico adeguato è la base, ma non basta. Vanno implementate strategie di gestione del comportamento. Il primo passo è riconoscere il disturbo, accettando la necessità di un aiuto professionale. L’obiettivo è la comprensione della natura illusoria delle proprie convinzioni. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso utilizzata per aiutare il paziente a modificare i propri schemi di pensiero. In questo modo, potrà sviluppare un maggior controllo sui comportamenti ossessivi. L’uso di farmaci antipsicotici, o antidepressivi, aiuta a mitigare i sintomi più gravi. Il trattamento riduce i deliri e migliora la stabilità emotiva del paziente. Tuttavia, la terapia farmacologica deve essere sempre affiancata a un supporto psicologico continuativo.
Un ulteriore aspetto, d’importanza fondamentale, è il coinvolgimento della rete sociale. Amici e familiari possono svolgere un ruolo molto importante, offrendo supporto emotivo e contribuendo a monitorare i comportamenti del paziente. Al fine di affrontare la condizione in serenità serve ricercare la creazione di un ambiente di supporto e comprensione, il quale aiuti a prevenire ogni possibile ricaduta, in futuro. Quest’ ultima è spesso dietro l’angolo per chi intraprenda il percorso di guarigione.
Leggi anche: “L’indifferenza in amore: psicologia di una relazione fredda“