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Training autogeno per dormire: 4 tecniche per migliorare il sonno

Il sonno è una funzione vitale per il nostro benessere fisico e mentale. Tuttavia, molte persone soffrono di disturbi del sonno, come l’insonnia, che compromettono la qualità e la quantità del riposo notturno. In questo articolo, scoprirai come il training autogeno può aiutarti a dormire meglio, grazie a quattro tecniche semplici ed efficaci.

Cos’è il training autogeno e come funziona

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento psicofisico, basata sull’autosuggestione e sull’autocontrollo. Fu sviluppata negli anni ’30 dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz, che si ispirò alle pratiche di ipnosi e di yoga. Il training autogeno consiste nell’eseguire una serie di esercizi mentali, che inducono uno stato di calma e di distensione in tutto il corpo e nella mente. Il training autogeno agisce sul sistema nervoso autonomo, che regola le funzioni vitali dell’organismo, come:

  • il battito cardiaco
  • la respirazione
  • la pressione sanguigna
  • la temperatura corporea
  • il tono muscolare.

Attraverso il training autogeno, si impara a modificare volontariamente queste funzioni, riducendo lo stress e l’ansia, e favorendo il rilassamento.

Come il training autogeno può migliorare il sonno

Il training autogeno può rivelarsi un valido alleato per chi soffre di disturbi del sonno, come l’insonnia. Infatti, il training autogeno favorisce il rilassamento, indispensabile per addormentarsi facilmente e dormire bene. Inoltre, il training autogeno aiuta a gestire lo stress e l’ansia, che sono tra le principali cause dell’insonnia. Il training autogeno, infatti, riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e aumenta i livelli di serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. Il training autogeno, inoltre, migliora la qualità del sonno, favorendo le fasi di sonno profondo e di sonno REM, che sono quelle più riparatrici e rigeneranti per il corpo e la mente.

Per sfruttare i benefici del training autogeno sul sonno, si possono seguire queste quattro tecniche.

Praticare il training autogeno al mattino

In tal modo si aiuta a regolare il ritmo circadiano, che è il ciclo biologico che regola il sonno e la veglia. Il training autogeno al mattino, infatti, stimola la produzione di melatonina, l’ormone del sonno, che raggiunge il suo picco durante la notte, facilitando l’addormentamento.

Praticare il training autogeno nel pomeriggio

Ciò aiuta a prevenire la stanchezza e la sonnolenza diurna, che possono interferire con il sonno notturno. Il training autogeno nel pomeriggio, infatti, favorisce il recupero delle energie e della concentrazione, senza alterare il ritmo circadiano.

Praticare il training autogeno prima di andare a letto

Questa pratica serve a prepararsi al sonno, creando una condizione di rilassamento e di distacco dalle preoccupazioni e dai pensieri negativi. Il training autogeno prima di andare a letto, infatti, induce uno stato di calma e di serenità, che facilita l’addormentamento e previene i risvegli notturni.

Praticare il training autogeno durante la notte

training autogeno per dormire

In tal caso il training serve a riprendere sonno, nel caso in cui ci si svegli durante la notte. Il training autogeno durante la notte, infatti, aiuta a rilassare il corpo e la mente, senza stimolare la vigilanza e l’attività cerebrale.

Il training autogeno è una tecnica semplice ed efficace, che può migliorare il sonno e il benessere di chi la pratica. Tuttavia, è importante ricordare che il training autogeno non sostituisce il parere e il trattamento medico, in caso di disturbi del sonno gravi o persistenti. Inoltre, il training autogeno richiede impegno e costanza, per ottenere i risultati desiderati. Infine, il training autogeno va integrato con uno stile di vita sano e equilibrato, che preveda una corretta alimentazione, una moderata attività fisica, una buona igiene del sonno e una gestione dello stress.

Perché il training autogeno è una tecnica efficace per il sonno

Il training autogeno è una tecnica di rilassamento che si basa sull’autosuggestione e sull’autocontrollo. Questi due elementi sono fondamentali per migliorare il sonno, perché permettono di intervenire sia sul piano fisico che su quello mentale. Vediamo perché.

Sul piano fisico, il training autogeno agisce sul sistema nervoso autonomo, che regola le funzioni vitali dell’organismo. Il training autogeno, infatti, insegna a modificare volontariamente queste funzioni, come il battito cardiaco, la respirazione, la pressione sanguigna, la temperatura corporea e il tono muscolare. In questo modo, si riduce lo stress e l’ansia, che sono tra le principali cause dell’insonnia. Inoltre, si favorisce il rilassamento muscolare, che è una condizione indispensabile per addormentarsi facilmente e dormire bene.

Sul piano mentale, il training autogeno agisce sulle emozioni e sui pensieri, che influenzano il sonno in modo significativo. Il training autogeno, infatti, insegna a concentrarsi sulle sensazioni corporee, e a distogliere l’attenzione dalle preoccupazioni e dai problemi quotidiani. In questo modo, si crea una condizione di calma e di serenità, che facilita l’addormentamento e previene i risvegli notturni. Inoltre, si rinforza la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, che è un fattore importante per il benessere psicologico.

Il training autogeno, quindi, è una tecnica efficace per il sonno, perché permette di raggiungere uno stato di rilassamento psicofisico, che è la base per un sonno di qualità.

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