1.2 ANALISI DELLE POSSIBILI CAUSE
I tentativi di risalire all’eziologia di questa sindrome hanno portato a rilevare l’esistenza di denominatori comuni nella vita di questi ragazzi, quali la forte pressione dei genitori verso il successo, le violenze subite a scuola, lo stretto rapporto iperprotettivo e di dipendenza reciproca tra il figlio e la madre, il sistema scolastico rigido e competitivo (Dziesinski, 2003, 2004).
Nonostante le cause attribuite al comportamento di autoisolamento siano molteplici, sembrano emergerne tre gruppi principali.
Il principale gruppo di cause, alla base di molte delle interpretazioni del fenomeno da parte della stampa straniera, è costituito dalle aspettative culturali poste sui giovani giapponesi di classe media a conformarsi alle norme e a raggiungere il successo nella vita, la presenza di un’unica strada per perseguire questo scopo -un’educazione prestigiosa- e la realtà non conciliabile di crisi e stagnazione dell’economia giapponese, che ha spezzato il sogno di molti di poter avere una carriera di successo percorrendo con perseveranza e obbedienza questo percorso prestabilito (Watts, 2002; Dziesinski, 2003). La comprensione di questo primo gruppo di fattori in gioco è imprescindibile dalla contestualizzazione di queste pressioni sociali all’interno della cultura, dei valori e del momento storico che caratterizzano il Giappone al giorno d’oggi.
Secondariamente è stato chiamato in causa il sistema educativo giapponese, che rappresenta lo strumento principale attraverso il quale arrivare ad ottenere un buon lavoro, realizzarsi ed avere successo (Dziesinski, 2003, 2004). La pressione accademica è talmente forte da condurre i giovani a sviluppare un livello di stress fautore di numerosi disturbi psicologici. Molti aspetti che circondano il processo di educazione, dall’importanza data dalla società alla sua acquisizione, ai frequenti atti di bullismo e al suo fine ultimo di condurre i ragazzi ad un buon posto di lavoro , fanno sì che l’educazione sia al centro dei principali conflitti che dominano i pensieri di molti giovani giapponesi, e che possono causare, in casi di stress estremo, la reazione del ritiro sociale (Jones, 2006; Carbone, 2008).
In ultima istanza, per spiegare le ragioni che portano gli adolescenti giapponesi a rinchiudersi nelle proprie stanze, è stato sottolineato il ruolo della famiglia, i mutamenti subiti dal sistema famigliare a seguito della Seconda guerra mondiale, e il ruolo giocato dalla famiglia in interazione con le altre fonti di pressione sociale (Hamada, 2004;Zielenziger, 2006). In questa prospettiva appaiono centrali lo stretto rapporto di dipendenza nel rapporto tra madre e bambino, le pratiche e le culture di allevamento, e il ruolo sempre più marginale dei padri giapponesi nell’educazione dei figli e nella partecipazione alla loro crescita.