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La vertigine del tutto: scopri l’emozione di abbracciare l’ignoto

Quello che non si conosce fa paura all’uomo: è da sempre stato così. Ed è il motivo per cui – sin dagli arbori – l’Homo Sapiens preferiva rimanere nelle sue caverne, in una zona di comfort, piuttosto che uscire nel mondo esterno. La certezza è sempre la scelta più comoda, ma è anche quella che limita la crescita personale.

Ma come si gestisce la sensazione che si prova quando tutte le certezze svaniscono in una nuvola bianca? Quando i mostri del passato, che si credevano morti, riemergono più forti di prima? È importante prendersi del tempo per sé in modo da poter affrontare tutte le sfide che la vita ha posto di fronte all’uomo a tempo debito, poiché l’alternativa è quella di mettere a rischio la propria salute mentale.

Salute mentale: la migliore compagna di vita dell’uomo

Prendersi cura di sé è alla base delle relazioni con gli altri: infatti, come si fa a stare bene con l’ambiente circostante se non si sta bene con se stessi? Ognuno ha una storia, un passato più o meno travagliato, ed è cruciale fare i conti con gli scheletri nell’armadio in modo tale che non possano prendere vita e minare il presente. 

I disturbi mentali sono intesi come una sindrome caratterizzata da problemi nel pensiero, nella gestione delle emozioni, o nel comportamento, che inducono una persona ad agire in maniera inaspettata e che riflettono dei problemi biologici, psicofisici dell’individuo. Questo può portare a sofferenza o a difficoltà nel relazionarsi con l’ambiente circostante, e a sintomi come attacchi di panico, depressione o attacchi di schizofrenia. A questo, si aggiunge il fatto che le persone con problemi di salute mentale sono più soggette allo sviluppo di malattie come diabete, problemi cardiaci, o ictus.

Per questi motivi, una buona salute mentale consente alle persone di realizzarsi in tutti gli ambiti della loro esistenza, affrontare le situazioni stressanti, lavorare in maniera produttiva e contribuire significativamente allo sviluppo della società.

Gli equilibri precari della vertigine del tutto

Questo è ciò con cui deve fare i conti Manuela, la protagonista del libro “La vertigine del tutto” di Valentina Di Ludovico. È una storia toccante, che fa riflettere su quanto il passato possa condizionare il presente e il futuro di una persona, e di come possa portarla a conseguenze che minano il suo benessere psichico.

Manuela, da bambina, assiste all’arresto del padre in seguito all’irruzione dei carabinieri in casa. Molto tempo dopo, scopre le losche attività del padre e i motivi per i quali era stato arrestato, e questo ha un impatto tremendo su di lei: a trentasei anni, si trasferisce a Milano per lavorare come insegnante, ma la sua vita non è più la stessa. Convive giornalmente con attacchi di panico e incapacità nella gestione delle relazioni sociali, con i fantasmi del passato che le si attanagliano addosso e le fanno mancare il respiro. Per far fronte a ciò – quasi come un meccanismo di autodifesa – inizia ad avere allucinazioni, tra le quali c’è Nano, che la sprona sempre a far fronte alla paura e a non soccombere perché lei è forte.

L’incontro con Davide, un suo collega, la metterà di fronte al suo passato, spostando i suoi equilibri già precari e ponendola davanti a una scelta: continuare a essere succube di ciò che ormai è accaduto o affrontarlo e chiudere le questioni che le generano queste emozioni spiacevoli per sempre?

Questo libro affronta in maniera molto complessa, ma allo stesso tempo intrigante, il tema della salute mentale, alternando più piani temporali e rendendo l’argomento – già di per sé assolutamente attuale – molto personale cosicché il lettore possa immergersi completamente nella lettura e possa rendere le esperienze della protagonista un punto di riflessione sulla sua persona.

Perché questo titolo?

Il titolo rimanda a una teoria molto importante della fisica, postulata da Stephen Hawking, che unisce la relatività alla meccanica quantistica, in modo tale da poter spiegare gli equilibri dell’universo con un’unica struttura teorica. Ed è proprio ciò che fa la protagonista, che vede il mondo e lo spiega da un unico punto di vista generale, catastrofico, e che pervade tutti i suoi comportamenti. La sua vita è come un buco nero, una voragine che si apre e che risucchia tutto ciò che ha intorno.

Manuela è una donna spezzata, problematica, incostante e con un passato alle spalle che non ha mai affrontato, e che è rimasto sempre lì, aperto, pronto a riemergere nei suoi momenti di debolezza. Allo stesso tempo, questo romanzo è basato anche sull’ironia, che la protagonista utilizza come strumento di difesa per scappare da quei “buchi neri” che non la fanno respirare. Come ultimo ingrediente, che l’autrice inserisce all’interno della storia di Manuela, c’è la rinascita: questa viene intesa come percorso di consapevolezza da parte della protagonista, ma anche come accettazione dei propri limiti, di quello che è stata e di quello che sarà.

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