Per un’artista tratteggiare l’occhio di Horus è questione di pochi secondi. La potremmo definire una figura iconica, utilizzata e riprodotta in molti ambiti (tessile, arte orafa, grafica) e riconosciuta dai più per la sua popolarità.
Nella religione egizia simboleggia la protezione e la prosperità. Secondo la mitologia, Horus volle vendicare l’uccisione del padre Osiride, per mano dello zio Seth, ma nel feroce confronto perse l’occhio sinistro. In una seconda versione più romanzata ma non meno tragica, due pastori promessi sposi in una bella giornata primaverile si trovano a pascolare il proprio gregge quando all’improvviso appare un dio che, poco incline all’arte del corteggiamento, chiede alla giovane di consolarlo per una notte.
Lei, povera ma dai sani principi, rifiuta scatenando l’ira del dio. Questo, non accettando di venire a più miti consigli, ritorce la sua collera nei confronti del fidanzato privandolo di un occhio. Non pago, raccoglie l’occhio e, con furore organizzato, lo spezza a metà, successivamente nella metà della metà e così via per 6 volte prima di liberarsene gettandolo al vento.
Ora, miti e favole non sono la realtà ma possono aiutarci a renderla più comprensibile almeno negli aspetti simbolici.
Non vorrei entrare nel merito del brutto carattere degli dei (…) né disquisire su vizi e virtù, ma se provo a ricomporre l’occhio (cosa che tenterà effettivamente di fare la futura sposa) i conti non tornano perché sommando 1/2 +1/4 + 1/8 +1/16 +1/32+1/64 si ottiene 63/64. Manca 1/64esimo. Qualcuno potrebbe pensare, è una frazione minima, risibile, non facciamone un dramma. Sono d’accordo ma quella piccola frazione, che sembra scomparsa nel nulla, ci ricorda e rappresenta qualcosa di molto importante.
Dopo un evento drammatico (es. un lutto, una minaccia) la nostra mente tenderà a ricomporre le singole parti dell’esperienza nella speranza che tutto ritorni come prima, ma così non è. Dobbiamo farcene una ragione. In ambito Psi, la restitutio ad integrum è auspicabile ma poco realizzabile, prezzo di quel 1/64esimo andato perso, dissolto, evaporato. Ecco, fermiamoci un attimo su questi ultimi concetti.
Oggi siamo ancora in grado di dare valore a cose che non tocchiamo, vediamo, annusiamo, ascoltiamo, consumiamo, mercifichiamo? Se è vero che la psiche nasce tra il desiderio e il suo appagamento credo fortunatamente di si.
Ci sarà sempre nelle persone la spinta a fare esperienze riconoscendo a queste (prima o poi) un valore ed un costo. Ogni ruga sul viso racconta una storia quindi diffidate di chi non ha rughe perché oltre ad andare male in matematica non avrà storie da raccontare.
Stay hungry, stay foolish.