Dopo 13 anni Lo Spiraglio è ufficialmente un teenager in cui convivono il desiderio spasmodico di conoscere il mondo e la consapevolezza di dover definire il proprio ruolo in maniera sempre più chiara e inequivocabile. La selezione di quest’anno è lo specchio di un lavoro che forse non è mai stato così attento e partecipato. Ed il cinema, quando ha qualità, aiuta a districarsi nella selezione formando appigli solidi dai quali prendere le mosse per costruire un percorso interessante.
Uno dei motivi conduttori del 2023 è sicuramente l’intesa tra registi di talento e persone non comuni. Nei documentari noterete una rara sintonia tra i narratori e i soggetti narrati, una delicatezza osservante che entra nelle vite di persone che con la vita hanno dovuto fare i conti per i più svariati motivi. Il segreto è ascoltare. Ascoltare pazienti alle prese con la creazione di un film, donne che attraversano crisi personali o uomini intrappolati in incubi kafkiani. Migranti in cammino, psichiatri in missione, ex pazienti che riscoprono il concetto di famiglia. Un dedalo di percorsi differenti accomunati da una straordinaria capacità di raccontarli. Nel mondo della finzione incontrerete grandi temi della salute mentale declinati con ogni registro stilistico esistente; dalla narrazione surreale, al dramma alla commedia. Conoscerete acrobati della personalità, fratelli perduti che si ritrovano in modo inaspettato, padri, madri, figli troppo protetti o troppo protettivi.
Se è vero che il cinema arranca tra banalità e idee stantie, qui allo Spiraglio la crisi non esiste. Il cinema è vivo e respira. Respira aria fresca e vuole contribuire ad aprire la mente attraverso nuovi spiragli. La brezza romana, ad aprile, non potrà che essere un piacere per il corpo e per l’anima.