La dispercezione si verifica quando il processo psichico della percezione non avviene in maniera corretta. L’abilità di percepire è fondamentale per un essere umano, così come per la maggioranza degli animali che popolano il nostro pianeta. Essa ci dà infatti modo di sintetizzare e tradurre in forme comprensibili gli innumerevoli dati sensoriali che giungono al cervello dall’ambiente circostante. Numerosi disturbi di cui oggi parliamo con una certa frequenza, dalla dislessia alla disgrafia, dalla disortografia alla discalculia, dalla disprassia all’iperattività, dal mal di schiena alle cefalee, si devono proprio a questa condizione. L’intera sfera dei DSA e quella degli ADHD sono parte della sintomatologia della dispercezione.
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Dispercezione: vivere la vita a un livello di difficoltà superiore

La dispercezione complica molto la vita di chiunque conviva con lei. Pensiamo a una persona con debolezza della vista che soffra di propriocezione e, dunque, percepisca due volte male la realtà. Con tutta probabilità, nella fase infantile della propria vita svilupperà un disturbo specifico dell’approfondimento e, facilmente, si tratterà di uno tra dislessia, disgrafia o disortografia. Ciò non deve stupire poiché si tratta di un legame estremamente logico. Non riuscendo a interpretare correttamente quanto letto, non potrà impararne le adeguate regole di scrittura e manifesterà questo deficit anche per tutta la vita. La cosiddetta visione disallineata, un fenomeno di dispercezione non così raro, può creare difficoltà a interpretare scritti e disegni, limitando considerevolmente le possibilità di apprendimento dell’alunno che non sia in grado di percepire in maniera corretta i numerosi stimoli esterni.
Chi soffra in maniera leggera di dispercezione potrebbe essere portato a orientare male il proprio corpo, obbligandolo a una postura forzata e innaturale, dunque scomoda e dolorosa, per ottenere la migliore visione possibile. Tale modo di fare è totalmente insalutare e può diventare nocivo, danneggiando il fisico. Quando si abusa di posizionamenti errati se ne paga lo scotto. Sedersi male è all’origine di una serie di sintomi piuttosto comuni, e altrettanto dolorosi. Pensiamo a fastidi muscolari o cervicali, a mal di schiena, a mal di testa, a ernie e a tutti i possibili disordini temporo-mandibolari detti anche dell’ATM. Dovendo fronteggiare questi disturbi, la maggior parte delle terapie propongono di curare i sintomi, frequentemente senza successo. Non a caso, stanno emergendo percorsi che mirano ad affrontare le cause a monte, quelle che originano il problema, e non i segnali della loro manifestazione.
Conseguenze della dispercezione
Inevitabilmente, la dispercezione provoca anche delle conseguenze, spesso piuttosto spiacevoli. Esse hanno un impatto differente a seconda dell’età di chi ne sia colpito. Qualora il dispercettivo sia un bambino o, comunque, un giovane, che evidenzi disturbi cognitivi come quelli descritti finora, il quoziente intellettivo non subirà alcun danno e resterà nella media dei coetanei. Per riparare, sarà dunque sufficiente seguire un efficace percorso di recupero tra quelli specifici per il disturbo in questione. Se si ha invece a che fare con un adulto, il discorso cambia. In questo caso le conseguenze si fanno più difficili da arginare poiché si manifesteranno con dolori di difficile cura e interpretazione come lombalgie, sciatalgie, cervicalgie, vertigini, cefalee temporali e bruciore agli occhi. Talvolta, anche il QI di un adulto vittima di dispercezione potrebbe risultare intaccato.
I più diffusi disturbi della percezione
Ci siamo fin qui concentrati sulla sola dispercezione. Attenzione però a non credere che si tratti dell’unico possibile disturbo percettivo nel quale si possa incappare. Le possibili alterazioni che interferiscono con il processo percettivo nel suo insieme, o in uno qualsiasi dei passaggi che lo compongano, sono più di una. Vediamo quali siano gli altri disturbi della percezione, evidenziando quelli maggiormente diffusi e riscontrati:
- illusione. Si contraddistingue per la percezione sensoriale distorta di uno stimolo esterno realmente presente. Interessa indistintamente tanto soggetti sani quanto portatori di patologie. Questa distorsione può sparire del tutto, o modificarsi, in rapporto all’attenzione e allo stato emotivo da cui deriva.
- Pseudoallucinazione. È una dispercezione, percepita come interna al soggetto, con caratteri di particolare intensità e pervasività. Generalmente è di tipo visivo, o al limite uditivo. Non si proietta nello spazio esterno e può essere considerata come una forma particolare di rappresentazione mentale. Da qui il prefisso pseudo. Non ha alcun significato patognomonico, potendo presentarsi sia in condizioni normali sia in un ampio spettro di disturbi psichiatrici.
- Allucinosi. Altro fenomeno analogo a quello allucinatorio, per i suoi caratteri di fisicità e proiezione esterna. Si distinguono nettamente dalle pseudoallucinazioni, dal momento che hanno quasi sempre un significato di tipo patologico.
- Allucinazione. Nota a tutti, ma non esattamente facile da definire. Si tratta di una percezione sensoriale in assenza di oggetto, vissuta con netta rilevanza e precisa localizzazione nello spazio. L’allucinazione è, di fatto, un delirio, poiché si contraddistingue per le stesse caratteristiche: certezza soggettiva, impossibilità dell’esperienza, non influenzabilità e correggibilità. Altra tipica peculiarità dell’allucinazione è il carattere autocentrico. Generalmente, chi le subisce è il protagonista della scena, mentre nelle allucinosi lo spettatore è neutrale. Il fenomeno allucinatorio si riscontra in tutti i tipi di condizione psicotica, così come nell’ambito delle patologie su base organica. Può inoltre essere indotto da sostanze esogene, di natura tossica.
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