Il tema lavoro per le mamme italiane è da sempre un tasto dolente. Conciliare la maternità con un’attività lavorativa, che sia in proprio o da dipendente, è piuttosto difficile, soprattutto per chi non ha a disposizione un supporto familiare o extrafamiliare (tata, babysitter, baby parking).
Se da un lato gli asili nido offrono quasi da subito un’agevolazione per le neomamme in difficoltà, dall’altro il continuo ammalarsi dei più piccoli alla lunga può risultare un problema perché si rende spesso necessaria la presenza di un genitore in casa. In questi casi lo smart working può rivelarsi utile, permettendo alla mamma o al papà di poter badare ai figli, ma rappresenta comunque un impegno che richiede una certa organizzazione anche all’interno delle mura domestiche.
Il parere dell’esperta
Taryn Di Ventura, ex dipendente di multinazionali del lusso e mamma, spiega che «Il primo passo è mettere bene a fuoco che cosa si vuole. Il tempo passato con i bambini e l’esperienza stessa della maternità porta alla messa in discussione la scala dei valori e delle priorità: ci si chiede che cosa si perda, lavorando troppo. Si riscopre la vita personale. Ma nella maggior parte dei casi, una compensazione è possibile».
Oggi Taryn gestisce il sito e la pagina Instagram “Un lavoro per mamma“, offrendo consulenza alle “mamme che vogliono cambiare vita o lavoro, ma non sanno da dove cominciare”.
Acquisizione di nuove skill
Conciliare maternità e lavoro secondo l’imprenditrice è assolutamente possibile. Bisogna prima di tutto focalizzarsi, però, sia su quello che si sta cercando e sia su come ottenerlo e su quali punti di forza fare leva. In tal senso, spiega, «Bisogna prima di tutto convincere sé stesse che non si è lavoratrici di serie B in quanto mamme. Anzi. Tante ricerche hanno dimostrato che dopo un figlio una donna acquisisce molte soft skill utilissime professionalmente».
Conoscenza dei propri diritti
Un altro punto nevralgico consiste nella conoscenza dei propri diritti sul lavoro: secondo Taryn Di Ventura ogni donna dovrebbe essere informata «su quello che ogni azienda deve garantire, dai permessi per l’allattamento a quelli per la malattia del bambino. Per ottenere un lavoro per mamma potrebbe quindi bastare una chiacchierata con il proprio responsabile, chiarendo le nuove esigenze».
Non sempre è possibile far valere i propri diritti a causa di una cattiva gestione e di una certa indifferenza da parte dei datori di lavoro, ma bisogna quantomeno provarci.
Attenzione al lato psicologico
Infine da non sottovalutare, secondo l’imprenditrice, è anche il fattore psicologico non legato strettamente al lavoro, ma piuttosto al diventare mamme. Il primo passo per conciliare maternità e lavoro è stare bene con sé stesse e quindi lasciarsi alle spalle eventuali problematiche connesse alla depressione post-partum o a eventuali burnout. «Chi vive con angoscia il rientro a lavoro dopo la maternità e vuole scappare dalla propria vita perché sta vivendo un disagio psicologico non è pronto per trovare o cambiare lavoro: non raggiungerebbe l’obiettivo».
Il consiglio di Taryn è quello di richiedere prontamente un supporto a psicologi e professionisti del settore per intraprendere un percorso di rinascita e piena consapevolezza.