Durante la dolce attesa, inevitabilmente, una donna attraversa importanti cambiamenti, tanto a livello fisico quanto allo stadio psicologico. Al fine di favorire il mantenimento del controllo, in un periodo che può essere critico, è utile comprendere bene la sintomatologia degli attacchi di panico in gravidanza, che hanno uno sviluppo differente rispetto a quelli che colpiscono l’individuo in altri frangenti della vita. Ansia e angoscia sono dei compagni sgraditi durante un periodo che è uno dei più belli della vita. Vediamo, nelle righe seguenti, in quale maniera sia possibile arginare la loro presenza ed evitare di lasciarsi troppo condizionare.
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Le ragioni degli attacchi di panico in gravidanza
In dolce attesa, l’affettività diventa materia molto complessa. L’arrivo di un figlio porta con sè una lunga serie di sentimenti positivi, dalla gioia all’entusiasmo. È elettrizzante sapere che si darà presto alla luce una nuova vita e che l’esperienza su questa Terra cambierà di punto in bianco, divenendo più ricca e, naturalmente, più impegnativa. Non a caso, assieme agli stati d’animo ora evidenziati, si dovrà fare l’abitudine a convivere anche con sensazioni diametralmente opposte: paura, ansia, tristezza… la loro potenza sarà pari a quella delle emozioni positive (talvolta anche superiore) ma accettarle sarà ben più difficile.
Le connotazioni di una gravidanza sono molto numerose. La donna subisce notevoli cambiamenti, sia corporei, sia ormonali e biochimici. Si tratta di modificazioni non sempre evidenti. Alcune di esse, infatti, sono vissute a livello personale e subconscio e non si manifestano fisicamente, tanto che chi non conosca a fondo la persona interessata potrebbe tranquillamente non accorgersene. Ciononostante, questi mutamenti domandano un gravoso obolo e causano facilmente un aumento dei livelli di ansia. Gli attacchi di panico in gravidanza, che non ogni donna affronta ma che sono piuttosto comuni, sono esattamente questo: picchi di paura e angoscia che rappresentano una problematica da non sottovalutare, dal momento che si presentano in una fase della vita già di per sè piuttosto complicata.
A livello diagnostico, la catalogazione degli attacchi di panico non è così semplice. Tipicamente, li si considera all’interno della categoria specifica e delimitata dei disturbi indotti da ansia.
Definiamo l’attacco di panico
Difficilmente da quanto si potrebbe forse pensare, un attacco di panico, da solo, non costituisce disturbo mentale. Si configura piuttosto come un episodio che compare, individualmente oppure accompagnato da altri segnali psichici o corporei, all’interno di un quadro clinico più complicato. Tipicamente, esso vede la presenza di ulteriori disturbi o patologie. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), gli attacchi di panico sono una comparsa improvvisa di paura o disagio intensi. Queste esplosioni emotive raggiungono molto velocemente il loro picco, in una manciata di minuti, sia a partire da uno stato di quiete sia come naturale evoluzione di uno stato d’animo agitato e già segnato da dubbi e considerazioni. La definizione del disturbo in questi termini si deve all’Associazione Americana degli Psicologi (APA) e risale al 2013.
Sintomatologia degli attacchi di panico in gravidanza
In linea generale, senza scendere nei dettagli specifici di situazioni particolari e, magari, viziate da un sottobosco clinico più elaborato, il corteo sintomatologico degli attacchi di panico, o anche di quelli di ansia e angoscia, durante la gravidanza, è il medesimo che, tipicamente, si esperisce durante altre fasi di vita. I sintomi non si limitano a una forte agitazione o al senso di oppressione al petto che sono più strettamente legati alla dolce attesa.
Quel che costituisce un elemento di discrimine, se vogliamo così definire la sostanziale differenza tra l’ansia vissuta in gravidanza e quella che contraddistingue altri frangenti della vita, è l’intensa preoccupazione riferita non solo alla propria incolumità. Nel qual caso, non vi sarebbe alcunché di strano. Bensì anche a quella del bambino, o della bambina, che si porta in grembo. La responsabilità verso una nuova vita aumenta i livelli di tachicardia e mancanza di respiro. Per tal motivo, le future madri in gravidanza sono particolarmente soggette a questo tipo di disturbi. Esistono alcune ricerche, come quella portata avanti da Orr e altri, nel 2007, che hanno dimostrato come l’idea di dover proteggere il feto potrebbe fare insorgere sintomi ansiosi anche in chi, normalmente, non ne sperimenti. I costrutti del disturbo di ansia generalizzata e connessa alla gravidanza sono pertanto distinguibili. Questi ultimi sono legati principalmente, sebbene non esclusivamente, alla responsabilità materna e alle conseguenze possibili sul bambino.
Le possibili cause
Le cause che contribuiscono all’insorgere di attacchi di panico durante la gravidanza sono molteplici. È possibile ricondurle a diversi ordini di fattori. Innanzitutto, i cambiamenti biologici e ormonali che la donna vive in questa fase possono incidere sui livelli di ansia. In secondo luogo, entrano in gioco altri fattori, prettamente psicologici, come cambiamenti profondi nell’assetto identitario della persona, con una modificazione del proprio ruolo. È l’avvento della genitorialità. Un ulteriore fattore individuato è il momento, nella fase gestazionale, in cui insorgono i sintomi di panico già visti. L’ansia prenatale materna, soprattutto nell’ultimo trimestre di gravidanza, quando può farsi più severa, sarebbe causata dal timore di una nascita pretermine, con tutte le complicazioni associate (Littleton et al., 2007).
Superare gli attacchi di panico in gravidanza
Trovarsi nel mezzo di un attacco di panico significa vivere un’esperienza che può rivelarsi, senza mezzi termini, spaventosa. Essa causa infatti vissuti di impotenza. La sensazione di perdere il controllo, o persino di morire, connessa a questi episodi può essere fortemente invalidante. Per quanto sia difficoltoso, occorre sforzarsi di mantenere la lucidità. Riconoscere l’insorgenza di una crisi è importante. L’ansia è paragonabile a un picco: una volta notati i primi segnali occorre tenere a mente che l’episodio ha una durata limitata. Raggiunto il vertice, paura e disagio dovranno necessariamente abbassarsi. Un terapeuta può aiutarci a eliminare radicalmente il fenomeno ansioso, sin dalle sue fondamenta. In autonomia, è possibile praticare esercizi di respirazione consapevole per contrastare gli attacchi di panico in gravidanza.
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