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Ricatto emotivo: strategie per riconoscerlo e difendersi

Il ricatto emotivo è una forma piuttosto subdola di manipolazione psicologica. Si annida nelle relazioni interpersonali e danneggia profondamente le persone coinvolte, sia nel loro benessere emotivo sia nella psiche. Quel che lo rende più insopportabile è che a farne uso sono principalmente soggetti a noi vicini, che spesso ci sono molto cari. I meccanismi di questo ricatto sono infidi e questa forma di controllo psicologica è spesso molto legante: arriva a creare un cappio dal quale difficilmente ci si riesce a liberare. Come possiamo riconoscere un ricattatore emotivo e in che maniera possiamo sfuggire al suo tentativo di soggiogarci?

Il ricatto emotivo

Ricatto emotivo: una coppia al tavolo
Il ricatto emotivo è una forma subdola di manipolazione psicologica

Il ricatto emotivo è una forma di manipolazione psicologica. Si contraddistingue per essere particolarmente insidiosa. È basata su minacce, dirette o indirette, al fine di ottenere da qualcuno determinati comportamenti o decisioni. Il ricattatore è una specie di burattinaio che vuole plasmare il nostro modo di essere o agire secondo un suo specifico interesse. Un ricatto di questo genere è spesso utilizzato da individui che hanno una relazione stretta con la vittima: partner, genitori, amici o bambini. L’obiettivo di tutte queste persone è, semplicemente, ottenere ciò che desiderano. Il ricatto emotivo può mettere in pericolo la salute mentale e l’equilibrio psicologico della vittima, spingendola a compiere scelte che altrimenti non considererebbe.

Perché il ricatto emotivo funzioni, il ricattatore deve conoscere bene la propria vittima, a cominciare dalle sue debolezze e paure profonde. Facendo leva su queste vulnerabilità può costringerla a conformarsi alle sue aspettative o richieste. Il processo manipolativo può spingersi fino a far dubitare la vittima della propria percezione della realtà, inducendola a sentirsi colpevole e inadeguata. Si tratta naturalmente del caso peggiore, ma non di rado si arriva fino a questo punto. A causa della complessità delle dinamiche coinvolte, questa forma di ricatto può essere difficile da riconoscere. Non a caso, nell’introduzione abbiamo usato l’aggettivo subdolo. Chi ricatta, spesso, agisce con affetto e amore, come tipicamente fa una madre nei confronti dei propri figli. Ciò rende complicata la distinzione dell’abuso psicologico che si cela dietro ad azioni apparentemente premurose.

L’identikit del ricattatore

Il ricatto emotivo può manifestarsi in numerose forme. Ognuna di queste implica diverse strategie e obiettivi. Queste sono generalmente subordinate al fine o scopo ultimo del ricattatore. Per incorniciare ogni situazione con cognizione di causa è stato stilato un elenco di caratteristiche del ricattatore. Questa figura può essere una – o più – tra cinque tipologie principali:

  • il punitivo. Questo individuo è chiaro e diretto. Specifica fin da subito le proprie intenzioni. Comunica apertamente alla vittima ciò che desidera e minaccia di infliggere conseguenze negative, qualora le sue richieste non siano soddisfatte. Possono basare la loro richiesta su uno scambio: fai questo per me che faccio questo per te.
  • L’autopunitivo. Questa categoria utilizza strategie più sottili. Fa leva sulla compassione e cerca di far sentire la vittima responsabile del benessere, o malessere, emotivo del ricattatore. Minaccia di star male o afferma che si farà del male se la vittima non farà quanto desidera. Questo ricattatore può provocare sensi di colpa intensi e costringere chi viene attaccato ad adattarsi, fino a cedere, alle richieste, per paura di causare sofferenza e dolore.
  • La vittima. A differenza degli altri ricattatori, questo, o questa, non minaccia direttamente. Alla stessa maniera, non parla di autolesionismo. Tuttavia comunica in modo inequivocabile che se le sua richiesta non sarà esaudita, soffrirà. La colpa di questa sofferenza ricadrà interamente sulla vittima del ricatto. Quest’ultima, anche in questo caso, accetterà di buon grado le richieste, allo scopo di evitare di causare dolore al ricattatore.
  • Il seduttore. Probabilmente la tipologia più subdola, si manifesta soprattutto tra i narcisisti. Promette cose positive e incoraggia la vittima a condiscendere alle sue richieste, ma poi chiarisce che non otterrà nulla, a meno che non faccia quanto desiderato dal ricattatore. Sostiene di aver fatto sacrifici e aver rinunciato a molto per soddisfare i desideri della vittima.
  • Chi ricorre al gaslighting. Ricattatore difficile da identificare, proprio come la forma di ricatto che mette in atto. Tutte le strategie messe in campo sono volte a far dubitare la vittima delle proprie capacità mentali, distorcendo la realtà in modo che non possa comprendere veramente cosa sta accadendo. Ad esempio, si possono inventare falsi ricordi al fine di incolpare la vittima di comportamenti che, in realtà, essa non ha mai tenuto, causando confusione.

Difendersi dal ricatto emotivo

Le forme di ricatto emotivo possono dunque essere svariate, e non è sempre facile distinguerle. Variano infatti in base alla situazione specifica e alle persone coinvolte. È necessario imparare a riconoscere i segnali. Prestiamo attenzione tanto ai comportamenti del ricattatore quanto alle nostre reazioni emotive. Se si iniziano a sperimentare emozioni come senso di colpafrustrazioneirrequietezza, in risposta alle richieste, si è molto probabilmente vittima di manipolazione. La nostra psiche è infatti in grado di cogliere questo disagio e avvertirci, se così vogliamo dire.

Mantenere un atteggiamento passivo, ma sempre assertivo, aiuta a proteggersi. È bene evitare di negare completamente le richieste del manipolatore, rinunciando ad accettare tutto quello che viene chiesto. Sarebbe poi bene analizzare le possibili conseguenze prima di scegliere se agire o meno. Qualora sia possibile intavolare un dialogo, la vittima può esprimere le proprie esigenze e limiti in modo chiaro e rispettoso. Un altro passo fondamentale nella difesa è la conoscenza di sé: riflettere sui propri bisogni, desideri e limiti aiuta a non cadere nelle trappole dei manipolatori. Autostima e autoconsapevolezza ci rendono più forti e meno inclini a cedere al ricatto emotivo. Riconoscersi vittima di un ricattatore richiede coraggio, ma è essenziale. Solo dopo aver intrapreso questo passo si può ripristinare il proprio benessere psicologico.

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