Il riposo notturno, secondo gli esperti del settore, è fondamentale per l’equilibrio del nostro corpo, a livello fisico, ma soprattutto psichico. Non è molto semplice definire il numero esatto delle ore di sonno necessarie al completamento del riposo cerebrale per ognuno di noi, ma è emerso che per alcune persone bastano dalle 5 alle 6 ore, per altre 7 o 8 ore e, solo per alcuni casi specifici, si parla delle 9 o 10 ore. I disturbi legati a questo fenomeno sono differenti: tra i più comuni e facilmente riconoscibili vi sono la perdita di memoria e di attenzione con conseguente aumento di irritabilità e alterazione degli stati emotivi e depressivi. In alcuni casi è stato reso noto un collegamento considerevole tra la mancanza di sonno e l’insorgere di problemi più fisici relativi allo sviluppo di malattie cardiovascolari, per esempio, o del diabete. Laddove i disturbi diventino più frequenti fino a creare uno scompenso cerebrale, si rischia di sfociare nell’insonnia che, a sua volta, può essere definita iniziale, centrale e terminale, a seconda dello stadio di rappresentazione.
È di vitale importanza riposare bene e ricaricare il nostro organismo attraverso un passaggio cerebrale dallo stato di sonno REM a quello NON-REM, che ha il compito di rinforzare le nostre capacità cognitive ed eliminare le tossine che si accumulano nel nostro cervello a causa delle memorie inutili, come la proteina beta amiloide che è strettamente collegata all’invecchiamento e al disturbo dell’Alzheimer.
A confermare quanto riportato ci pensa la Dott.ssa Alessandra Devoto, esperta in Medicina del Sonno, con il titolo conferito dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) e membro sia del Registro internazionale di specialisti nel Trattamento Cognitivo-comportamentale delle insonnie-CBT-I Roster- che della Società scientifica europea di ricerca sul sonno European Sleep Research Society (ESRS), la quale si occupa di approfondire la ricerca sul trattamento psicologico e farmacologico nella cura per l’insonnia, in particolar modo.