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Esplorando i 6 disturbi del neurosviluppo: i segnali da tenere sotto controllo

I disturbi del neurosviluppo comprendono una vasta gamma di condizioni che – come suggerisce la stessa denominazione – influenzano il funzionamento del cervello e del sistema nervoso durante il periodo dello sviluppo.
Questi, infatti, si manifestano generalmente nei primi anni dell’infanzia, e spesso vengono sottovalutati o minimizzati a causa della scarsa informazione e consapevolezza sull’argomento.
Riconoscere precocemente i sintomi dei principali disturbi del neurosviluppo è fondamentale per garantire un intervento tempestivo e migliorare la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie.

Disturbi del neurosviluppo: i 6 più diffusi

Tra i disturbi del neurosviluppo più diffusi ce ne sono in particolare 6 che necessitano di particolare attenzione poiché il loro impatto sul benessere mentale di chi ne soffre può essere devastante sul lungo termine, soprattutto se sottovalutati.

1. Disturbo dello Spettro Autistico (ASD)

L’ASD (in italiano: disturbo dello spettro autistico) è una condizione caratterizzata principalmente dalla difficoltà a intrattenere interazioni sociali, e dunque a comunicare, e dalla presenza di comportamenti ripetitivi, pensieri ossessivi e interessi limitati e circoscritti. Le difficoltà a interagire a livello sociale, la presenza di sensibilità sensoriali particolarmente elevate, l’interesse verso poche attività specifiche e la comparsa di atteggiamenti ripetitivi e ossessivi sono tra i sintomi principali di questo disturbo.

2. Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)

Come suggerisce la sua stessa denominazione, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, maggiormente noto come ADHD, si caratterizza per una serie di problemi legati alla capacità di mantenere alta o costante l’attenzione e all’iperattività. I sintomi di questo disturbo, che si manifestano solitamente durante l’infanzia, sono l’impulsività, la difficoltà a rimanere concentrati, la necessità di muoversi di continuo e il passare freneticamente da un’attività all’altra senza seguire un senso logico.

3. Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

I disturbi specifici dell’apprendimento influiscono sulla capacità di acquisizione di abilità come la lettura, la scrittura e il calcolo matematico. I più comuni sono la dislessia, la disgrafia e la discalculia, legati rispettivamente alle tre diverse specifiche aree di apprendimento principali. Riconoscere subito i segnali è fondamentale per intervenire tempestivamente con azioni mirati che permettono di gestire facilmente questi disturbi e scongiurare il rischio di peggioramento e le relative conseguenze psicologiche. Le difficoltà nel leggere, scrivere o ragionare matematicamente possono causare frustrazione, sensazioni di inadeguatezza e problemi di autostima, andando a compromettere il benessere quotidiano di chi ne soffre.

classe con bambini che alzano la mano
I disturbi del neurosviluppo si presentano solitamente durante l’infanzia, quando il bambino inizia a intraprendere le prime interazioni reali e si scontra con le prime responsabilità scolastiche. Sottovalutare tali disturbi in una fase così delicata vuol dire rischiare che il bambino sviluppo disagi psicologici collaterali dovuti dalla sensazione di inadeguatezza, dalle difficoltà a relazionarsi con gli altri e dalla frustrazione per la condizione in cui si trova.

4. Disturbi del linguaggio

Con disturbi del linguaggio si indicano quella condizioni di difficoltà nell’esprimersi verbalmente, ma anche nella comprensione della comunicazione verbale. Chi soffre di questo tipo di disturbo presenterà un vocabolario limitato, tenderà a compiere frequentemente errori di grammatica e farà fatica e comprendere e seguire istruzioni complesse. In generale, si riconosce per un notevole ritardo nel raggiungere padronanza del linguaggio in età infantile.

5. Disturbo del Movimento e della Coordinazione (DCD)

Soffrire di disturbo del movimento e della coordinazione vuol dire riscontrare difficoltà anomale nel fare esercizio fisico, nel mantenere l’equilibrio, nel muoversi in maniera armoniosa e lineare. Chi soffre di questa condizione farà fatica a controllare i propri movimenti, ad avere padronanza del suo corpo. I segnali principali sono la scarsa agilità, l’assenza di coordinazione motoria, la disprassia e la difficoltà nell’eseguire attività che necessitano di movimenti precisi.

6. Disturbi dell’Umore o del Comportamento

Infine, tra i disturbi del neurosviluppo più comuni e più impattanti sul benessere generale di chi ne soffre, vi sono quelli dell’umore o del comportamento. Nel primo gruppo vi rientrano quelle alterazioni psicologiche come la depressione, la mania o l’ansia, mentre fanno parte del secondo gruppo condizioni come il disturbo oppositivo-provocatorio (ODD), il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e il disturbo esplosivo intermittente (IED).

Disturbi del neurosviluppo: l’importanza della consapevolezza e della prevenzione

Riconoscere i segnali precoci dei disturbi del neurosviluppo, e dunque essere informati e consapevoli dell’argomento, è l’unico modo per intervenire tempestivamente e fornire al bambino gli strumenti più efficaci per gestirli prima che questi vadano a degenerare e comportare conseguenze collaterali complesse e, in casi estremi, incontrovertibili.
I genitori, gli insegnanti, i tutori e gli operatori sanitari giocano un ruolo cruciale nell’identificare e supportare i bambini che mostrano segni di questi disturbi.

Solo grazie alla conoscenza e all’informazione si potrà poi fornire ai bambini e alle famiglie il supporto adatto e riconoscere il percorso migliore in base ai casi specifici. La terapia comportamentale, gli interventi educativi mirati e personalizzati, il sostegno psicologico o farmacologico, sono tra le strategie di gestione più comuni in questi casi e variano a seconda della gravità e delle modalità di manifestazione del disturbo.

In conclusione, se è vero che i disturbi del neurosviluppo possono avere un impatto significativo sulla vita di un individuo, è anche vero che diagnosticarli in tempo e intervenire in maniera appropriata può migliorare notevolmente l’outcome sul lungo termine.
La consapevolezza, l’informazione, la sensibilizzazione sul tema e l’attenzione ai segnali precoci sono fondamentali per garantire che ogni bambino abbia la migliore opportunità possibile per raggiungere il suo pieno potenziale.

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