Vaso di Pandora

Ecoansia, l’ansia per l’ambiente e come gestirla

Visti i tempi che viviamo e la crescente preoccupazione per il nostro pianeta e l’ambiente, l’ecoansia è una risposta comprensibile e naturale. Ci sentiamo infatti impotenti e rassegnati di fronte alle sfide ambientali che affrontiamo. Non vediamo alcuna urgenza da parte di chi prende le decisioni, nonostante siamo tutti ben consapevoli di quali siano i rischi. Molti elementi di cambiamento sono già sotto i nostri occhi: carestie continue, estati sempre più lunghe, ghiacciai che si sciolgono…

Considerate queste premesse, non stupisce il fatto che l’ecoansia sia un fenomeno psicologico sempre più diffuso, che coinvolge individui preoccupati e in apprensione per le questioni legate all’ambiente e al cambiamento climatico. Si tratta di una risposta emotiva a una realtà che è purtroppo innegabile. Il nostro pianeta sta affrontando sfide ecologiche senza precedenti. Ciononostante, è importante trasformare questa ansia in azione positiva. Educazione e attivismo possono aiutarci a gestire l’ecoansia in modo costruttivo, dandoci inoltre modo di restituire qualcosa all’ambiente che abbiamo a cuore e alla comunità che chiamiamo casa.

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Riconoscere e comprendere l’ecoansia

Quando parliamo di ansia climatica o ecoansia intendiamo uno stato d’animo nato in tempi recenti, che fino a qualche anno fa non esisteva o, comunque, non veniva diagnosticato. La sua diffusione è strettamente connessa all’esplosione della crisi climatica e alla presa di coscienza che ne è seguita. Dal momento che sentiamo parlare di surriscaldamento globale quasi quotidianamente, e che abbiamo assistito a simulazioni di cosa potrebbe avvenire se non cambiamo le nostre abitudini, i più sensibili di noi sono stati attanagliati da paura, preoccupazione, timore e talvolta vera e propria agitazione. Possiamo riunire tutti questi sentimenti sotto un unico termine ombrello: ecoansia.

Definiamo con questa parola l’ansia e la preoccupazione derivate da una causa ben precisa: l’impatto dell’umanità sull’ambiente naturale. Sono numerosi i fattori che alimentano questa angoscia. Tra essi, nutrono particolare rilevanza la preoccupazione per i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e la distruzione degli habitat naturali.

Questa sensazione si manifesta in svariati modi. Sentimenti come malinconia, stress, tristezza, disperazione, sensi di colpa o impotenza e vera e propria ansia verso il presente e il futuro sono tutti affioramenti della condizione. Non sottovalutiamo l’ecoansia: può influire in maniera profonda sulla salute mentale delle persone, ed essere fra i fattori forieri di depressione, disturbi del sonno, disturbi alimentari e dipendenza da sostanze. Gli studi segnalano che l’ansia climatica sia maggiormente concentrata fra adolescenti e post-adolescenti. È infatti la loro generazione quella maggiormente toccata, e dunque preoccupata, per il proprio futuro e quello dell’intero pianeta. Giovane età; impegno attivo contro la crisi climatica e forte esposizione mediatica sono i tre elementi che costituiscono i principali fattori di rischio.

L'ecoansia di uno scienziato in laboratorio
Tutta l’ecoansia per il futuro di uno scienziato in un’aula universitaria.

Fattori di diffusione

Le radici dell’ecoansia possono essere svariate. Le più immediate sono la crescente esposizione alle notizie sull’ambiente e le evidenti alterazioni climatiche. Media tradizionali e social network giocano naturalmente un ruolo di primo piano nel condividere la crisi e rendercene partecipi, in tal maniera contribuiscono a una maggiore consapevolezza delle sfide ecologiche globali. Agendo da cassa di risonanza, le piattaforme digitali hanno amplificato l’impatto emotivo di queste notizie, creando un senso di urgenza e preoccupazione diffuso.

Chi abita nelle zone più a rischio, che stanno già subendo significativi cambiamenti climatici, come ad esempio agricoltori, coloro i quali vivono accanto a miniere e aree estrattive o residenti di isole e aree costiere dove si assiste di giorno in giorno, e di settimana in settimana, all’innalzamentro dei corpi d’acqua è più esposto a ecoansia e solastalgia, uno stato di angoscia e sofferenza dovuto ai cambiamenti climatici.

Alcune persone provano un vero e proprio senso di disperazione riguardo al futuro, quando realizzano di non avere il pieno controllo della situazione, e si sentono vittime di un futuro che le riguarderà, pur senza avere in alcun modo contribuito a plasmarlo. È possibile affrontare meglio l’ecoansia con il sostegno di amici, familiari e attivisti ambientali.

Come gestire l’ecoansia in maniera costruttiva

Esistono alcune pratiche strategie per affrontare e gestire bene l’ecoansia. Le abbiamo raccolte qui di seguito:

  • non possiamo prescindere da educazione e consapevolezza. Una conoscenza approfondita delle questioni ambientali è fondamentale. Dobbiamo comprendere le cause, e soprattutto le possibili soluzioni, del cambiamento climatico. In tal modo otterremo un senso di controllo e sapremo che cosa possiamo fare, e perseguire, nel nostro piccolo;
  • l’attivismo va sempre promosso. Trasformiamo l’ansia in determinazione. Partecipiamo a iniziative ambientali, sosteniamo organizzazioni che promuovono la sostenibilità e adottiamo comportamenti ecologici;
  • pratichiamo mindfulness ambientale. Trascorrere del tempo all’aperto, praticando la meditazione o semplicemente osservando la bellezza della natura, può favorire un senso di calma e prospettiva capace di abbassare i livelli di ansia;
  • creiamo comunità sostenibili. Non siamo soli. La collaborazione con altre persone che condividano interessi e preoccupazioni può esserci di sostegno, e incoraggiarci nella gestione dell’ecoansia. Uniamoci per implementare azioni a livello locale, o supportare iniziative di sostenibilità;
  • facciamo scelte consapevoli. Adottiamo stili di vita sostenibili, riduciamo l’uso di plastica, consumiamo prodotti locali e siamo parsimoniosi nei confronti dell’energia. Ognuna di queste decisioni può essere un passo significativo verso la riduzione dell’impatto ambientale individuale.

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