Il cambiamento climatico sta diventando sempre più un problema globale, ma le sue conseguenze non riguardano solo l’ambiente. Anche la nostra salute mentale può subire contraccolpi. La preoccupazione per il futuro del pianeta sta infatti causando una crescente ansia, meglio definita come eco-ansia, una sorta di patologia che può manifestarsi in molti modi, ad esempio con la paura per il futuro, la tristezza per la perdita di ecosistemi e specie, e la frustrazione per la mancanza di azione politica.
L’eco-ansia può avere effetti negativi sulla salute mentale, causando in particolare stress, ansia e depressione. Questo è particolarmente acuito nei confronti delle persone più giovani, che spesso si sentono impotenti di fronte alla situazione e preoccupati per il loro futuro. Ma anche per adulti e anziani che vedono i propri figli e nipoti andare incontro a un futuro incerto. Inoltre, i disastri naturali, come inondazioni e incendi, causati dal cambiamento climatico, possono aumentare i livelli di stress e ansia, soprattutto per le persone che hanno subito danni personali.
Per contrastare l’eco-ansia, è necessario essere informati sui cambiamenti climatici e sulle misure che possono essere adottate per mitigarli. Inoltre, è importante adottare stili di vita sostenibili, come la riduzione dell’uso di plastica e la scelta di fonti di energia pulita, può aiutare a sentirsi meno impotenti e più coinvolti nella soluzione del problema. Inoltre, è importante parlare dell’eco-ansia e del suo impatto sulla salute mentale. La condivisione dei propri sentimenti, soprattutto con amici e familiari può aiutare a elaborare le preoccupazioni e a trovare modi per gestire lo stress. Anche la pratica di tecniche di rilassamento, come la meditazione o lo yoga, può risultare molto utile.
Attualmente, il fenomeno, sta diventando in un’ansia comune e generalizzata condivisa da tanti nel mondo. È importante, in tal senso, essere consapevoli di questo effetto collaterale che il cambiamento climatico può avere adottando misure per imparare a gestirlo, tramite pratiche specifiche, la psicoterapia, ma anche l’informazione.