Vaso di Pandora

Comunicazione non violenta: svelare i segreti dell’empatia

La comunicazione non violenta, indicata con la sigla CNV, è detta anche comunicazione empatica o comunicazione collaborativa.
Come suggerisce lo stesso nome, si tratta di un modello comunicativo basato sull’empatia.
L’obiettivo della comunicazione non violenta è evitare le incomprensioni che derivano da modi di comunicare approssimativi e aggressivi.
Parte dal presupposto che tutti noi siamo dotati di compassione e che dobbiamo solo imparare a esercitarla anche nel nostro modo di comunicare: la comunicazione non violenta permette di comprendere meglio chi abbiamo di fronte e di farci a nostra volta comprendere, soprattutto dal punto di vista emotivo.

La comunicazione non violenta di Marshall Rosenberg

Il modello comunicativo della comunicazione non violenta nasce grazie allo psicologo statunitense Marshall Rosenberg che negli anni Ottanta del secolo scorso ha fondato il Centro per la Comunicazione Non Violenta. Questa organizzazione no-profit ha l’obiettivo di diffondere il modello nelle scuole e di promuoverlo come modello comunicativo in famiglia.

La comunicazione non violenta permette di aumentare l’ascolto e l’empatia sia nei rapporti personali che professionali e incrementa la fiducia tre persone. Grazie a questa modalità di comunicazione le incomprensioni e le situazioni di tensione di possono trasformare in occasione di dialogo e di conoscenza reciproca.

In altre parole, la comunicazione non violenta ci permette di rimanere umani anche in situazioni difficili. Questo è il potere straordinario che deriva dall’esercitare l’empatia verso noi stessi e gli altri, esprimendoci in maniera autentica.

Le componenti principali della comunicazione non violenta

Obiettivo principale della CNV è imparare ad osservare e comprendere la nostra interiorità e quella degli altri. Praticando la comunicazione non violenta si riesce a comprendere i bisogni nascosti dietro i comportamenti umani, evitando atteggiamenti di giudizio e critica e spingendoci a evitare meccanismi di difesa e attacco verbali.

I passaggi fondamentali della comunicazione non violenta sono i seguenti:

  • L’osservazione senza valutazione: favorire un’osservazione oggettiva di ciò che accade, senza volerli immediatamente categorizzare, valutare o esprimere un giudizio in merito.
  • Individuare ed esprimere i sentimenti: una volta osservati i fatti, vanno individuati i sentimenti che questi suscitano in noi e le emozioni che proviamo. In questo modo impariamo a non confondere ciò che proviamo con ciò che sta accadendo davvero, così da gestire i sentimenti senza lasciarsi sopraffare.
  • Esprimere i propri bisogni: una volta riconosciuti i propri sentimenti, sarà più semplice comprendere di cosa abbiamo bisogno in quel momento e soprattutto esprimerlo attraverso richieste corrette e precise. Imparando a esprimere con chiarezza ciò di cui abbiamo bisogno, riconoscendo che tale bisogno proviene dal nostro sentire relativamente a ciò che accade, offriamo anche all’altro gli strumenti per comprenderci.
un uomo punta il dito con fare accusatorio contro il suo interlocutore
La comunicazione non violenta ci ricorda che un atteggiamento giudicante o critico non ci permette di comprendere situazioni o sentimenti in maniera oggettiva

Autenticità ed empatia

Grazie alla comunicazione non violenta possiamo migliorare il nostro benessere psicologico e le nostre relazioni. Questo tipo di comunicazione infatti ci insegna a vivere in maniera più autentica, a non ricorrere a strategie nel relazionarci con gli altri e a non idealizzare rapporti e situazioni.

La comunicazione non violenta permette di vivere le relazioni in maniera empatica e sincera, di riconoscere i bisogni propri e dell’altro all’interno dei rapporti sociali. In questo modo, non si tenterà più di cambiare l’altro all’interno di una relazione, ma si punterà a cambiare la qualità della relazione in sé e i suoi meccanismi. Si imparerà così anche ad accettare e riconoscere i nostri sentimenti, arrivando alla cosiddetta “liberazione emotiva”. Connetterci con l’altro e con i suoi bisogni spinge a dare maggiore valore anche ai propri bisogni e a esprimerli riuscendo a riconoscere i limiti di chi abbiamo di fronte.
Si generano così relazioni basate su un interesse onesto, genuino e curioso verso l’altro e verso sé stessi. La relazioni così che non diventano proiezioni delle nostre aspettative e insoddisfazioni, ma rapporti arricchenti e sinceri.

L’utilizzo della comunicazione non violenta

La comunicazione non violenta viene sempre più spesso adottata come pratica anche in situazioni di conflitti politici e come strategia diplomatica, poiché favorisce l’analisi della situazione e la tendenza a ricorrere a soluzioni che non siano mosse da rabbia, paura o desiderio di rivalsa.
Sperimentazioni recenti vedono sempre di più frequente l’utilizzo della comunicazione non violenta in contesti quali l’assistenza sanitaria, l’educazione scolastica, o come strategia per approcciarsi con persone che presentano patologie psichiche quali stress post traumatico o disturbi comportamentali e dell’alimentazione, fino all’applicazione all’interno del sistema carcerario.

Utilizzare la comunicazione non violenta in contesti educativi vuol dire accantonare strategie punitive e prediligere la crescita reale dell’individuo, costruita sulle sue specifiche caratteristiche e necessità. Tale approccio aiuta anche a comprendere da soli i propri limiti e i propri errori, portando all’auto correzione e incentivando la conoscenza di sé.

disegno metaforico di due teste che si mescolano tra loro
La comunicazione empatica ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e gli altri

Grazie alla comunicazione non violenta si riesce a soddisfare le proprie necessità attraverso una forma di linguaggio verbale e di comportamenti che favoriscono le relazioni invece di ostacolarle.

Ci aiuta, ad esempio, a interrompere situazioni che possono sfociare in un conflitto, rendendola occasione di ascolto per sé e per gli altri. Affrontare le emozioni e comprendere anche quei comportamenti che non ci piacciono ci aiuta a conoscerci meglio e vivere meglio.

Eliminando la violenza dal nostro linguaggio, riusciremo a fare spazio a parole che favoriscono l’empatia, l’ascolto reciproco e la comprensione autentica.

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