Rimane la speranza
Arch. Andrea Bosio
Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche e preoccupazioni di sorta e gli uomini erano, così come gli dei, immortali.
Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale, simile ad un deserto, finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza e il mondo riprese a vivere.
Queste parole risuonano oggi più che mai decisamente familiari. Lo scenario con cui siamo abituati a confrontarci ormai da tempo è stato improvvisamente modificato da fattori di portata globale difficili da comprendere. Questi, spero solo per qualche mese, daranno un grande scossone su vari livelli alle nostre vite, rivoluzionando le nostre care abitudini affinate ed acquisite in tanti anni di ripetute azioni quotidiane e che a lungo e silenziosamente ci hanno garantito una grande sicurezza configurando le nostre vite come qualcosa di definito e per lo più prevedibile.
I cambiamenti che sono repentinamente avvenuti in questi giorni possono apparire come difficili e spaesanti proprio perchè ci conducono verso un orizzonte a noi nuovo e poco chiaro.
Molti incontreranno rabbia, ansia e solitudine ma solo per poterle superare e scoprirsi migliori di prima.
Oggi e per i prossimi giorni a venire la sfida per ognuno di noi – oltre a quella di fare tutto il possibile per contrastare e debellare questa nuova minaccia virale – è quella di prendersi cura di noi stessi al meglio ed in particolare di coltivare proprio quel sentimento di speranza e di sicurezza, essenziale per sopravvivere soprattutto nei momenti più complessi.
La speranza ha origini misteriose. Le sue radici si confondono con i suoi rami e attingono quell’energia magica di cui è composta dall’infinito. La speranza è il viaggio nel tempo. La speranza stessa viaggia nel tempo. Si fa strada verso il futuro attraversando noi stessi. Pervade il nostro corpo attraverso emozioni positive e le nostre menti offrendoci nuovi sogni e nuove idee.
Potremmo dire che la speranza è uno strumento o potremmo dire che siamo noi lo strumento della speranza stessa. Avremmo comunque ragione.
In uno scenario di repentino cambiamento come quello odierno, ove molte delle nostre abituali certezze vengono messe a dura prova, la sfida per ognuno di noi è proprio quella di ricreare un ordine personale, proprio per mantenere quello stato interiore, centrato, calmo e sereno da cui germoglia la speranza fonte di vita e di energia creativa a cui siamo abituati ad attingere nel quotidiano.
La speranza è un vento che si impara a riconoscere e sfruttare solo mettendosi in gioco. Provando e dandoci la possibilità di sbagliare inneschiamo un processo di auto apprendimento che ci rende capaci di destreggiarci sempre meglio anche nelle difficoltà, quando il vento cambia direzione.
Tra tutte le nostre idee andranno selezionate e perseguite quelle che riteniamo utili e degne di essere messe a disposizione del mondo esteriore e che, a nostro dire, possono avere un impatto positivo su di noi e sulla nostra sfera d’influenza esterna.
L’unico modo per avere successo in questa pratica è iniziare.
E’ il viaggio del marinaio, che anche attraverso la tempesta, cerca e trova immancabilmente il vento più favorevole, accogliendolo con le vele della propria imbarcazione agendo con perizia sulle scotte, per aggiustare la proprio rotta.
Il gioco in questo prossimo futuro consisterà nel compiere delle scelte. probabilmente in numero maggiore e più velocemente rispetto a quanto siamo abituati a fare.
Và imbastito un nuovo ritmo per le nostre nuove giornate: per almeno un mese ognuno di noi può provare a Creare.
Creare qui va inteso come “dare forma ad un’idea con ferma speranza”.
Creare per il proprio benessere e per quello del vicino… o del lontano connesso a Facebook.
Ora, molti, pensando alla parola Creare avranno in mente come prime suggestioni attività manuali e artistiche come dipingere, lavorare la creta o fare del bricolage. Sono attività bellissime ed utilissime, certo, ma Creare è un termine adatto anche ad attività appartenenti ad altri settori. Fare la lavatrice, fare il letto, lavarsi le mani, fare esercizio fisico; a volte sono piuttosto del “non fare”: non mangiare fuori dai pasti, non premere il tasto posponi della sveglia la mattina, imparare a convivere col silenzio o chiamare qualcuno per sentirci rincuorati.
Queste, sono tutte attività che prendono forma a partire da un’ispirazione e che possono essere messe in scena grazie al nostro consenso per il nostro benessere e per costruire le solide basi su cui impostare le nostre prossime azioni.
E si può percepire che, in modo totalmente armonico con le mutazioni del contesto, molte persone hanno già iniziato a dare libertà alla propria creatività. Soprattutto attraverso i social-network, seconda finestra sul mondo e attualmente grande risorsa per mantenere attive le connessioni tra i cittadini, si ci imbatte quotidianamente.
Manteniamoci attivi e connessi, ma soprattutto come diceva il grande designer Charles Eames “Take your pleasure seriously!”.