Il tempo scorre, un altro anno è finito.
Pressoché tutti in questo periodo ripetono: auguri, felicità, benessere, fortuna.
Festeggiamo l’anno che va ed aspettiamo fiduciosi l’anno che viene.
Consultiamo gli oracoli o se non ne abbiamo sottomano almeno gli oroscopi.
Ripetere ci aiuta, ci difende, ci consente di sperare; si tratta di un valore fondamentale per la sopravvivenza.
La ritualizzazione delle festività ci consente di incontrarci, riscoprire affetti o rivederli in una prospettiva diversa ad esempio quella dell’invecchiamento o della rinascita.
La nostra rivista vuole essere un’apertura al dialogo, alla riflessione insieme, alla valorizzazione e promozione di affetti e sentimenti spesso celati quando non negati; vuole consentire in brevi scambi di opinione di esprimere il proprio punto di vista senza remore.
Ripetiamo pure.
Buon anno 2024!
Commento di Pietro Ciliberti
Grazie Gianni,
per la tua resistenza, perché sei sempre rimasto un visionario, perché ripeti, ma inviti sempre al cambiamento (pur nella ripetizione);
grazie perché accetti le contraddizioni del nostro quotidiano lavorativo;
grazie per la tua ironia, anche quando diventa satira -comunque sempre generosa- nei confronti dei colleghi (di certo se penso a me);
grazie per ricordarci diversamente quanto ci diceva già un illustre: “spesso siamo per gran parte della vita afflitti da preoccupazioni, la maggior parte per cose… che mai accaddero”.
Per cui ascolto e condivido il tuo invito: ripetiamo/cambiamo/rinasciamo.
Buon Anno Gianni e Buon Anno Vaso di Pandora e a Tutti.
Commento di Gianluigi Mansi
Davvero interessante riflessione sulla nostra necessità di ripetere, ritualizzare, percorrere strade che conosciamo per incontrare volti noti.
E cercare di anticipare le mosse del futuro (oroscopi) per addomesticarlo.
Impossibile, lo sappiamo.
Ma non si sa mai!
Auguri.
Commento di Pasquale Pisseri
Ci e sempre spiaciuta l’irreversibilità del tempo, tanto che viene illusoriamente negata in certa fantascienza. E simbolicamente la neghiamo nel capodanno e in altre rituali ricorrenze, termine questo suggestivo di un ritorno: eterno ritorno dell’uguale.
Borges ci parla del “miracolo che malgrado gli infiniti azzardi, che malgrado siamo le gocce nel fiume di Eraclito, perduri qualcosa di noi, immobile”.
Indirettamente, ci parla di ciò anche la nota superstizione “anno bisesto, anno funesto”: esprime l’effetto perturbante di una imperfezione del ricorrente e benaugurante ritorno. Un anno diverso dagli altri “non va bene”.
Ma la ricorrenza – lo vediamo in questi giorni – può esser turbata dalla destrudo che si insinua anche qui, con botti e distruzioni di oggetti quando non con pistole…