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Giftedness: comprendere un’alta capacità intellettiva

Il termine anglosassone giftedness si colloca a metà tra il vocabolario della psicologia e quello dell’educazione. La traduzione della parola è piuttosto elaborata: se gift è il dono, gifted è la forma passata di donare o regalare e giftedness è più o meno traducibile con il fatto di aver ricevuto questo regalo. Tralasciando la traduzione letterale, che può fare confusione, utilizziamo quella, ben più calzante, fornita dalla disciplina. Possiamo tradurre il termine giftedness in italiano con le parole plusdotazione cognitiva. Il concetto fa riferimento a studenti che presentano un potenziale tale da superare obiettivi e aspettative in varie discipline, rispetto ai loro coetanei, anche di due o tre anni. Il bambino o la bambina gifted presenterà notevoli capacità. La sua predisposizione per alcune materie scolastiche (o, in certi casi, per tutte) sarà eccezionale, tanto da consentire la comprensione immediata dei concetti spiegati.

La giftedness è una spiccata capacità di espressione

Giftedness: una classe con alcuni studenti gifted
La giftedness, o plusdotazione cognitiva, è un’alta capacità intellettiva che agevola lo studente nella quotidianità

Secondo Francesca Rigon, una delle massime esperte italiane di giftedness, è semplice identificare da subito uno studente gifted. I docenti non hanno neppure bisogno di metterlo alla prova, sottoponendolo a verifica, perché generalmente possono accorgersi immediatamente del suo potenziale. Lo studente sarà infatti più capace in svariati ambiti. Presenterà un vocabolario più sviluppato rispetto ai coetanei. Imparerà con estrema facilità nuove parole. Saprà servirsi di frasi lunghe e complesse con un certo anticipo rispetto ai suoi compagni e non avrà problemi a tarare il linguaggio utilizzato a seconda del contesto. Ciò significa che si esprimerà in maniera diversa a seconda che parli con un coetaneo o un adulto. La giftedness consente al ragazzo, o alla ragazza, di sviluppare un pensiero maggiormente complesso, ben diverso da quello caratterizzante tutti i suoi compagni di classe.

Uno studente contraddistinto da questi tratti conseguirà risultati migliori rispetto alla media dei suoi coetanei, anche a fronte di sforzi considerevolmente meno intensi. L’allievo gifted è stato dotato dai suoi geni di un’auto da corsa, naturalmente giungerà al traguardo prima delle utilitarie condotte da chi è in classe con lui, o con lei. Durante lo svolgimento di verifiche e compiti assegnati, l’allievo potrà anche rifugiarsi nella sua ottima memoria, in caso incappasse in un esercizio più ostico degli altri. In sostanza, questo studente sarà sempre avvantaggiato rispetto ai pari età. La giftedness concede numerosi vantaggi. Facciamo però attenzione a giudicarla troppo presto come una specie di codice capace di risolvere tutti i possibili problemi scolastici. Come sempre, vi sono infatti anche alcune controindicazioni da prendere in seria considerazione.

Interessi e controindicazioni

Un aspetto con cui la pedagogia si trova a dover fare i conti, ogni volta che abbia a che fare con uno studente dotato di alta capacità intellettiva, è quello del suo forte, talvolta fortissimo, interesse verso la sperimentazione. Per allievi di questo tipo, la classica lezione frontale può rivelarsi una noia ripetitiva e tutt’altro che coinvolgente. Desiderano infatti mettersi in gioco ed essere continuamente stimolati. Per loro, l’apprendimento è divertente quando è una sorta di sfida con loro stessi. Non si vedono certo come sacchi vuoti da riempire, bensì come concorrenti che devono dimostrare le loro abilità e mettersi alla prova. In genere, la giftedness conferisce buona maturità. Gli studenti gifted tendono a impegnarsi in temi politici e sociali; possiedono un forte senso di giustizia; sono dotati di uno spiccato senso dell’umorismo, cosa che li rende tipicamente piuttosto simpatici e si caratterizzano per creatività e fervida immaginazione.

Gli studenti plusdotati sono particolarmente sensibili e vivono le loro emozioni con forte intensità. Non di rado, questi allievi presentano uno sviluppo asincrono e asimmetrico tra lo sviluppo cognitivo e quello emotivo. Non c’è da stupirsi se la stessa persona che tra i banchi ha tratti di genialità sia piuttosto infantile nella sua sfera privata. La motivazione di questa peculiarità l’ha fornita Kazimierz Dabrowski nel 1964. Lo psicologo polacco ha spiegato che un bambino plusdotato sente ed esprime le sue emozioni in maniera amplificata. Per tal motivo, è possibile che reagisca in maniera eccessiva o inopportuna a quello che gli accade. Il bambino gifted può sviluppare atteggiamenti di iperattività poco propositivi e concilianti verso i suoi coetanei. Non di rado, lo si confonde ed etichetta come un bambino con disturbi esternalizzanti, come per esempio il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

I 6 profili della giftedness a scuola

Non esiste una sola tipologia di giftedness, bensì siamo a conoscenza di 6 diversi profili, elencati da George T. Betts e Maureen Neihart nel loro volume dedicato Profili dei dotati e dei talentuosi (1988). Le 6 diverse tipologie sono le seguenti:

  • lo studente di successo: si tratta di un bambino adeguato al contesto scolastico, in grado di raggiungere buoni risultati senza lavorare intensamente. Tende però ad accontentarsi. È poco preparato alle sfide quotidiane e non è consapevole delle proprie mancanze. In questo profilo troviamo un perfezionismo sano.
  • Lo studente creativo, insicuro e spesso arrogante, non è conforme al sistema scolastico perché non ne intravede i vantaggi personali. Energetico e talvolta iperattivo, manifesterà disagio nel contesto di istruzione attraverso l’attuazione di condotte disturbanti all’interno della classe, finalizzate ad attirare l’attenzione dei propri compagni. Generalmente è infatti annoiato e non stimolato dalla lezione, ritenuta troppo semplice.
  • Lo studente sotterraneo, ancor più insicuro del precedente caso e generalmente ansioso, è poco tollerante alla frustrazione e psicologicamente vulnerabile. In classe manifesta tutto il suo disagio.
  • Lo studente a rischio è una specie di scommessa. Può infatti sviluppare atteggiamenti prosociali così come antisociali: bullismo, devianza, abuso di sostanze…
  • Lo studente autonomo, estremamente sicuro di sé, è motivato, entusiasta e capace di instaurare buone relazioni con insegnanti e pari.
  • L’allievo doppiamente eccezionale presenta contemporaneamente una plusdotazione cognitiva e un disturbo in un’altra area tra le seguenti: DSA, ADHD, DOP, Disturbi dell’umore. Si osservano bassi livelli di autostima e sentimenti di disagio nel contesto scolastico.

Leggi anche: “Identificazione proiettiva: un meccanismo di difesa inconscio

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