La terapia amniotica è un innovativo trattamento di gruppo basato sull’uso comunicativo del tatto affiliativo, che viene ottenuto attraverso movimenti e gesti simili a quelli dell’accudimento parentale.
Il trattamento prevede una frequenza di due o tre sessioni alla settimana, offrendo un’opportunità regolare di esperienza tattile e comunicativa per i partecipanti.
Le sessioni di terapia amniotica hanno una durata di un’ora e mezza e si svolgono in vasche di 3-4 metri di diametro, con una profondità di 60 cm e una temperatura dell’acqua di 35°.
L’ambiente acquatico e la temperatura calda della terapia richiamano l’esperienza amniotica, creando un legame con i primi contatti della pelle con il liquido amniotico durante la fase fetale. In quel periodo, il flusso dell’acqua sulla peluria del feto, chiamata lanugo, attiva il sistema del tatto affiliativo (Bystrova, 2009).
Tatto affiliativo e processi di adattamento del sè
Il tatto affiliativo svolge un ruolo centrale in almeno 4 funzioni fondamentali nel favorire l’adattamento del sé all’ambiente:
- Regola l’asse dello stress.
- Favorisce l’attaccamento interpersonale e la socialità dell’individuo.
- Contribuisce all’interocezione, sviluppando il senso di radicamento nel proprio corpo (embodiment) e il senso di appartenenza del proprio corpo a se stessi (ownership).
- Interviene nel differenziare il sé dall’altro delineando i confini del Sé.
Tatto affiliativo e asse anti stress
Il tatto affiliativo è un potente sistema fisiologico capace di inibire i livelli di cortisolo provocati dall’attivazione dell’asse dello stress e di favorire il ritorno dei livelli di cortisolo ai valori normali dopo lo stress (Heinrichs e coll, 2009; Neumann, 2002). La comunicazione attraverso il tatto affiliativo ha la potenzialità di ridurre o eliminare lo stato di stress provocato da eventi traumatici.
Tatto affiliativo e legami sociali
Il tatto affiliativo oltre a ridurre lo stress, è coinvolto anche nella formazione e nel mantenimento dei legami affettivi sociali (Insel & Young, 2001; Kosfeld e coll, 2005) migliorando la connettività funzionale tra le aree cerebrali coinvolte nei legami empatici (Riem e coll, 2011; Feldman e coll. 2007). Per questo la comunicazione attraverso il tatto affiliativo facilita il senso di appartenenza ad un gruppo sociale (Björnsdotter e coll, 2010).
Tatto affiliativo ed interocezione
Le interazioni attraverso il tatto affiliativo vengono trasmesse direttamente dalla pelle alla corteccia cerebrale (Insula posteriore) e contribuiscono alla percezione del mondo interno, alla sensazione di proprietà del proprio corpo (ownership) e alla sensazione di abitare il proprio corpo (embodiment) (Tsakiris e coll, 2011; Crucianelli & Filippetti, 2020).
Tatto affiliativo e confini del sé
Nell’insula posteriore avviene uno scambio di informazioni tra le informazioni interocettive provenienti dall’interno del corpo e le informazioni esterocettive provenienti dall’esterno del corpo (Craig, 2009). Questo scambio di informazioni ha un ruolo primario nella differenziazione tra l’ambiente interno ed esterno, definendo i confini del sé e contribuendo alla percezione e alla protezione del Sé (Craig, 2009). Grazie ad un meccanismo unico nella fisiologia umana, i movimenti protettivi del liquido amniotico e le interazioni mediate dal tatto affiliativo diventano parte della mappa interna del corpo e creano un sistema protettivo innato del sé
A chi si rivolge la terapia amniotica
Poiché la terapia amniotica utilizza il tatto affiliativo come principale forma di comunicazione, possono trarne giovamento pazienti che hanno vissuto eventi traumatici, pazienti con disturbi dell’attaccamento e delle relazioni sociali, pazienti con disturbi dell’identità e difficoltà a sentirsi radicati nel proprio corpo, nonché pazienti con disturbi dei confini del sé che confondono il mondo esterno con il mondo interno.
La leggerezza del galleggiamento in acqua
Il terapeuta sorregge il paziente mentre questi galleggia in posizione orizzontale, donandogli attraverso il sostegno dell’acqua una sensazione di leggerezza. Durante il movimento di dondolamento, gli organi interni del paziente oscillano e l’acqua intracorporea stimola gli interocettori del nervo vago, generando una sensazione di calma e rilassamento.
L’utilizzo dell’acqua calda si aggiunge agli effetti della comunicazione affettiva tattile. L’atto di tenere il paziente in acqua, che pesa poco più di un neonato, suscita nell’operatore amniotico uno stato emotivo simile a quello della “preoccupazione materna primaria” (Winnicott, 1956). Il paziente può percepire la presa salda e sicura del terapeuta, simile a quella di un genitore, che gli offre conforto e sicurezza.
Il sostegno della coppia terapeutica
Dopo aver instaurato un solido legame di fiducia con il terapeuta, il paziente può ricevere supporto da una coppia di terapeuti che diventano oggetto di transfert materno-paterno (ad esempio, il bisogno di essere visti, amati ed esistere) da parte del paziente. La coppia terapeutica può anche trasmettere al paziente sentimenti genitoriali, come se il paziente, che pesa come un neonato, fosse il loro stesso figlio. Nella dinamica della triade amniotica, la sensazione di leggerezza dei corpi nell’acqua consente a ciascuno dei tre partecipanti di assumere o proiettare sui altri il ruolo di genitore o figlio. Questo processo favorisce, all’interno della triade, la formazione del soggetto transizionale (simile al terzo analitico) costituito dalle parti psichiche dei tre partecipanti all’interazione.
Il sostegno del gruppo
In una fase più avanzata della terapia, le diadi e le triadi si interconnettono, formando un gruppo in cui ogni paziente interagisce con gli altri partecipanti. In questo stato di connessione con gli altri, ogni partecipante rimane anche in contatto con una dimensione interna profondamente rigenerante e riparatrice, oscillando tra lo stato di sonno e veglia. Attraverso il contatto affiliativo con il gruppo, i pazienti, soprattutto in situazioni di stress, disregolazione emotiva, angoscia o paura, possono sperimentare il superamento di stati spiacevoli e dolorosi. Il tatto affiliativo, mediato da endorfine e ossitocina, genera piacere e costituisce una ricompensa che sostiene i meccanismi di affiliazione e consolida i legami sociali tra i partecipanti al gruppo amniotico.
Grazie a questi meccanismi, la terapia amniotica offre esperienze protettive e adattive fondamentali per l’essere umano, come quella di essere accolto e curato dai propri caregiver e di sperimentare un senso di appartenenza a un gruppo sociale che offre protezione (Peciccia e coll, 2022).