Vaso di Pandora

Il lapsus di Heidegger

Recalcati definisce “Essere e tempo”, apparso nel 1927, una di quelle opere “che cambiano il nostro rapporto con il mondo”. Ciò è certamente vero anche nell’ambito della nostra disciplina, attraverso la mediazione di Autori come Ludwig Binswanger o successive elaborazioni dello stesso Heidegger.

Nessuno ignora quanto sia centrale il suo ruolo in quella corrente di pensiero fenomenologico – esistenziale che, lo sappiamo bene, ha ispirato anche Basaglia e ha quindi costituito uno dei pilastri teorici della riforma psichiatrica. Mi pare che l’opera in cui il suo collegamento con la nostra prassi professionale è stato più diretto sono i “Seminari di Zollikon”, serie di conversazioni sollecitate dallo psichiatra e psicanalista Medard Boss, e tenute in larga parte nella casa di quest’ultimo dal 1959 al 1969.
Ecco come si esprimeva Heidegger nel seminario tenuto, questo, non in casa Boss ma al mitico Burgholzli, l’8/9/59: “L’esistere umano nel suo fondamento non è mai solo un oggetto semplicemente presente in qualche posto, per niente affatto un oggetto chiuso in sé. Piuttosto esso, questo esistere, consiste di mere possibilità di percepire, otticamente e tattilmente non coglibili, dirette a ciò che gli si fa incontro rivolgendoglisi – assegnandoglisi. Tutte le rappresentazioni oggettivanti, finora usuali nella psicologia e nella psicopatologia, della psiche, del soggetto, della persona, dell’Io e della coscienza come una capsula… devono scomparire…La costituzione fondamentale dell’essere umano…deve esser chiamata “esserci” o “essere nel mondo”. Il “ci” di questo “esser-ci” non intende affatto un posto nello spazio… piuttosto…il tener aperto un ambito di poter percepire le significatività delle datità che gli si rivolgono – assegnandoglisi”.  E’ il concretarsi, in ambito psicologico – psichiatrico, della tesi di base di “Essere e tempo” come ricordata da Recalcati nel suo articolo: l’esistenza non dipende da una essenza a priori, ma si determina nel suo progetto, nel suo essere gettata e aperta all’orizzonte del mondo.
Dunque: rifiuto dell’oggettivazione, centralità della relazione e della presa di significato. Sono posizioni che oggi possono apparirci pressochè scontate, ma solo perché le abbiamo ormai accettate e assimilate, tanto che costituiscono il background del nostro quotidiano intervento psichiatrico.
Oggi esse devono confrontarsi con lo sviluppo delle neuroscienze, che offrono quasi quotidianamente uno sguardo sempre più approfondito sui corrispettivi somatici degli stati mentali. Sviluppo benvenuto e fecondo, ma che pone problemi epistemologici non irrilevanti. Le scienze biologiche hanno un approccio necessariamente e giustamente obbiettivante, ed era più agevole un loro incontro  con una psicologia e psicopatologia del pari obbiettivanti. La lezione della fenomenologia non può esser dimenticata, ma neppure può essere seguita in un “vuoto” biologico: la non ignorabile, pur se ancora oscura, connessione fra mente e corpo impone di perseguire un approccio giunzionale anche se questo è reso impervio da differenti metodologie conoscitive. Ricordo che Ballerini ci parlava di “circolo  ermeneutico”, in cui l’intuizione di essenza del fenomenologo poteva esser sottoposta a forme di verifica sperimentale, in una serie di rimandi e feedback.  Credo che questa proposta sia ancora lontana da una concreta attuazione.
Nei Seminari il filosofo non ignorava questo tipo di confronto. Citava Nietzsche, il quale aveva annotato come la scienza della natura puntasse al soggiogamento di questa, non al perseguimento di una verità “più vera” (incidentalmente ricordiamo il pragmatismo di William James e John Dewey che tagliava questo nodo equiparando “vero” a “efficace”). Su questo filone, Heidegger proseguiva: “possiamo mai senz’altro considerare questa specie del rappresentare scientifico – naturale, che è stato progettato senza tener conto dello specifico esser uomo, possiamo considerare l’uomo nell’orizzonte di questa scienza, con la pretesa di essere in grado con ciò di determinare l’esser uomo?”.
Nella complessità della personalità di Heidegger, può colpirci non piacevolmente il suo ripetuto imperioso ricorrere alle parole “deve”, “devono”, che in qualche modo ci ricorda quella  simpatia per il nazismo che a torto o a ragione gli è stata addebitata; ma ciò non cancella l’importanza della sua lezione, che fa parte dei fondamenti del nostro operare.
Condividi

Lascia un commento

Leggi anche
Disregolazione emotiva: una donna che non sa gestire le sue emozioni
24 Aprile 2024

Si può guarire dalla disregolazione emotiva?

Nella vita quotidiana, l’equilibrio emotivo svolge un ruolo cruciale. Potremmo dire che è proprio questo elemento il determinante principale della qualità di vita. La capacità di gestire le emozioni in modo sano e adeguato è…

donna narcisista
24 Aprile 2024

Comprendere la donna narcisista: dinamiche e interazioni

Il narcisismo è un disturbo della personalità complesso caratterizzato da un’esacerbata percezione di grandiosità e un costante bisogno di plausi, accompagnati da una carenza di empatia verso il prossimo. Quando si manifesta nelle donne, presenta…

una coppia di persona durante una seduta di terapia psicologica
24 Aprile 2024

Come superare un trauma: percorsi di guarigione

Un trauma può essere causato dalle più disparate esperienze, tra cui abusi, violenza, incidenti gravi, perdite significative o eventi catastrofici. Comprendere come superare un trauma e andare avanti con la propria vita non è semplice.…

Nasce Mymentis

L’eccellenza del benessere mentale, ovunque tu sia.

Mymentis

Scopri la nostra rivista

 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

Cultura
Leggi tutti gli articoli
Il paradosso della Clozapina
12 Aprile 2024

Il paradosso della Clozapina

La Clozapina rimane l’unico antipsicotico indicato nelle schizofrenie resistenti. La maggior parte dei pazienti che non rispondono agli altri antipsicotici può avere beneficio dall’utilizzo della Clozapina.

Storie Illustrate
Leggi tutti gli articoli
8 Aprile 2023

Pensiamo per voi - di Niccolò Pizzorno

Leggendo l’articolo del Prof. Peciccia sull’ intelligenza artificiale, ho pesato di realizzare questa storia, di una pagina, basandomi sia sull’articolo che sul racconto “Ricordiamo per voi” di Philip K. Dick.

24 Febbraio 2023

Oltre la tempesta - di Niccolò Pizzorno

L’opera “oltre la tempesta” narra, tramite il medium del fumetto, dell’attività omonima organizzata tra le venticinque strutture dell’ l’intero raggruppamento, durante il periodo del lock down dovuto alla pandemia provocata dal virus Covid 19.

Pizz1 1.png
14 Settembre 2022

Lo dico a modo mio - di Niccolò Pizzorno

Breve storia basata su un paziente inserito presso la struttura "Villa Perla" (Residenza per Disabili, Ge). Vengono prese in analisi le strategie di comunicazione che l'ospite mette in atto nei confronti degli operatori.

سكس شباب english blue film video hot movies in hindi petite inked thai teen with hairy pussy rides dick in pov video sex melayu boleh ariana marie romance roses more itunda net kunyaza indian sex videos big titted vanesa will satisfy her dick thirst by deflowering a young and shy teacher main dengan adik ipar free sex video uk ashley adams in why daddy xxx bf video indian ब प ट र पल एक स ब प स क स द न ब स तर म एक मज द र र मप क ल ए एर क क जग त ह indian school girl sex hd