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Love addiction inventory: come misurare la dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva è una condizione psicologica sempre più studiata, anche grazie alla crescente attenzione verso le dinamiche relazionali patologiche. Ma come si può misurare una dipendenza che non ha sostanza, ma emozione? In questo contesto si inserisce il Love Addiction Inventory (LAI), uno strumento psicometrico nato per indagare le dimensioni sottese alla dipendenza affettiva e fornire una fotografia accurata del funzionamento relazionale dell’individuo.

Che cos’è la dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva, detta anche love addiction, si caratterizza per un attaccamento eccessivo, spesso disfunzionale, nei confronti del partner. Non si tratta semplicemente di “amare troppo”, ma di sperimentare relazioni in cui il bisogno dell’altro assume tratti compulsivi, con compromissione dell’autonomia personale e una difficoltà significativa nel tollerare la solitudine.

Chi soffre di dipendenza affettiva tende a:

  • provare un bisogno continuo di rassicurazione emotiva;
  • temere l’abbandono in modo pervasivo e invalidante.

Questa condizione può portare a rimanere invischiati in relazioni tossiche o caratterizzate da forti asimmetrie, nelle quali il soggetto dipendente si adatta in modo eccessivo per evitare il distacco, anche a costo della propria dignità o benessere psicologico.

L’esigenza di una misurazione oggettiva

Nel panorama clinico e della ricerca, si è fatta strada l’esigenza di uno strumento in grado di quantificare e descrivere i tratti della dipendenza affettiva con criteri scientifici. A differenza di altre forme di dipendenza, quella affettiva non si manifesta con comportamenti sempre riconoscibili dall’esterno, ma con vissuti interiori spesso contraddittori: idealizzazione, bisogno, paura, vergogna.

Per rispondere a questa esigenza, è stato sviluppato il Love Addiction Inventory, uno strumento costruito sulla base dei principali modelli teorici della dipendenza affettiva, in particolare quelli di stampo cognitivo-comportamentale e psicodinamico.

Cos’è il Love Addiction Inventory (LAI)

Il Love Addiction Inventory è un questionario autosomministrato progettato per identificare i tratti centrali della dipendenza affettiva. Composto da item a risposta multipla, il test indaga sei dimensioni principali:

  1. Paura dell’abbandono – La tendenza a vivere in modo ansioso e ipercontrollante il legame, con forte attivazione di fronte al distacco reale o immaginato.
  2. Idealizzazione del partner – Il bisogno di attribuire al partner qualità superiori alla realtà, anche quando ciò porta a negare segnali di malessere.
  3. Astinenza affettiva – Il vissuto di dolore fisico e psichico sperimentato in assenza del partner o dopo la fine della relazione.
  4. Negazione del sé – L’inclinazione a reprimere i propri bisogni, desideri e limiti pur di mantenere la relazione.
  5. Relazioni seriali – La tendenza a passare rapidamente da una relazione all’altra, spesso senza periodi di elaborazione del distacco.
  6. Compulsività relazionale – L’impulso a ricercare costantemente un legame, anche a fronte di segnali evidenti di incompatibilità o sofferenza.

Un approccio clinico alla diagnosi

Il LAI non rappresenta un test diagnostico in senso stretto, ma uno strumento di screening e approfondimento clinico. Può essere utile in un percorso psicoterapeutico, in fase di valutazione iniziale, o nei contesti di ricerca, per raccogliere dati sistematici sulla presenza di tratti di dipendenza affettiva in diverse popolazioni.

Lo scopo non è etichettare, ma rendere visibile ciò che spesso si muove sotto traccia. Alcuni item, ad esempio, indagano la difficoltà nel dire “no” per paura di essere rifiutati, o il bisogno costante di sapere dove si trovi il partner. Domande semplici che, però, intercettano dinamiche profonde e radicate.

A cosa serve davvero il LAI

L’utilità principale del Love Addiction Inventory è fornire consapevolezza. Molti soggetti che soffrono di dipendenza affettiva non si percepiscono come tali: considerano il loro bisogno d’amore come qualcosa di romantico, nobile, addirittura necessario. Tuttavia, nel tempo, queste modalità generano sofferenza, senso di vuoto e perdita di sé.

Attraverso la somministrazione del LAI è possibile:

  • esplorare le modalità relazionali in modo sistematico;
  • avviare un processo di riflessione su sé stessi e sul proprio modo di amare.

Per i clinici, lo strumento può costituire un valido supporto alla relazione terapeutica, offrendo spunti per lavorare sull’autonomia emotiva, sui modelli di attaccamento e sulla costruzione di confini più sani.

Limiti e prospettive

Come ogni strumento psicometrico, anche il LAI presenta dei limiti. La soggettività nella risposta, la possibilità di desiderabilità sociale e il contesto emotivo al momento della compilazione possono influenzarne l’esito. Inoltre, trattandosi di un costrutto clinico ancora in via di consolidamento, la dipendenza affettiva non è ancora pienamente riconosciuta nei principali manuali diagnostici, come il DSM-5.

Tuttavia, ciò non ne riduce la rilevanza: i dati raccolti tramite il LAI hanno già permesso di evidenziare correlazioni importanti con altre dimensioni psicopatologiche, come l’ansia da separazione, i disturbi di personalità e i tratti di compulsività.

Conclusione: uno strumento per conoscersi

Misurare la dipendenza affettiva non significa ridurre l’amore a un punteggio. Significa, piuttosto, mettere ordine in un’area psichica spesso confusa, contraddittoria, in cui il bisogno dell’altro si intreccia con la paura di non valere nulla senza un legame.

Il Love Addiction Inventory può rappresentare una bussola nella complessa geografia delle relazioni, aiutando a distinguere tra amore e dipendenza, tra desiderio e annullamento, tra legame e prigionia.

Solo conoscendo i propri meccanismi interiori è possibile costruire rapporti più liberi, autentici e reciprocamente nutrienti.

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