La musica fa bene al fisico e alla mente e riduce lo stress
[AGI.it 30-4-13]
Una serie di studi, compiuti anche attraverso recenti scoperte tecnologiche, hanno contribuito a chiarire alcuni dei processi neurofisiologici e biochimici che consentono un efficace adattamento durante le situazioni stressanti e hanno inoltre ispirato molte ricerche sull’alterata regolazione della risposta allo stress e la conseguente vulnerabilità a varie malattie. Alcune di queste ricerche, che hanno trovato maggiori conferme e che descrivono l’associazione tra stress e alterazioni del sistema immunitario, sono state riportate nella letteratura psiconeuroimmunologica, un settore interdisciplinare, che coinvolge psicologia, neurologia e immunologia. I ricercatori nell’ambito della psiconeuroendocrinologia (PNE), basata sulla premessa che l’attività psicologica influenza la regolazione neurale della secrezione ormonale, ipotizzano che le sostanze simili agli ormoni, come i neuropeptidi, costituiscano la biochimica delle emozioni e che questi processi chimici endogeni possano tradurre le emozioni in eventi somatici (Cousins, 1989).
Esiste un’ampia documentazione che fornisce le prove del ruolo del S.N.C. sulla regolazione del sistema immunitario. Negli ultimi anni, nuove ricerche hanno stabilito una diretta correlazione tra il cervello e il sistema immunitario nell’ambito della letteratura psichiatrica. I risultati più ampiamente confermati riguardano i possibili effetti immunitari di vari agenti stressanti psico-sociali incluso stress, disturbi dell’umore, disturbi ansiosi, schizofrenia e disturbi schizo-affettivi. Si tratta probabilmente di un complesso gruppo di fattori e possibili interazioni tra neurotrasmettitori, ormoni e elementi del sistema immunitario.
La letteratura psicosomatica ha citato numerose correlazioni tra le variabili di personalità, eventi della vita, difese psicologiche, affetti e vari stati di malattia. È stato ampiamente osservato che persone sottoposte a stress emozionale prolungato sembrano più soggetti a disfunzioni psicologiche e/o fisiologiche. Ansia, disturbi dell’affettività e processi infiammatori cronici sono il riflesso dell’alterata regolazione della risposta allo stress (Chrousos e Gold, 1992). Il sistema stress può essere descritto come un complesso di risposte neuronali, ormonali e immunologiche.
Dall’altro lato, è stato anche dimostrato che uno stato emotivo positivo (per es. rilassamento, buonumore, senso di benessere) può rinforzare la salute psicologica e contribuire all’innalzamento della risposta immunitaria. Quindi le procedure d’intervento che prevedono l’impiego della musica, grazie ad una ristrutturazione cognitiva e comportamentale indotta da quest’ultima, potrebbero avere benefici fisiologici. Recenti studi hanno, infatti, evidenziato l’associazione di uno stato emotivo positivo e degli effetti della musica sulla funzione immunitaria e hanno confermato che alcuni meccanismi, come il rilassamento, la musica e l’immaginazione possono influenzare positivamente la risposta immunitaria.
Clynes considera la musica una modalità espressiva caratterizzata da una base biologica, facilitante la condivisione di stati emotivi. Anche Magrini sottolinea le valenze comunicative del linguaggio musicale e sostiene che la finalità di base della musica potrebbe essere riconosciuta nell’attivazione di uno specifico regime di comunicazione riservato a particolari tipi di espressione (normalmente non attuabili in assenza della musica) e nell’articolazione di una durata temporale.
L’approccio neurobiologico (Siegel) sottolineando il ruolo strutturante delle prime relazioni interpersonali, essenzialmente non verbali e veicolanti contenuti emotivi e precisando, inoltre, come la comunicazione emotiva possa svolgere anche in età adulta un ruolo organizzativo e modulante, fornisce all’approccio musicoterapico un importante riferimento scientifico. L’intervento di musicoterapia si prefigge infatti di attivare processi relazionali non verbali a contenuto emotivo impiegando l’elemento sonoro/musicale come modalità espressiva, in quanto affine all’espressività emotiva e questo potrebbe svolgere un ruolo strutturante a livello cerebrale.
Giovanna Bruno
musicoterapeuta