Vaso di Pandora

Storie di ordinaria miopia

I vigili della polizia municipale di Quiliano hanno imposto che si smontasse il palco della lotteria di San Giuseppe, prevista per oggi.

Da che si ricordi, ogni anno, a San Giuseppe, la parrocchia di Valleggia organizza una pesca di beneficenza nel porticato sotto la casa canonica, un gruppo di uomini si dedica a montare il palco con tubi di ferro e assi di legno, un folto gruppo di persone – perlopiù anziane – si raduna per organizzare i premi, i numeri, i turni di lavoro. Per dieci giorni, a Valleggia, si respira aria di festa, di solidarietà, si consolida il senso di appartenenza a una comunità.

L’epidemia di Covid aveva per alcuni anni interrotto la tradizione, quest’anno però un gruppo di generosi volentari aveva voluto che si ricominciasse.

Purtroppo, sono arrivati i vigili, hanno osservato a lungo, hanno fatto rilievi, hanno fotografato, filmato, hanno aperto un dossier, hanno interpellato i vigili del fuoco, i quali sono intervenuti prontamente in grande formazione, diversi uomini e tre mezzi.

Dopo un lungo sopralluogo, il capo della polizia municipale ha redatto un verbale e ha stabilito che la pesca di beneficenza di Valleggia è assai pericolosa, ha denunciato il Parroco, ha fatto transennare il luogo e imposto l’immediato sgombero.

Quando l’ho saputo ero in Piemonte, ho ricevuto un video, ho visto che nella piazzetta davanti alla Chiesa di Valleggia c’era un assembramento di mezzi e di uomini in divisa, mi sono allarmato, dal dispiegamento di forze ho temuto che nei pressi della canonica si celasse un covo della mafia o delle neoformate Brigate Rosse.

Invece, per fortuna, era solo la pesca di beneficenza.

Quegli stessi uomini che avevano montato il palco, lo hanno smontato, erano meno allegri, erano più arrabbiati.  Sono uomini in pensione, alcuni hanno una lunga esperienza nei cantieri di lavoro, una lunga militanza nel sindacato, uno ha diretto per molti anni un’azienda per lo stoccaggio industriale di prodotti petroliferi, non avrebbero mai ammesso deroghe alla sicurezza.

Queste persone non dovrebbero essere mortificate, anzi dovrebbero essere incoraggiate, ringraziate per la loro attività di volontari per il bene comune, senza di loro i paesi diventano dormitori.

La comunità ha molto bisogno di queste persone.

La comunità, invece, non ha alcun bisogno di questa polizia municipale.

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Commenti su "Storie di ordinaria miopia"

  1. Lo scritto di Dario ci mette a confronto col disagio di una comunità che pur non essendo terapeutica ha con essa delle affinità che consistono nel co-operare, con-dividere, socializzare in modo organico e partecipato.
    Il disagio mentale ha radici in questo, ben descritte da Franco Basaglia e dal suo successore, a Trieste, Francesco Rotelli che purtroppo ci ha lasciato da qualche giorno.
    La violenza descritta nel breve resoconto, determinata da una malintesa attività di controllo e prevenzione mi fa venire in mente il problema che incontriamo quando coloro che definisco psicoburocrati intervengono, non tanto per favorire un miglioramento della qualità dell’intervento clinico, quanto per scoraggiare e svilire le proposte e le iniziative generosamente portate avanti dagli operatori.
    Il problema è che coloro che controllano non hanno mai praticato un percorso di comunità, non ne conoscono i principi, non ne apprezzano gli effetti.
    Legati ad un modello di sviluppo mentale che Freud definirebbe sadico-anale, godono del loro ruolo repressivo fine se stesso. Presuntuosi ed arroganti, non sono accessibili al confronto ed al colloquio, se non costretti dal principio “deboli con i forti”.
    Io penso che dovremo accoglierli fraternamente per consentire loro di accedere faticosamente a quello che Freud definirebbe modello genitale.
    Evviva!

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  2. E vi preghiamo, quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: “è naturale” in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile.
    Bertolt Brecht

    Rispondi
  3. Il palco della lotteria di San Giuseppe e l’azione dei vigili per garantire la sicurezza e il rispetto delle sue procedure non sono altro che un nuovo muro di Berlino che cade.
    Abbiamo gioito della caduta di un muro che divideva. Eppure teneva in piedi due metodi sociali, giusti o sbagliati che fossero. I muri vanno sempre abbattuti? Spesso servono, le nostre case lo dicono.
    Società artigianali e società industriali, e ora società tecnologiche altamente proceduralizzate hanno bisogno di muri divisori ben definiti. Solo così i vigili non potranno entrare nella lotteria di san giovanni, salvo che non vogliano comprare un biglietto e tentare la sorte!

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