Il test del marshmallow è una celebre prova per bambini, volta a misurarne l’autocontrollo. Secondo vari studi che si sono susseguiti nel tempo, però, può anche aiutare a prevedere quanto successo avrà una persona nel corso della sua vita futura. L’autocontrollo, nella sua forma assertiva, è un’arma potente. Ci permette infatti di raggiungere i nostri obiettivi e, simultaneamente, di controllare i nostri impulsi. Ci consente di programmare, capire che non tutto può essere raggiunto con facilità, ma che resta comunque importante lavorare per ciò che si desidera. La capacità di utilizzare l’autocontrollo ci aiuta a definire quando sia meglio aspettare e quando è invece il caso di agire. Il test del marshmallow ha analizzato la capacita di posticipare una gratificazione, in altre parole, di riuscire a gestire un impulso attraverso l’autocontrollo, e ha evidenziato quali implicazioni abbia questa capacità nello sviluppo di una persona.
Come funziona il test del marshmallow
Il test del marshmallow è estremamente semplice. Si presenta un marshmallow, una caramella morbida e gommosa, molto dolce, a un bambino e gli si dice che può mangiarlo subito, se così desidera. Qualora aspettasse 15 minuti senza farlo, però, potrebbe averne un altro e mangiarne due. A questo punto si lascia al piccolo la decisione e si registra il suo comportamento. L’esperimento è nato nel 1982, nelle aule dell’Università di Stanford. Lo psicologo Walter Mischel lo portò avanti su bambini in età prescolare. Questi venivano lasciati soli in una stanza con la loro tentazione, alla quale potevano arrendersi suonando un campanello e gustando il marshmallow. Nell’ambiente vi erano però anche altri giochi e strategie che potevano distrarli, durante l’attesa. Realizzando uno studio approfondito e longitudinale, Mischel scoprì che esisteva una correlazione tra il numero di secondi attesi da ogni bambino e il punteggio dei test di ammissione al college.
La semplice scelta di resistere 15 minuti era connessa a una migliore capacità di sopportare frustrazione e stress da adulti. Chi sapeva pazientare, sviluppava inoltre un’autostima migliore. In questo senso ipotizzò due sistemi decisionali. Uno, chiamato caldo e collegato al sistema limbico, di cui ci serviamo quando prendiamo decisioni impulsive e l’altro, freddo, ancorato a quello cognitivo e collegato alla corteccia prefrontale. Attivare il sistema cognitivo ci consente di resistere meglio alle tentazioni. Impiegando strategie diverse, di distrazione e autocontrollo, siamo in grado di trasformare gli stimoli attraenti in qualcosa di più gestibile. Ciò grazie all’impiego della forza di volontà e all’utilizzo della corteccia prefrontale.
La gratificazione differita
Il test del marshmallow misura la sensibilità di una persona alla gratificazione differita ed è una ricerca che rientra nell’insieme degli studi da cui si è sviluppata la teoria del comportamentismo, che vede nei modi di comportarsi delle espressioni della psiche umana. La gratificazione differita si definisce come la capacità di scegliere, e preferire, una ricompensa maggiore, anche se ciò significa attendere più tempo. In altre parole, si tratta di mostrare autocontrollo nell’accettare un piccolo sacrificio qui e ora, nel presente, favorendo una visione a lungo termine che permetterà di ricevere maggiori benefici, ma soltanto nel futuro. Il test del marshmallow è assolutamente indicativo di come il soggetto si approccia al suo autocontrollo e di quanto rocciosa sia la sua forza di volontà.
Il test del marshmallow come indice di autocontrollo e forza di volontà
L’autocontrollo e la gratificazione differita, a quanto ci dice il test del marshmallow, ci rendono più facile la via verso la felicità e rendono la nostra vita più stabile. Non solo ci permettono infatti di trarre maggiore gratificazione, chiedendoci soltanto di aspettare, bensì ci insegnano anche che, non di rado, vale la pena di attendere. In fin dei conti, molto raramente nella vita si fa esperienza di una gratificazione immediata. È importante spiegare ai bambini questo concetto, affinché capiscano che il cammino terreno non è fatto di successi subito evidenti. Difficilmente è possibile avere tutto e subito. Occorre essere costanti, motivati, saper aspettare, piantare un seme e, soltanto in un secondo momento, vedere i risultati ottenuti nel tempo, dopo essersene presi cura.
Favorire fin dalla tenera età l’autocontrollo e stimolare una forza di volontà ferrea e più forte di ogni tentazione, a sfavore dell’impulsività e dell’immediatezza, può aiutarci a ottenere migliori risultati. L’autocontrollo è una dote con una forte componente genetica, ma si può allenare e migliorare con il tempo. Alcuni anni dopo l’esperimento di Walter Mischel, basato su un campione di bambino con età compresa tra i 4 e i 6 anni, Marta Bialecka-Pikul ha ripetuto il test. Prima su bambini di 18 mesi e poi di 24. I risultati di questa prova misero in risalto come tra i bimbi di 18 mesi solo il 23% resisteva alla tentazione. Tra quelli di 24, invece, la percentuale saliva al 55%. Molti bambini che avevano ceduto alla tentazione la prima volta, nella seconda prova riuscivano ad aspettare la gratificazione. Crescendo, avevano sviluppato una migliore resistenza. L’autocontrollo e la forza di volontà sono pertanto abilità che si possono sviluppare e allenare.
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