Ho letto con costernazione l’intervista del capogruppo del PD nel Consiglio Regionale della Liguria, Luca Garibaldi contro la Rems di Prà. Nel 2016 ero Commissario unico del Governo per la chiusura degli Opg; la Liguria era una delle regioni commissariate perché molti prosciolti liguri erano nell’Opg di Castiglione delle Stiviere e in altri manicomi giudiziari e dovevano trovare ospitalità nella propria regione secondo il principio della territorialità.
Occorreva individuare una struttura adatta e con l’assessore regionale della sanità Sonia Viale cercammo una struttura pubblica senza successo e alla fine individuammo la struttura di Villa Caterina che offriva qualità assistenziale e convincemmo Gianni Giusto a convertire quel luogo assistenziale in residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza secondo quanto previsto dalla legge 81 del 2014 che aveva stabilito la chiusura dei sei Opg presenti in Italia.
La Regione Liguria aveva improvvidamente deciso di costruire la propria Rems a Calice al Cornoviglio, in un paese isolato e in posizione non baricentrica. Una scelta culturalmente arretrata e sbagliata; suggerii inutilmente all’assessore di abbandonare quella soluzione che legava l’internamento alla marginalizzazione.
Per fortuna i lavori di ristrutturazione sono andati per le lunghe e così si è potuta consolidare una delle realtà migliori per l’accoglimento e la cura degli autori di reato giudicati incapaci di intendere e volere e quindi prosciolti e destinatari di una misura di sicurezza per pericolosità sociale.
Dopo ormai alcuni anni si deve tracciare un bilancio e va detto che molte difficoltà nella vita delle Rems è causato dal numero eccessivo, una sorta di bulimia, dei provvedimenti di incapacitazione e da quello altrettanto alto di misure di sicurezza provvisorie.
La ministra della Giustizia Cartabia rimase molto colpita dalla presenza in carcere di persone senza titolo perché prosciolte e destinatarie di una collocazione in una Rems e di fronte alla difficoltà di trovare una rapida ospitalità iper quei soggetti, individuò nella struttura di Calice al Cornoviglio la soluzione superando il principio della territorialità.
Così la Regione Liguria evitava di utilizzare per i pazienti liguri una struttura impropria.
Ora l’esponente PD propone di chiudere la Rems di Prà perché provvisoria. E’ una proposta insensata. Proprio sul sito “Il Vaso di Pandora” abbiamo avviato la discussione su come proseguire quella che molti anni fa definii una rivoluzione gentile.
Occorre superare la positiva esperienza delle Rems non per tornare al manicomio, ma per cancellare le norme del Codice Rocco del 1930 sulla imputabilità. Il diritto al giudizio avrò come conseguenza l’affermazione della responsabilità degli atti compiuti, con una valenza terapeutica.
Non si tratterà di aprire le porte del carcere per le persone con disturbi mentali, o meglio con disabilità psico sociale. Ma di individuare misure alternative personalizzate.
La proposta elaborata con la partecipazione di giuristi e operatori nei seminari della Società della Ragione è stata deposita alla Camera dei Deputati dall’on. Riccardo Magi con il n. 1119.
Questo testo rappresenta il punto ineludibile per una discussione rispettosa dei diritti umani. Anche la Corte Costituzionale ha sollecitato il Parlamento a interventi coerenti e una discussione
Intelligente deve essere orientata verso una riforma radicale.