L’Eccessivo Adattamento Sociale ed il Conflitto Psicotico tra Esistenza e Non-Esistenza
Eccessivo adattamento sociale e psicosi
Nel dipinto intitolato “Gli schiavi della casa-chiesa” (Figura 1), possiamo osservare un aspetto importante nel viaggio di Miriam: l’eccessivo adattamento alla realtà esterna. Attraverso l’analisi di questa opera, possiamo comprendere come tale condizione abbia influenzato l’esordio della psicosi nella vita della paziente.
La rappresentazione della chiesa-casa nel dipinto simboleggia la vita a cui Miriam si era iper-adattata, ma che comportava una perdita dei suoi aspetti vitali. Si sentiva costretta a conformarsi alle aspettative esterne, sacrificando parti di sé che definiva “schiave”, soffocate da un adattamento sociale eccessivo. La chiesa-casa diventa un guscio vuoto che le impedisce di esprimere la sua autenticità interiore.
Il Magma
Nel dipinto, si nota anche la presenza di un magma, che rappresenta una forza interiore intensa repressa per lungo tempo. Come un vulcano che trattiene il magma fino a quando non può più contenere la pressione, così la vita di Miriam, plasmata interamente sulle esigenze degli altri, diventa insostenibile, aprendo una crepa interna. La psicosi irrompe in questa frattura con la forza di un vulcano in eruzione, mandando in pezzi il fragile adattamento di Miriam alla realtà esterna.
Le Allucinazioni Psicotiche
Nella parte superiore del dipinto, sono presenti immagini raffiguranti allucinazioni psicotiche, come uccelli e mostri volanti. Queste figure sinistre anticipano un senso di inquietudine, rappresentando la profonda sofferenza e il turbamento che Miriam affronterà durante l’esplosione della sua psicosi.
Il Conflitto Psicotico tra Esistenza e Non-Esistenza
Analizzando il dipinto intitolato “La strega e il terapeuta” (Figura 2), emergono riflessioni sul conflitto tra esistenza e non-esistenza, nonché sul ruolo cruciale della relazione terapeutica nel processo di guarigione.
Nel dipinto, la paziente raffigura il proprio volto giallo e bianco invaso dalla figura della strega, un’immagine inquietante con tonalità rosse e nere e un occhio giallo. Dalla strega si estendono tentacoli neri che penetrano nel volto della paziente, simboleggiando la lacerazione interiore.
Simbiosi Patologica e Simbiosi Terapeutica
Questa invasione della strega potrebbe rappresentare la simbiosi patologica con sua madre, che nella sua infanzia era stata particolarmente violenta e distruttiva. La paziente si sente dominata dalla simbiosi patologica e presenta pensieri omicidi verso il marito e verso il terapeuta. L’invasione di questa distruttività, percepita da Miriam come estranea e maligna, provoca l’angoscia più intensa che un individuo possa sperimentare: quella di essere frantumato e perdere la continuità esistenziale. L’angoscia di frammentazione genera un dolore interiore insopportabile che può spingere al suicidio come un estremo tentativo di placare tale sofferenza.
Nel dipinto, il terapeuta è rappresentato a sinistra con tonalità azzurre, offrendo la sua mano di sostegno. Questo gesto accentua il senso di lacerazione nella paziente, che si sente divisa tra la strega che la vuole distruggere e il terapeuta che cerca di tenerla in vita. La presenza del terapeuta offre un elemento di speranza e accoglienza, ma allo stesso tempo genera una lotta interna nella paziente tra la sua parte autodistruttiva e il suo desiderio di esistere affidandosi al terapeuta.
La relazione terapeutica, nonostante il senso di lacerazione che può emergere, gioca un ruolo chiave nel processo di guarigione. La paziente percepisce, attraverso la rappresentazione del gesto di accoglienza e supporto del terapeuta, la sua intenzione di liberarla dalla simbiosi con la simbiosi patologica che la spinge verso la non-esistenza.