Ritengo interessante l’iniziativa proposta nell’articolo [cfr “Pediatria: 1 bambino su 5 con disturbo psichico, docufiction contro pregiudizi” 17 ott. Adnkronos Salute]. Mi pare necessario fornire un linguaggio e una chiave di lettura comune di quei comportamenti che sono tipici della fase adolescenziale. Istituzioni come la scuola che trascorrono un lungo periodo a contatto con i giovani devono aggiornarsi rispetto alle nuove patologie e alle manifestazioni caratteriali degli adolescenti. Mi pare però necessario differenziare gli interventi per il personale docente e quelli rivolti ai ragazzi.
In un’età così particolare, densa di emozioni che esplodono e che spesso vengono incanalate nei più disparati comportamenti. Trattare certi argomenti delicati nel contempo deve, a mio avviso, essere “protettivo” e non diventare un motivo di spunto per accentuare comportamenti al limite,tipici dell’età in questione, rischiando il ricorso a manifestazioni patologiche anche solo per scopo dimostrativo. La scuola dovrebbe essere in grado di fornire un reale ruolo di sostegno al suo interno( sportello psicologico) ma anche la possibilita’ di condividere le innumerevoli informazioni ricevute dai ragazzi per contribuire a costruire una rete intorno a loro. Chiari devono essere i riferimenti degli enti socio sanitari che dovrebbero essere aperti a questo tipo di confronto.
Importante fornire ai familiari un sostegno, anche solo informativo, loro che spesso vengono “rimbalzati” in una confusione di informazioni sovente errate e che comunque allungano i tempi di richiesta di aiuto che sono fondamentali per attivare un sostegno e una presa in carico precoce.