Capire lo spirito di Redancia in un giorno insieme
Tre giorni a Roma. Una corriera che da S. Andrea Ionio porta ospiti, operatori, famigliari, volontari dell’associazione Barattolo Sud, dirigenti della comunità e s’incontra con Gianni e Monica, io e Giovanna in una piazza affollata da 80.000 persone, un ospite di Redancia Sud incontra Francesco, gli porge un dono ‘povero’ frutto del laboratorio di ceramica, un calice e un piatto per officiare la messa, gli parla, spiega dove è stato curato , spiega che nel dono ha aggiunto le informazioni sul gruppo Redancia scritte in due brochure, parla di se e dona due libri di cui è autore. La sua commozione e felicità è seguita da Rosa che nel palco speciale, vicino al Pontefice, lo osserva, sorregge, gli è vicina.
Noi dalla piazza in uno spazio privilegiato grazie all’aiuto di don Gianfranco e don Agostino partecipiamo.
Vedo il nostro gruppo, Antonio che alza uno striscione grande, bello con la scritta Redancia Sud e Gruppo Redancia, forse il più bello della piazza, insieme a Rosaria, gli ospiti mescolati ai volontari agli infermieri, ai medici, agli amici, ai parenti si alzano applaudano, si cercano in un gruppo in cui non ci sono differenze e non si distinguono i ruoli . Si trovano a condividere una gioia, una fatica, un entusiasmo, una volontà di mostrarsi comune, un orgoglio e un piacere di esserci, credenti o non credenti, ‘malati’ o ‘sani’.
Francesco viene fotografato , ci fotografiamo e da queste foto appare la nostra commozione, gioia, ansia, stupore. Ci parliamo, sono parole di comunione all’evento indipendenti dalle nostre differenze.
I tre giorni a Roma sono stati arricchiti da una visita guidata a monumenti, piazze, luoghi sconosciuti ad alcuni, noti ad altri, da pasti e cene comuni. Anche un vero tour de force ma voluto da tutti.
Ho ammirato la completa disponibilità e l’occhio attento degli operatori tutti, medici o educatori o infermieri, amici volontari e parenti, nessuna distinzione e ancora di più la straordinaria prestazione degli ospiti affaticati come noi ma mai richiedenti, pronti ad aiutarsi anche loro.
Tutto questo è il frutto del lavoro comune della direzione della Comunità (Rosa Mesiti, Rosaria Magisano ) della capacità di dedizione ma anche di organizzazione di Anna , di Emilia, di Giuseppe, della collaborazione di tutti, anche di chi è rimasto in Comunità per permettere questo evento.
E un ringraziamento particolare va ai volontari, ai famigliari, non solo degli ospiti ma degli stessi operatori, tutti pronti ad una collaborazione che promette e richiede un futuro degno di tanta fiducia riposta.
Grazie a Gianni Giusto. (ci sarebbe Redancia Sud senza di lui?)
Aggiungo un brano della lettera di Don Gianfranco , è la testimonianza di quanto ha colto del nostro spirito, del nostro modo di lavorare, della nostra attività terapeutica, della nostra etica, della nostra filosofia, di quanto ci accomuna.
E’ un riconoscimento che dobbiamo tenere caro e a cui stare fedeli.
Eminenza
Martedì sera la comunità di Redancia, in cui [..] è ospite arriverà a Roma per partecipare all’udienza di mercoledì prossimo. Rimarranno a Roma anche giovedì mattina e rientreranno giovedì pomeriggio.
Ho indirizzato già la richiesta per partecipare all’udienza al Prefetto della casa pontificia; come vede nella richiesta mandata si tratta di persone che fanno parte di quella “periferia esistenziale” a cui papa Francesco fa costante richiamo. Per quanto ho potuto constatare nelle mie visite si tratta di persone proprio da “periferia esistenziale” il cui percorso riabilitativo è molto difficoltoso e, nel migliore dei casi, non sarà mai completo. Molte di queste persone non trovano aiuti esterni; spesso anche l’ente pubblico le vorrebbe scaricare da un ospedale all’altro, con grave danno per un percorso riabilitativo. Chi dirige la comunità – dott. Rosamaria Mesiti – e tutti i suoi collaboratori (ufficialmente è una struttura laica, ciò che anima il personale è però squisitamente evangelico) si propongono di superare la forma di ospedale psichiatrico e creare una comunità in cui l’ospite possa ricrearsi nelle relazioni con gli altri e, man mano che è possibile, gradualmente, riprendere un ritmo di vita proprio e autonomo e reinserirsi nel tessuto ordinario della vita. Il linguaggio non è quello di ospedale psichiatrico. Non è facile, non sempre si riesce a ottenere la guarigione completa, tuttavia si arriva a dei miglioramenti; per alcuni si sono però ottenuti dei buoni risultati di cui gli interessati sono molto riconoscenti dalle testimonianze che danno.
[..] sta progredendo: ormai si regge bene in piedi, ha ripreso gradualmente l’uso del computer e di internet, ha cominciato dapprima a passare qualche ora con la nostra comunità di Soverato; adesso ricomincia a passare delle giornate intere compresa la notte e a fare qualche piccola incombenza. É davvero rifiorito, anche se la sua situazione sarà da tenere sempre sotto controllo e non potrà più essere quello di prima. Sono passati ormai nove mesi; spesso mi è venuto in mente l’immagine di un agnello che si lascia guidare amabilmente; certo aveva tanti desideri di fare, di andare, di incontrare, ma passo dopo passo ha rinunciato ed ora è capace di dire di fare da solo le rinunce necessarie. Io penso che si sta santificando portando una croce non leggera. La sua gioia è stata quando arrivando a Redancia gli è stato possibile celebrare ogni giorno la messa assistito da uno degli operatori (allora aveva anche la difficoltà di muoversi, non si reggeva)
Vengo alla richiesta. lo penso che se il papa fosse a conoscenza di questa situazione, non si lascerebbe scappare l’occasione per dedicare almeno un minutino per testimoniare la vicinanza della chiesa a questa ”periferia esistenziale” in cui vi è anche un suo fratello nel sacerdozio. Il mio minimo desiderio sarebbe che fosse riservato loro un posto (forse dove incontra gli ammalati) per vedere il papa da vicino e che don [..] e la dottoressa potessero avvicinarlo un istante. Sarebbe per loro una buona medicina per riprendere fiducia in sé stessi e nel loro futuro. A meno che il papa, informato della cosa, non pensi diversamente, con le sorprese che sa fare lui.
Con don [..] e il sottoscritto saremo in quaranta
La ringrazio a nome di tutti per guanto riuscirà a fare.