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Orbiting in psicologia: spieghiamo il fenomeno che riguarda i social media

In tempi recenti, nell’ambito delle relazioni interpersonali, un termine che ha acquisito una popolarità sempre maggiore è orbiting. Il fenomeno, spesso frustrante, non è sempre noto. Si tratta dell’ennesima parola anglosassone prestata al nostro vocabolario e si colloca tra altre due definizioni provenienti dalla stessa sfera: il ghosting e la situationship. Chi orbita si caratterizza perché mantiene un comportamento ambiguo verso la persona con cui ha, oppure ha avuto, una relazione sentimentale più o meno significativa. Il fenomeno si manifesta attraverso una sparizione graduale dalla vita dell’altro la quale però, a differenza di quanto accada, per esempio, nel ghosting, non è mai completa. Chi se ne rende protagonista resta infatti ancora nella quotidianità del partner, per così definirlo. Lo fa principalmente orbitando, appunto, attorno ai suoi social: mette like alle sue foto, commenta le storie su Instagram e così via.

La malsana pratica relazionale dell’orbiting

Orbiting: un satellite orbita attorno alla Terra
Proprio come un satellite attorno a un corpo celeste, l’orbiter orbita attorno all’interesse amoroso

L’etimologia del termine va ricercata nell’inglese to orbit che, come non è difficile intuire, significa letteralmente orbitare attorno a qualcosa. O a qualcuno, in questo caso specifico. In ambito relazionale, si tratta di un modo di comportarsi odioso e foriero di disagi, che consiste nell’atteggiarsi in modo ambiguo. Chi orbita adotta una comunicazione insufficiente con l’altra parte coinvolta e non è mai chiaro nei suoi confronti, dimostrandosi distaccato e poco convinto di trasformare il rapporto da occasionale a serio. Questo atteggiamento immaturo è favorito dai (non) luoghi presso cui si sviluppa, i quali non sono quasi mai fisici, ma prettamente virtuali. È un modo di interfacciarsi con l’altro tipico di chi vive sui social, sviluppando la propria socialità in ambito digitale. L’orbiter si muove principalmente sulle piattaforme, protetto da uno schermo, e ha poco interesse a spostare il piano della relazione.

Una delle caratteristiche distintive di chi orbita è quella di ignorare sistematicamente ogni tentativo di comunicazione diretta da parte del partner o dell’interesse romantico. Queste persone non mostreranno mai attenzione verso iniziative offline e difficilmente intratterranno comunicazioni dirette. Il loro interesse sarà visibile online, tanto che non mancheranno di mostrare interesse tramite like alle foto, commenti a storie su Instagram o visualizzazione e commento a contenuti pubblici. Chi fa orbiting mantiene una presenza attiva e costante nella vita dell’altro ma lo fa senza mai investire tempo e risorse, orbitando appunto attorno alla sfera privata del partner, o potenziale tale, senza però dedicargli il 100% della sua attenzione. Si capisce bene quanto possa essere frustrante un simile comportamento, per chiunque lo subisca. Una relazione di questo tipo è difficile da definire e si mantiene ambigua e poco chiara.

Psicologia di chi orbita

L’orbiter può arrivare a non prendere mai una posizione definitiva, rifiutandosi di comunicare apertamente le proprie intenzioni. In questa maniera, mantiene l’altra parte all’oscuro dei suoi effettivi desideri, lasciandola confusa e incerta sulle prospettive relazionali. Questa situazione genera rabbia e spaesamento. Un rapporto così assortito è attivo – anche in maniera considerevole – online, ma pressoché inesistente nella vita reale. L’orbiting in psicologia può essere considerato un disturbo. Esso si contraddistingue per una presenza online costante e instancabile nonché per un’assenza offline altrettanto pronunciata. In una relazione contaminata da orbiting si nota la più completa assenza di comunicazione aperta e ciò origina un’altalena emozionale che può generare confusione, ansia o anche stress.

Le conseguenze dell’orbiting per chi lo subisce

L’impatto dell’orbiting può essere davvero significativo sulla salute emotiva e mentale della persona che lo subisce. Naturalmente, le conseguenze possono variare di persona in persona ma, generalmente, si va incontro alle seguenti:

  • frustrazione e confusione. Inevitabilmente, l’ambiguità dell’orbiter trasmette questi stati d’animo. Quando non si riescono a decifrare le intenzioni dell’altro, e non si sa che cosa attendersi, ci si può sentire in bilico tra speranza e sconforto;
  • bassa autostima. Quando si ha a che fare con qualcuno che ci tratta in questa maniera si iniziano ad avere dubbi sulla propria autostima. Ci si può infatti sentire indesiderati e colpevoli, impattando negativamente sulla percezione di noi stessi;
  • ansia e stress. Come anticipato, l’attesa di una possibile ripresa della relazione o di una spiegazione può rivelarsi molto stressante, specialmente nel caso in cui queste non arrivino mai;
  • isolamento sociale. Subire orbiting può generare disperazione, anche ossessiva, verso l’altra persona. Il fatto che continui a dedicarci attenzione per poi sparire, finalmente ricomparire e poi svanire nuovamente, ci incuriosisce, ci fa arrabbiare e, soprattutto, ci attira, dal momento che desideriamo conoscere le ragioni di questo comportamento così strano. Così facendo, potremmo finire per trascurare altri affetti e attività;
  • difficoltà a fidarsi. Questo è un effetto a termine medio-lungo. Chi abbia vissuto l’esperienza dell’orbiting potrebbe diventare più cauto e scettico nel costruire nuovi legami;
  • depressione. I casi più gravi possono causare crisi depressive;
  • perdita di tempo ed energia. Dedicarsi a una relazione con qualcuno che orbita è enormemente stancante. Dedicare attenzione a un simile rapporto sequestra la nostra esistenza, rendendoci incapaci di concentrarci su altri aspetti della vita, perseguendo relazioni più sane e soddisfacenti.
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