La serie Strappare lungo i bordi, concepita, scritta e diretta dal celebre fumettista italiano Zerocalcare, è disponibile su Netflix dalla fine del 2021. L’intera vicenda, narrata in 6 episodi, ruota attorno a un viaggio cui partecipano lo stesso autore e due suoi amici di sempre, chiamati Sarah e Secco. Il trio deve raggiungere Biella e, durante l’avvicinamento alla città, ripercorre il proprio passato attraverso flashback e salti al presente. Oltre ai tre protagonisti troviamo anche un quarto personaggio, che si presenta con le sembianze di un armadillo antropomorfo. Si tratta della coscienza di Zerocalcare che gli ricorda continuamente il motivo per cui gli amici hanno intrapreso questo viaggio.
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In viaggio per costruire sé stessi
Il titolo si riferisce a quelle guide illustrate che hanno l’obiettivo di spiegare alle persone come fare qualcosa, dando loro indicazioni visive prima di lasciarle effettivamente libere di farlo. Quante volte abbiamo visto dei materiali cartacei caratterizzati da tratti discontinui che mirano a insegnarci, passo passo, come realizzare specifici origami o comporre forme particolari e ben definite? Nella metafora della serie, occorre strappare lungo i bordi per trovare la giusta via di costruire la propria vita e realizzarsi al meglio in essa. Durante il viaggio, Zero (così viene soprannominato il personaggio del fumettista nel corso delle puntate) rievoca il suo passato. Sulle basi di esso, pone le basi del suo futuro.
Strappare lungo i bordi per assemblare la propria vita
Psicologicamente, potremmo associare questo pellegrinaggio dei tre amici a una ricerca della definizione di sé e del vero io, come intesa da Donald Winnicott. Secondo il pediatra britannico l’ideale dell’io è un’istanza della personalità. In essa convergono il narcisimo, una forma di idealizzazione di sé stessi portata avanti in autonomia, e le identificazioni dovute alle aspettative dei nostri genitori, nonché figlie di ideali collettivi. Ogni soggetto tende a una propria aspirazione, una formazione psichica parzialmente indipendente che è una punto di riferimento per l’individuo. Tutti noi, inconsciamente, valutiamo, misuriamo e moduliamo le nostre realizzazioni. Tali valutazioni non restano immutate, bensì si modificano continuamente nel corso della vita. Inizialmente, l’unico termine di paragone che abbiamo è l’idea di successo e realizzazione sviluppata nel corso dell’infanzia. Durante la crescita e lo sviluppo costruiamo poi altri modelli mentali al cospetto di cui misurarci.
Winnicott parla di vero sé e falso sé. Il primo è l’ambito della realtà e della creatività, l’idea personale e il gesto spontaneo. Di fatto, è la nostra essenza e quello che siamo veramente. Il secondo rappresenta invece una protezione nei confronti di un ambiente inadatto e inadeguato ad accoglierci per quel che siamo e ci causa frustrazione. In sostanza, è una sorta di autodifesa che sviluppiamo per ammorbidire l’impatto con l’esterno. Le conversazioni e le esperienze di Zero, Sarah e Secco servono a costituirli e formarli. Dal confronto di quello che sono maturano gli adulti che saranno.
Psicologia e socialità nella serie
Strappare lungi i bordi ha ottenuto un grande successo di pubblico. Ciò si deve in parte alla popolarità di Zerocalcare, uno degli autori più seguiti nel panorama editoriale italiano; in parte agli aspetti grafici e tecnici delle illustrazioni, di alto livello; in parte agli aspetti psicologici familiari a gran parte della popolazione. Gli espedienti narrativi dell’umorismo e dell’ironia, molto presenti nella serie così come in ogni lavoro dell’illustratore, si accompagnano a iperboli ed esagerazioni. Le situazioni vissute sono descritte in modo ansioso, spropositato e opprimente. Ciononostante, è molto facile immedesimarsi nelle vicende vissute dai protagonisti. Per tal motivo, tutte le puntate sono ben riuscite e hanno riscontrato ampio seguito.
L’autore ha affermato in numerose interviste come nella sua opera il testo sia predominante sul disegno e le vignette abbiano principalmente lo scopo di alleggerire la vicenda narrata. Gli argomenti trattati sono spesso seri e complessi e, tramite il fumetto, è possibile renderli più comprensibili al lettore. Le strategie linguistiche messe in campo sono svariate. Si passa dal turpiloquio ai forestierismi e dal neologismo ai tratti dialettali. Il romano gioca il ruolo di coprotagonista e, a tratti, è persino difficile da comprendere per chi non lo mastichi, eppure è perfettamente calato nel flusso di coscienza di Zero e ne esternalizza in maniera chiara il vissuto.
“Accanto a me c’è il mio amico armadillo immaginario, che facilita la comprensione dei miei pensieri ed elucubrazioni.”
Il ruolo svolto dalla strana creatura è quello che la stessa svolgeva ne La profezia dell’armadillo, il libro di Zerocalcare che l’ha introdotta e da cui è tratta la citazione. Strappare lungo i bordi traduce in immagine animata uno spaccato di vita sociale della Rebibbia dell’autore. Ci colloca tutti nel suo variopinto universo e in situazioni quotidiane che non possono che essere anche le nostre.
La psicologia di strappare lungo i bordi
Il messaggio principale che passa la serie è quello di un profondo disagio generazionale. La perdita di certezze e punti di riferimento ha comportato un grande senso di vuoto in Zero e nei suoi coetanei. Lo spaccato sociale di Strappare lungo i bordi lo mette bene in evidenza. Al termine della serie si suggerisce una visione meno egocentrica e maggiormente partecipativa (tema particolarmente caro a Zerocalcare), che porti a vivere in maniera più leggera i propri pensieri e le proprie responsabilità.
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