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Social sharing in psicologia: da cosa nasce il nostro bisogno di condividere?

Il fenomeno del social sharing, o condivisione sociale, ha radici profonde nella psicologia umana. Questo comportamento non solo favorisce la coesione sociale, ma ha anche implicazioni significative per il benessere individuale.
Sin dai tempi antichi, gli esseri umani hanno sentito il bisogno di condividere esperienze, emozioni e informazioni con gli altri.
Nel contesto contemporaneo, il social sharing ha trovato una nuova dimensione attraverso i social media, piattaforme che hanno rivoluzionato il modo in cui comunichiamo e condividiamo.
In questo articolo esploreremo brevemente le motivazioni psicologiche alla base del nostro bisogno di condividere e analizzeremo come i social media abbiano amplificato e trasformato questo comportamento.

Le radici psicologiche del social sharing

L’essere umano è, per natura, un animale sociale che cerca costantemente connessioni con gli altri.
È proprio la capacità e la necessità dell’essere umano di condividere informazioni con gli altri ad aver favorito la sua sopravvivenza ed evoluzione come specie. Tale caratteristica sociale, infatti, ha permesso di compensare l’uno alle necessità dell’altro e far tesoro delle informazioni ricevute per gestire emergenze, pericoli e situazioni di ogni genere.
La condivisione è ciò che ha permesso all’uomo di fare gruppo fin dall’alba dei tempi e di costruire realtà sociali stanziali e strutturate!

Se è vero che la sopravvivenza non è di certo più alla base della necessità di condivisione dell’essere umano, è anche vero che nel trascorrere dei millenni non è mai venuto a mancare il bisogno tipicamente umano di appartenenza. Questo bisogno è ancora oggi uno dei motivi principali alla base della necessità di condividere pensieri, emozioni e informazioni con l’altro.
La condivisione di esperienze e sentimenti aiuta infatti a rafforzare i legami sociali e a creare un senso di comunità. Questo bisogno di appartenenza è stato studiato da molti psicologi, tra cui Abraham Maslow, che lo ha incluso nella sua famosa gerarchia dei bisogni.

amiche guardano i social media insieme
Il social sharing è un comportamento profondamente radicato nella psicologia umana, motivato da bisogni di appartenenza, regolazione emotiva, convalida sociale e costruzione dell’identità. Nell’era dei social media, questo bisogno è stato amplificato e trasformato, offrendo nuove opportunità e sfide.

Il Social Sharing nell’era dei social media

Con l’avvento dei social media, il social sharing ha subito una trasformazione radicale.
Piattaforme come Facebook, Instagram, Twitter e TikTok hanno reso la condivisione più immediata, accessibile e visibile a un vasto pubblico.
Questi strumenti digitali hanno amplificato le motivazioni psicologiche alla base della condivisione, introducendo nuovi elementi e dinamiche.
Nell’era dei social media, le persone selezionano attentamente cosa condividere per essere certe di presentare la versione idealizzata di se stesse che desiderano.
Questo può portare a una disconnessione tra la realtà e l’immagine proiettata, oltre a generare pressioni per mantenere una facciata perfetta.

Convalida sociale e gestione delle emozioni

La ricerca di convalida è un altro potente driver del social sharing soprattutto nel mondo dei social media.
Quando condividiamo qualcosa sui social media, spesso speriamo di ricevere approvazione sotto forma di “mi piace”, commenti e condivisioni che sono diventati metriche di successo sociale tali da influenzare profondamente l’autostima e il benessere emotivo. In caso di feedback positivo, questo agisce come un rinforzo, incrementando l’autostima e il senso di valore personale.
La convalida sociale non solo ci fa sentire accettati, ma può anche influenzare il nostro senso di identità e autopercezione.

Inoltre, condividere emozioni, soprattutto quelle negative, può essere un modo efficace per gestirle.
La psicologia del social sharing suggerisce che esprimere i propri sentimenti può aiutare a ridurre lo stress e l’ansia. Parlare di un evento traumatico o di una giornata difficile con amici o follower può fornire supporto emotivo e permettere di vedere la situazione da diverse prospettive, facilitando il processo di coping.

Nonostante la natura superficiale di alcune interazioni sui social media, molte persone utilizzano queste piattaforme per cercare connessioni autentiche. I gruppi online, le community e le reti di supporto possono offrire spazi per la condivisione sincera e il supporto reciproco, dimostrando che i social media possono anche essere utilizzati in modo costruttivo.

Implicazioni e rischi del Social Sharing

Un fenomeno unico dei social media è la possibilità della condivisione virale. Contenuti che risuonano con un vasto pubblico possono diffondersi rapidamente, raggiungendo milioni di persone. Questo non solo soddisfa il bisogno di visibilità, ma può anche avere un impatto significativo sulla società, influenzando opinioni pubbliche, movimenti sociali e persino decisioni politiche.

Il social sharing comporta numerosi rischi: condividere dettagli personali online può esporre a critiche, giudizi negativi e, in alcuni casi, cyberbullismo.
La vulnerabilità derivante dall’apertura online può avere conseguenze negative sulla salute mentale, portando a stress e ansia. È importante trovare un equilibrio tra la condivisione autentica e la protezione della propria privacy.

Un altro rischio è la potenziale distorsione della realtà. Le persone tendono a condividere momenti positivi e successi, creando una versione idealizzata della propria vita. Questo può portare a confronti sociali dannosi, dove gli individui si sentono inadeguati rispetto alle immagini perfette che vedono online. Essere consapevoli di questa dinamica può aiutare a mitigare gli effetti negativi del confronto sociale.

Comprendere le motivazioni alla base della condivisione e l’impatto delle nuove tecnologie è essenziale per navigare il complesso panorama delle interazioni sociali contemporanee e promuovere un uso sano e consapevole dei social media.

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