L’esperienza di “Casa Sanremo”
A Casa Sanremo da anni arriva la rivista Credere, nessuno ha mai fatto un abbonamento ma forse, trattandosi di un ex convento ci viene inviato come retaggio di un passato ancora presente. Gli ospiti a volte lo ignorano consegnandolo agli operatori, a volte lo sfogliano, ritagliano le immagini per creare dei collages: arte, spunto di riflessione per un colloquio, per il gruppo lettura del venerdì pomeriggio…
Tra le pagine di un numero di Marzo troviamo: Nuova Cucina Organizzata, in un bene confiscato alla camorra, dà lavoro a disabili psichici. Mostriamo che si può scegliere una vita diversa dalla criminalità.
L’attività gruppo cucina nella Comunità Casa Sanremo
Nella Comunità Casa Sanremo il Gruppo Cucina è considerato un importante momento terapeutico e riabilitativo: cucinare significa prendersi un momento di pausa, allontanarsi temporaneamente da tutto quel che circonda, cacciare pensieri ed emozioni negative, per concentrarsi su quello che si sta facendo in quel preciso momento.
Gli ospiti condividono un’esperienza, si confrontano con gli altri e collaborano per raggiungere un obiettivo comune. Il risultato finale si ottiene suddividendosi i ruoli e gli spazi, sperimentando i propri limiti e le proprie abilità, per giungere ad una gratificazione che può avere una valenza relazionale importante: si cucina, si chiacchiera, si ascolta la musica, si ride e si creano momenti di intesa.
I benefici del cucinare insieme
Cucinare può avere la funzione di allentare lo stress, sperimentare un tempo senza ansia, durante il quale viene progettata una ricetta che rappresenta una situazione prevedibile e controllabile con effetti calmanti e rassicuranti.
Condividere quanto si è preparato significa essere generosi verso gli altri e orgogliosi del lavoro fatto: osservare chi gusta la pietanza e magari si congratula apprezzando il tuo impegno, aumenta l’autostima e la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità.
Per questo l’attività del Gruppo Cucina risulta molto motivante per l’ospite che in un tempo relativamente breve, vede il risultato del suo impegno, soddisfacendo il proprio e l’altrui “palato”.
Spesso vengono rievocate le proprie tradizioni attraverso la creazione di piatti regionali: un ospite, a turno, propone una ricetta, scrive gli ingredienti necessari da acquistare e durante l’attività diviene il conduttore, lo “CHEF” che fornisce ai “suoi aiuti” le giuste indicazioni per creare il prodotto finale.
I risultati dell’attività gruppo cucina
Quello che si osserva in tali contesti talvolta è sorprendente: per esempio, il paziente che spesso nel gruppo degli ospiti è più timido e introverso, sperimenta la gratificazione di sentirsi “leader” e padrone della situazione, si sente soddisfatto delle proprie capacità e avverte un grande senso di realizzazione personale con conseguente rinforzo della propria autostima.
Il valore terapeutico di tale attività è molteplice: dal punto di vista sensoriale vi è una stimolazione del tatto, del gusto e dell’olfatto, viene esercitata la motricità fine attraverso il tagliare o sminuzzare, impastando si muovono le braccia e si allena la muscolatura.
Dal punto di vista cognitivo si migliora la capacità di gestione del tempo, si affina la memoria procedurale e la concentrazione.
Cucinare può significare anche prendersi cura di sé e soddisfare l’esigenza di seguire una sana alimentazione per sentirsi meglio fisicamente. Ecco che si scopre che cibi sani possono essere anche buoni. Così, il Gruppo Cucina, in collaborazione con l’attività di “Cibo e Psiche” pensa a ricette meno caloriche e più equilibrate dal punto di vista dei nutrienti e, utilizzando metodi di cottura adeguati, riesce a creare piatti comunque appetitosi.
E da qui la sfida pensando alla trattoria sociale di Villa Plinia (Fondazione Rosa Dei Venti onlus) e alla creazione di una cucina “foraging” (alimurgia)
…to be continued e buon Appetito!!!