Quando parliamo di stili di apprendimento ci riferiamo alle modalità, del tutto personali, di comprendere, elaborare e fare proprie le informazioni provenienti dall’esterno. Tipicamente, si tratta di un concetto legato al mondo della formazione e dell’apprendimento. Ogni studente, e ogni persona, possiede un proprio approccio allo studio. Non solo. Ciascuno di noi ha anche un proprio modo di apprendere istruzioni e acquisire nuove abilità. All’interno di ogni classe, oppure di ogni gruppo di lavoro, vi saranno tanti stili di apprendimento quante persone. Per tenere una docenza ottimale, ogni professore dovrebbe adottare uno stile di insegnamento capace di arrivare a tutti gli studenti. Naturalmente, ciò non è sempre possibile. Chi insegna tende a privilegiare un approccio consono al suo stesso stile di apprendimento.
Come acquisiamo le informazioni: gli stili di apprendimento
Esternare informazioni secondo il nostro stile di apprendimento faciliterà molto la comprensione di chi sia dotato degli stessi stili di apprendimento, ma potrebbe complicarla a chi sia più distante da essi. Ciò si deve al fatto che ognuno di noi recepisce ed elabora pensieri e concetti in maniera diversa. Non serve essere luminari per concordare con questa affermazione. Si pensi semplicemente alle preferenze spaziali e temporali degli studenti. Prendiamo una classe campione in cui i ragazzi hanno tutti la stessa età e sono chiamati a preparare la stessa verifica. Qualcuno studierà immediatamente dopo il rientro a casa, qualcuno in serata; i più lungimiranti inizieranno a prepararsi per tempo mentre i più superficiali faranno un unico, lungo pomeriggio di preparazione il giorno prima della prova. Ci sarà chi porterà i libri in biblioteca e ripasserà sui tavoli pubblici e chi resterà a casa, magari steso sul letto, ripetendo a voce alta.
Queste preferenze sono spesso innate, dipendenti dalla singola persona, ma possono modificarsi nel corso del tempo, a causa dell’influsso di compagni e formatori. Molto dipende anche dai canali sensoriali che il docente sarà bravo a solleticare. Se stimolerà la riflessione e il confronto, potrebbe sviluppare il tratto dello studio comune nella sua classe; se invece si mostrerà inflessibile sulle date e terrà interrogazioni meno verbose, a mò di schema, susciterà probabilmente uno studio più individuale e focalizzato sui testi. Gli stili di apprendimento sono personali, ma non univoci.
Quattro canali di apprendimento
L’apprendimento passa per quattro differenti canali, i quali originano quattro differenti modi, o stili, per recepire e comprendere messaggi oppure informazioni:
- canale verbale e visivo: si tratta del più utilizzato, nella dimensione scolastica e non solo. Prevede che l’apprendimento si basi principalmente su lettura e scrittura. È il livello dell’insegnamento tradizionale, se così vogliamo definirlo.
- Canale iconografico: sta alla base del popolare concetto di visual learning. Predilige materiali disegnati quali immagini, disegni, fotografie, grafici, diagrammi, mappe concettuali, illustrazioni, slide multimediali, diapositive e così via.
- Canale uditivo, focalizzato sull’ascolto. Lo studente viene coinvolto direttamente e diviene elemento attivo nell’insegnamento: gli si chiede di prendere parte a lavori di gruppo e discussioni collettive.
- Canale cinestetico: tipico degli istituti scolastici a indirizzo tecnico e professionale ma sempre più diffuso anche in altre scuole. Dedica molto tempo alle attività pratiche secondo il principio del learning by doing, ovvero facendo si impara.
Per ognuno di questi stili di apprendimento esistono strategie specifiche. Generalmente, chi predilige stile e canale verbale e visivo sarà spinto a prendere appunti con una sola penna mentre chi sfrutta quello iconografico potrebbe evidenziare le parole sul testo di riferimento con diversi colori, a seconda dell’ordine di importanza che attribuisce a ciascun passaggio.
Stili di apprendimento e stili cognitivi
Gli stili di apprendimento presuppongono l’esistenza di stili cognitivi. Con questo termine indichiamo le modalità con cui uno studente, o una persona, elabora l’informazione una volta che l’abbia recepita e interiorizzata. Siamo infatti a conoscenza di differenti procedure razionali, messe in atto per capire i concetti ed essere in grado di riferirli nuovamente oppure metterli in pratica. Queste sono, con ogni probabilità, strettamente legate agli stili di apprendimento. L’accoppiata stile di apprendimento più stile cognitivo è quella che ci permette di assimilare le informazioni, sviscerarne i dettagli, coglierne gli aspetti più importanti e organizzarli nella cassettiera della nostra mente. Anche gli stili cognitivi sono quattro: analitico, intuitivo, sistematico e riflessivo.
Il formatore non deve più limitarsi a tramandare il sapere, come se stesse riempiendo un sacco vuoto. È necessario che favorisca, stimoli e accompagni il processo di scoperta e apprendimento del suo corsista. Un bravo insegnante dovrebbe avere sufficiente padronanza della sua materia per riuscire a individuare il canale, o i canali, più adatto a veicolare il suo messaggio. Gli stili di apprendimento non sono gerarchici, non ve n’è uno migliore degli altri. Per diffondere i contenuti al meglio e consentirne una facile assimilazione, sarebbe bene sfruttarli tutti.
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