Vaso di Pandora

Un saluto a Romolo Rossi, il padre della Psichiatria

La foto* si riferisce ad una lezione svolta per il gruppo Redancia presso CdL ovvero “Cibi e libri di Liguria” a Mioglia , ristorante con sala convegni che avevamo inaugurato con la cooperativa sociale la Bitta.
Mi piace offrire a tutti questa immagine di Romolo che affascina la sala con il suo eloquio e la sua cultura.
Personalmente lo ricordo come una persona onesta intellettualmente capace di riconoscere i propri errori e come punto di riferimento di molti; disponibile al confronto e generoso nel concedersi.

Giovanni Giusto

Ho avuto la fortuna di una certa frequentazione con Romolo Rossi dagli anni del liceo – anche se non nella stessa classe – e fino ai suoi ultimissimi mesi di vita quando, lasciata ormai l’attività professionale e di ricerca strutturata , ha attivato un gruppetto informale di amici e conoscenti in cui ci proponeva spunti di vario interesse culturale, non strettamente specialistico (come sempre era stato il suo stile).

Negli anni del liceo, già emergeva: brillante, socievole, affettuoso, ma intollerante della stupidità.

Lo scambio culturale con Romolo Rossi

E quanto agli ultimi tempi: come  gruppetto informale allora costituitosi, in cui aveva riversato la sua inesausta voglia di attività al di là di ogni difficoltà, ci siamo raccolti ogni mese intorno a lui, sempre con sete di sapere, calore e un affetto visibilmente  ricambiato con  la felicità del suo sorridente e affettuoso entusiasmo mostrato ogni volta nel vederci.

In mezzo a questi due estremi temporali, tanti anni di insuperata attività professionale, didattica: insuperata per la capacità di coniugare la preparazione tecnica specifica con un grandioso patrimonio culturale, e con la capacità di esporre il sapere  in modo puntuale e insieme accattivante.

Gli anni della specializzazione

Già negli anni della specializzazione Romolo Rossi si è distinto: fra l’altro, riuscendo a introdurre teoria e prassi psicanalitiche in ambito universitario. Ciò, attivando già collaborazioni internazionali come quella con Peter Rosenbaum, psichiatra a Stanford. Ha scritto con lui:  “Herodotus: observer of sexual psychopatology” testo  che tratta fra l’altro del mitico, ambiguo e fatale rapporto fra Candaule re di Lidia e Gige, sua guardia del corpo. 

È corretto ricordare che un altro tentativo di “sdoganare” la psicanalisi in ambito universitario – grazie anche alla apertura mentale del Direttore neurologo Cornelio Fazio e dello Psichiatra Franco Giberti – è stato fatto allora, del tutto autonomamente,  anche dal Collega Gian Giacomo Giacomini, dotato a sua volta di grande talento e preparazione ma purtroppo di scarsa attitudine a rapportarsi con le istituzioni:  ha risolto creandone una propria.  

Mantenendo  l’adesione all’ottica psicanalitica, Romolo Rossi ha collaborato – sempre con Franco Giberti – alla progressiva strutturazione di un dispositivo di ricerca, formazione e terapia psichiatriche, concretatosi formalmente  nella creazione della scuola di specializzazione di Genova.

L’adesione a teorie e prassi freudiane

Se l’adesione a teorie e prassi freudiane è stata il momento centrale del suo pensiero, non lo ha minimamente  condotto a una visione unilaterale: l’interesse per la diagnosi non come “verità” ma come strumento di una rigorosa indagine soprattutto epidemiologica ha ispirato la sua fattiva azione di sostegno alla conoscenza e all’impiego dei DSM IV e V: ha sempre sostenuto che  l’attività classificatoria, non fondamentale e a volte fuorviante nel rapporto terapeutico,  è necessaria  a mettere ordine soprattutto nella attività di ricerca, sempre che si tenga conto dei limiti della diagnosi psichiatrica. Purtroppo capita di dimenticare l’avvertimento, ormai antico ma mai superato, del classico Kurt Schneider: non dobbiamo chiederci “si tratta di una schizofrenia?” bensì “corrisponde questo quadro a ciò che io chiamo schizofrenia?”.

Tornando a Romolo Rossi: prudente ed equilibrato anche il suo atteggiamento negli anni ruggenti della riforma psichiatrica, quando ha messo in guardia contro una visione eccessivamente politicizzata e sociologizzata della turba mentale. E nessun pregiudizio anti-farmacologico: già da specializzando si è inserito nel filone di ricerca proposto da Cornelio Fazio sulla scoperta allora recente dell’imipramina, storicamente il primo antidepressivo davvero efficace e maneggevole, in grado di superare totalmente o quasi il ricorso all’elettrochoc.  

In quest’ottica scientifico-naturale, è stato Coautore con  Franco Giberti del Manuale di Psichiatria,  prezioso testo di studio e strumento di lavoro per tutti noi. Alla veste di coautore ha aggiunto quella di introduttore – o estensore – di varie singole topiche, quali:  Riferimenti teorici in psichiatria;  Intervista psichiatrica; Problemi di classificazione;  Il problema dell’ isteria; Disturbi somatoformi; Disturbi dissociativi; Parafilie; Rapporto fra disturbi  mentali e momenti dello sviluppo;  Valutazione delle terapie; Problema generale della  psicoterapia.

La bibliografia di Romolo Rossi

 Della sua imponente produzione ricordo:

  •  Rileggendo Freud
  •  24 lezioni di psicanalisi
  •  Sottovoce agli psichiatri
  • Sisifo al lavoro
  • Memoria, sogno e delirio
  • Glossario americano di psichiatria
  • Mito, religione e pensiero analitico
  • Psicoterapie a indirizzo psicanalitico
  • Oltre lo strato roccioso – vicende femminili nella dimensione psicanalitica.

Certamente ne dimentico un po’.

I traguardi di Romolo Rossi

Ha pienamente accolto il classico invito di Karl Jaspers agli psichiatri: non chiudetevi in un tecnicismo ristretto; ma apritevi all’arte, alla letteratura, alla filosofia, all’antropologia. Oggi ciò non è più in discussione, ma 60 anni fa non era così scontato. Il grande patrimonio culturale di Romolo Rossi gli ha consentito di mettere in  atto questo invito:  tornano nelle sue opere  riferimenti alla Tragedia greca, alla Commedia, all’Odissea: ricordiamo tutti come nei Lotofagi  riconoscesse un riferimento alla tossicodipendenza.  Ha avuto un rapporto, professionale ma sviluppatosi su un piano amichevole e di grande ammirazione, con Ezra Pound; che gli ha consentito di  relativizzare una troppo frettolosa totale identificazione del Poeta con le dottrine fasciste: diceva che certi gruppi (che ben conosciamo) abusano del  nome Pound.

Ha orientato l’impegno professionale: nella attività pubblica, come Direttore della Clinica Psichiatrica; in quella privata, come psicanalista terapeuta e lucidissimo supervisore. Saltuario l’impegno nel campo psichiatrico forense, di cui additava i limiti concettuali e operativi. In anticipo sui tempi: oggi si fa strada la critica al vetusto concetto di incapacità di intendere e volere. Peraltro, sono da ricordare alcune importanti pronunce peritali di Romolo Rossi, fra cui  quella su Donato Bilancia.

Insuperabile come oratore: ha sempre unito il rigore teorico alla capacità di affascinare il pubblico con la puntualità dei concetti, la freschezza espressiva, la brillantezza della esposizione. 

Grande è il debito verso di lui della comunità scientifica, e la gratitudine personale di tanti di noi per quel che ci ha dato, col suo durevole valore.

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Commenti su "Un saluto a Romolo Rossi, il padre della Psichiatria"

  1. Romolo Rossi lo conobbi poco dopo il mio arrivo in Liguria ed Ulisse e la Nostalgia furono il tramite.
    A parte i convegni in cui fu da noi a Savona, ogni tanto andavo a trovarlo per dialogare per avere consigli… mi consigliò anche per il mio percorso di cura analitica, indirizzandomi alla Dr.ssa Preve e questo fu dono importante che mi fece.
    Come ho già detto in questi giorni, la sua psichiatria era ricca e stimolante per cui lo porto con me sempre insieme ai miei maestri ed il dialogo così continua soprattutto in questo momento in cui rischia di affermarsi una psichiatria ben poco attraente e “modesta” che fatica a confrontarsi con la complessità delle vicende umane.

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