Gli spazi liminali, detti anche luoghi liminali, sono intervalli e periodi di sospensione tra una condizione e l’altra. Si tratta dunque di ambienti di transizione. L’etimologia è latina e deriva da limen, il termine utilizzato dagli antichi per descrivere la soglia. Gli spazi liminali rivestono una considerevole importanza in psicologia. Sono infatti territori largamente inesplorati, posizionati tra veglia e sonno o altre condizioni differenti, spesso tanto lontane tra loro da essere diametralmente opposte. Per spiegare il concetto con la maggior chiarezza espositiva possibile, lo sviscereremo proprio analizzando il limen che separe sonno e veglia, un periodo che viviamo spesso con poca coscienza ma che riveste grande importanza per la psicologia, dal momento che è un’area di transizione abituale ed esplorata da chiunque di noi. Si tratta dell’unica dimensione nella quale si possa fare esperienza del sogno liminale.
Spazi liminali come zone di frontiera
Possiamo considerare il sogno liminale come una particolare visualizzazione onirica. Generalmente, si verifica durante le fasi di transizione tra lo stato di coscienza vigile e quello di riposo. Si tratta di un’esperienza vorticosa. Il luogo fisico dove essa ha origine e si verifica è collocato ai margini della nostra mente. Questa condizione di confine, nota proprio come liminalità, rappresenta un terreno fertile per l’esplorazione dell’immaginazione. Qui si generano insolite connessioni. Durante l’esperienza del sogno liminale, la coscienza vaga. Nel suo girovagare, essa finisce a mescolare ricordi, pensieri e immagini visionarie. È un mondo in cui le logiche convenzionali vengono sfidate e sconfitte. Trattenendosi sul limen tra uno stato e l’altro, la mente è libera di spaziare indisturbata. Si tratta di un’esperienza di frontiera, se così vogliamo definirla. Qui si incontrano gli aspetti più reconditi della nostra psiche.
Fasi del sonno e sogno liminale

Il sogno liminale, diversamente da quello tradizionale, di cui si fa esperienza durante la fase REM, si compone di due fasi. La prima è detta ipnagogia, mentre la seconda ipnopompia.
- La prima delle due rappresenta lo stato di transizione verso il sonno. Questa fase, proprio come l’altra, si caratterizza per un flusso costante e mutevole di pensieri, immagini e sensazioni. Durante l’ipnagogia, quando ci stiamo addormentando, o ci troviamo in uno stato di sonnolenza, la mente sperimenta tipicamente una sorta di allucinazione da stanchezza. È come se i confini tra la realtà e l’immaginazione si confondessero. Questo genera visioni vivide, eppure molto strane. È in questa fase che possiamo percepire volti inquietanti, sentire suoni sconosciuti o sperimentare la sensazione di cadere improvvisamente. L’ipnagogia si può inoltre manifestare durante momenti di rilassamento estremo.
- L’ipnopompia, al contrario, si verifica al risveglio. Indica proprio la fase di passaggio tra sonno e veglia, quando si effettua la transizione dal primo nella seconda. Mentre la mente si riprende – gradualmente – dalla sonnolenza, si sperimenta non di rado una sorta di fluttuazione tra il sogno e la realtà. Ci si rende conto che qualcosa iniziato come un semplice pensiero è mutato e si è trasformato in sogno. È come se la memoria fosse divenuta una storia. C’è consapevolezza del fatto che la mente non sia completamente sveglia ma c’è anche il piacere di sentirsi ancora in rilassamento, all’interno di un mondo soltanto nostro, dove conviviamo con il sogno e la sua piacevole illusione.
Il sogno liminale ci concede la possibilità di fare esperienza del sogno e della realtà in maniera nuova. Non si tratta infatti di immaginare qualcosa mentre siamo lucidi oppure di sognarla mentre dormiamo un sonno di fase profonda. Gli spazi liminali ci fanno percepire e comprendere la realtà in un modo completamente nuovo e differente.
Benefici e applicazioni degli spazi liminali
Possiamo pensare agli spazi liminali come a una porta aperta verso il vuoto. La loro esplorazione apre nuovi orizzonti e può favorire lo sviluppo personale. Transitando attraverso questa soglia siamo in grado di raggiungere una maggiore consapevolezza di noi stessi. Tra i benefici che possiamo raggiungere vivendo in maniera aperta, e con curiosità gli spazi liminali e il sogno, troviamo i seguenti:
- creatività amplificata: lo spazio liminale è una vera e propria officina creativa. Qui la mente può liberamente esplorare e sperimentare. In questo ambiente mal definito si trova ispirazione da vendere, per l’arte quanto per la scrittura e per la musica quanto per ogni altra forma di espressione creativa. Gli spunti disponibili presso il limen sono originali e inaspettati;
- risoluzione dei problemi. Abbiamo un modo preciso e razionale, da svegli, di affrontare le sfide quotidiane. Non sempre, però, il nostro approccio si rivela vincente. Gli spazi liminali, e in particolare il sogno, possono fornirci un punto di vista completamente differente;
- esplorazione della psiche. All’interno della nostra liminalità possiamo esplorare i meandri della psiche anche se non siamo psicologi. Osservando simboli, emozioni e temi ricorrenti scopriamo aspetti nascosti della nostra personalità e lavoriamo sul nostro sviluppo interiore;
- metacognizione: in continuità con quanto appena scritto, aggiungiamo che il sogno liminale ci fornisce consapevolezza dei nostri processi cognitivi. Nello spazio liminale assumiamo il punto di vista di una persona terza e ci sediamo a osservare i nostri pensieri, le nostre sensazioni e le immagini mentali generate dalla psiche;
- potenziale terapeutico. Naturalmente, la psicoterapia può acquisire la risposta a domande profonde guadagnandosi l’accesso alla liminalità di un paziente. Il sogno liminale è come una finestra, dalla quale affacciarsi su emozioni represse, desideri reconditi o traumi non elaborati.
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