Vaso di Pandora

Una mattina d’estate…

Quando una mattina d’estate cinque valorosi uomini ed una psicologa sfidando il caldo (e la relativa pigrizia) si decidono a lasciare la terraferma e trovano il coraggio di imbarcarsi, accade che a largo trovano la quiete e la meraviglia di un punto di vista differente su quello che è conosciuto. Osservare la riva da lontano, cercare punti di riferimento, capire da dove si parte e dove si va, lasciandosi trasportare da capitani altrettanto coraggiosi e da un vento calmo che permette anche di veleggiare un poco.

La LeonPancaldo, nave-madre, ci ha accolti col suo porfumo di salsedine e legno. Piccole onde ci hanno cullati.

A., genovese, che aveva paura di soffrire il mal di mare perchè su una barca non era mai salito, dice ad un certo punto: “E’ incredibile Dottoressa, fino ad un anno e mezzo fa non riuscivo neppure ad uscire di casa ed ora guardi dove sono, in mare aperto! Chi l’avrebbe mai detto!” La sua gioia è anche la mia gioia.

G., anche lui genovese, anche lui alla sua prima uscita in barca, racconta così la sua esperienza a bordo:

“Una mattinata alternativa all’insegna dell’allegria e della spensieratezza. È impressionante come l’immensità del mare ogni volta mi faccia rendere conto della nostra piccolezza in confronto a esso. Non si può cambiare la direzione del vento, ma si può sempre regolare le vele per raggiungere la destinazione. Così come in mare aperto, infatti, anche nella vita con le giuste accortezze e con tanta determinazione si può raggiungere la meta desiderata, nonostante il vento burrascoso. L’esperienza di oggi è sicuramente da ripetere.”

Nel silenzio mi parla dell’esame di maturità che dovrà sostenere a breve e dei suoi timori ma poi respira, sguardo in direzione Capo Noli come se guardasse la vita davanti a sè.

C. dopo più di un’ora di navigazione invece il silenzio sembra non reggerlo più e mette una musica ritmata.

F. e G. conoscono già la LeonPancaldo, rimangono silenziosi, come “pirati in pensione”.

C’è stato infine un momento preciso e prezioso in cui gli unici rumori erano quelli delle vele e dell’acqua che batteva sullo scafo e ognuno era nei suoi pensieri, insieme ma anche soli di fronte a “l’innumerabile sorriso delle onde marine”.

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