Con il termine serious games si fa riferimento a dei particolari videogiochi realizzati appositamente per scopi terapeutici.
Secondo uno studio pubblicato di recente (Tang et al., 2022), si è arrivati alla conclusione che i serious games possano avere esiti piuttosto positivi nel trattamento dei disturbi alimentari. A seguito di un’attenta analisi, infatti, sono stati riscontrati miglioramenti sia sulla stabilizzazione del peso, sia sulle abitudini alimentari dei partecipanti.
Serious games VS terapia cognitivo comportamentale
La terapia cognitivo comportamentale (CBT) rappresenta, allo stadio attuale, la metodologia più utilizzata nella lotta ai disordini alimentari. Tuttavia, questo tipo di terapia può portare a serie difficoltà nella gestione delle emozioni e dell’approccio alla nutrizione da parte dei pazienti. Per questo motivo, si registra un tasso di abbandono abbastanza alto e un conseguente fallimento del trattamento.
I serious games, invece, mantenendo una certa componente ludica applicata alla medicina, risultano decisamente più gradevoli e coinvolgenti. Ciò si traduce in una maggiore attrattiva per i pazienti e in una migliore interazione sia con l’interfaccia del gioco stesso, sia con altri pazienti (le terapie possono essere effettuate singolarmente o in gruppo).
Aspetti da non sottovalutare
Ci sono due aspetti di cui tenere conto in relazione all’impiego dei serious games: prima di tutto, gli studi effettuati hanno avuto breve durata, pertanto non risulta possibile tenere un registro dell’efficacia della terapia sul lungo termine. In secondo luogo, come tutti i videogiochi, anche i serious games, seppur utilizzati a scopo terapeutico, potrebbero indurre dipendenza e/o stati di depressione e ansia.
Resta chiaro, quindi, che questa metodologia possa essere un utilissimo strumento da affiancare alle terapie già esistenti, seppur non un sostituto totale. Eventuali nuovi studi faranno luce sull’impiego a lungo termine di questi videogiochi: un ulteriore passo in avanti per chi soffre di problematiche legate all’alimentazione.