In un periodo in cui tutto attorno a noi cambia è normale sentirsi disorientati ma non bisogna avere paura nel muovere i primi passi nel mondo degli adulti alla ricerca del proprio io. Cercare di costruire la propria identità, influenzati dal mondo circostante, può essere difficile ma fondamentale per una solida conoscenza della vita.
Alla scoperta dell’adolescenza
Ognuno di noi ricorda la propria adolescenza. Quel periodo che non sembrava finire mai, intrappolati tra il desiderio di poter essere tutto e quella consapevolezza di essere ancora nulla. Emozioni contrastanti e nuove sembrano riecheggiare ovunque. La ricerca di novità portava ad avere maggiore entusiasmo, vivere tutto con maggiore intensità e il voler essere coinvolto in ogni nuova situazione. Le relazioni diventavano sempre più coinvolgenti, come se fossero la nostra unica ragione di vita.
Gli sbalzi d’ umore erano all’ordine del giorno, eravamo padroni del mondo e quell’impulso costante di creatività e curiosità ci portava ad affrontare i problemi e la realtà in modi sicuramente non convenzionali. Naturalmente tutto ciò, come ogni cosa, porta con sé anche il suo lato ‘oscuro’. All’ entusiasmo si contrappone un aumento di rischi dati dalla forte impulsività, sottostimando le conseguenze delle proprie azioni; Ad una intensa vita sociale si oppone il distacco genitoriale e la ricerca di nuovi modelli non sempre positivi e sicuramente la dissociazione dalla realtà porta a una vera e propria crisi d’ identità.
Se da una parte elogiamo questa onda energetica che coinvolge l’individuo dall’ altra ragioniamo anche sulle sue insidie. Ebbene sì, l’adolescenza può essere un periodo bellissimo se si hanno le idee chiare ma anche molto insidioso dove la costruzione della propria identità, che in questo periodo è fondamentale è lasciata in balia del caos.
Il processo identitario
La costruzione della propria identità inizia con l’adolescenza ma si configura come un processo soggetto a continue reversioni, confronti e consolidazioni all’ interno dell’intero corso della vita. Quando parliamo di identità facciamo riferimento alla consapevolezza che abbiamo di noi stessi, dei nostri comportamenti e di ciò che favorisce la nostra progettualità e soprattutto della nostra relazione con il mondo esterno. L’ acquisizione dell’identità non può mai essere considerata conclusa. L’ autore che ha maggiormente approfondito tale processo costruttivo è Erik Edison.
Egli delinea’’ l’adolescenza come un periodo fisiologico di esplorazione e sperimentazione delle diverse alternative disponibili che la società gli offre, dare significato alle esperienze e garantire così l’acquisizione di una identità adulta solida , stabile e coesa’’. Da questa affermazione deduciamo l’importante ruolo svolto dal contesto nella costruzione dell’identità. Mette in evidenza l’importanza della ricerca di un equilibrio fisico e psicologico come risultante dei vari contesti vissuti. Le esperienze personali, l’ambiente familiare, culturale e sociale devono restituire all’ individuo una sensazione di “essere sempre se stesso in modo continuativo nel tempo”. Il fine ultimo della vita, secondo Edison, è proprio questo, la costruzione di un’identità che si mantenga stabile nonostante i cambiamenti inevitabili posti dalle condizioni esterne.
Costruire l’identità durante l’adolescenza
Esistono davvero delle regole magiche per imparare a costruire l’identità durante l’adolescenza universali? Purtroppo, e per fortuna non esistono. L’ individualità è ciò che ci rende speciali e ogni percorso, ogni crescita realizza il nostro io. Il dubbio su ciò che ci piace, su ciò che siamo sarà costante ma la stabilità con la quale costruiremo la nostra identità ci aiuterà a prendere decisioni che non metteranno in dubbio le basi di noi stessi. Proviamo a considerare però i fattori che più possono influire in questo processo:
- Autonomia. Durante l’adolescenza si cerca di affermare la propria autonomia come singolo individuo, il distacco con la famiglia diventa inevitabile e gli scontri sempre più frequenti andranno a ridimensionare le dinamiche familiari. Le esigenze cambiano e per quanto ci si possa sentire incompresi la famiglia resterà sempre un punto sicuro alla quale ritornare in caso di sconforto o sconfitta.
- Rapporti interpersonali. Alla ricerca di nuovi punti di riferimento e di modelli i rapporti relazionali diventeranno sempre più stretti e in essi si cercherà la propria identità. È proprio attraverso i suoi coetanei che inizieranno le esperienze personali. Esplorare è la base e bisogna circondarsi di gente in grado di aiutarci a capire ciò che più ci piace.
- Progettualità. Chi sono? Chi voglio essere? Il bagaglio culturale e personale che ci portiamo dietro dalla nostra infanzia costituisce una parte di noi ma non ci definisce in modo assoluto. Quello che non bisogna fare è porsi un limite, ovviamente nei limiti del possibile. Se la base della costruzione dell’identità è quella della sperimentazione allora bisogna fare di tutto per capire se stessi per non vivere con dei rimorsi.
- Social network. In un mondo dove siamo sempre connessi e ogni giorno siamo circondati da nuovi stimoli e modelli la costruzione dell’identità sembra alla portata di tutti e di una semplicità assurda. Inondati di informazioni, attraverso un uso smodato dello smartphone , sempre attivi tra chat, condivisione di foto e contenuti le tempistiche di presentazioni di se’ sfiorano tempi record ma sono la prima minaccia alla nostra autostima. Nell’intento di costruire la propria identità, in una rete così ampia, si perde il dialogo a viso aperto, tutte quelle sfaccettature della comunicazione e linguaggio del corpo che delineano delle relazioni intime e sane. L’approvazione attraverso un “like” acquista così tanto potere da minare, addirittura nascondere la nostra identità, semplicemente per avere un riscontro positivo dall’ altra parte della tastiera.
Per quanto possa sembrare complicato costruire la propria identità è un viaggio alla scoperta di sé stessi che vale la pena intraprendere.