
45 anni fa, mi trovavo a Trieste. Ci venivo spesso, per partecipare alla Ricerca del CNR dal titolo:” Prevenzione delle malattie mentali”, che vedeva coinvolte cinque unità: tre principali, Trieste, Arezzo e Perugia, sede delle…
Stamattina ero in giro con Boè, sulla passeggiata, pieno di turisti ed un clima decisamente estivo. Vedo un giovane uomo che si avvicina e mi saluta calorosamente. È R. ospite di una Comunità qua vicino.…
E' passato poco più di un mese dall'omicidio della psichiatra Barbara Capovani. La mobilitazione che ne è seguita ha avanzato diverse istanze riassumibili in due linee principali: a) la richiesta di un aumento delle risorse…
Non ci sono più i matti di una volta. Cambiando le modalità di comunicazione e la società, sono cambiati anche i modi per esprimere il disagio psichico. Recalcati ci ricorda che i giovani preferiscono nuotare…
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Qualche giorno fa c’è stata una ennesima aggressione ad un insegnante colpita con un pugnale da caccia da un suo alunno di 16 anni, che, dopo essere stato interrogato e rimandato a posto con un…
Non so di che Rems sono... So solo com'è la nostra. Abbiamo aperto a inizio 2017. Allora, tra timore e sfida, tra esperienza e voglia di imparare ancora, paradossalmente avevo le idee più chiare.
Leggendo l’articolo del Prof. Peciccia sull’ intelligenza artificiale, ho pesato di realizzare questa storia, di una pagina, basandomi sia sull’articolo che sul racconto “Ricordiamo per voi” di Philip K. Dick.
L’opera “oltre la tempesta” narra, tramite il medium del fumetto, dell’attività omonima organizzata tra le venticinque strutture dell’ l’intero raggruppamento, durante il periodo del lock down dovuto alla pandemia provocata dal virus Covid 19.
Breve storia basata su un paziente inserito presso la struttura "Villa Perla" (Residenza per Disabili, Ge). Vengono prese in analisi le strategie di comunicazione che l'ospite mette in atto nei confronti degli operatori.
Certo è plausibile, cioè è una possibilità che tra le concause del suicidio ci sia anche un elevato “apporto” della serotonina. La serotonina ha un effetto disinibitorio e in questo senso coloro che assumono questo neurotrasmettitore potrebbero essere più a rischio. Ma cos’è che la serotonina contribuisce a disinibire? Rimango convinto che non è la luce di per sé a fomentare il rischio suicidio, ma semmai la “percezione” della luce. Anche la luce ha un significato, è un simbolo, in fondo, ovviamente. E la primavera è l’inizio di una festa e pare che sotto le feste aumenti la propensione umana a togliersi la vita, quantomeno in certe contrade del mondo capitalistico occidentale.
Con la festa si celebra la bellezza nelle sue varie forme. Con la festa si “gioisce” della gioia della natura, di un incontro, di un successo personale, dei “beni” di cui godiamo. Insomma, andiamo in discoteca per divertirci. Non per gioire. Voglio dire che divertirsi e gioire non sono esattamente la stessa cosa.
Forse alcuni di noi hanno il timore o la convinzione più o meno fondata di non poter “gioire” di tanta bellezza e questa impressione si fa più ostinata probabilmente quando la bellezza sembra esploderti tutta intorno. Davvero sfacciata! Con le sue promesse di futuro, i suoi profumi, le sue immagini. O forse c’è soltanto la percezione di non poter condividere questa gioia con qualcuno. Io nella luce del sole ci vedo il “desiderio” (di “gioia”) spasmodico e puntualmente frustrato (per varie motivazioni) di talune persone. Più questa gioia sembra a portata di mano e più questa gioia ti sembra appannaggio di tutti tranne che di te stesso (la sensazione di una sua maggiore fruibilità e facilità di accesso, si fa più forte in occasione delle ricorrenze canoniche). Una sensazione pervicace, cocciuta di esclusione permanente dalla bellezza della vita e dai suoi tesori, ti prende, allora. Chissà!