L’impulsività è una caratteristica dell’organismo che nasce per la sopravvivenza dell’essere umano: è la voglia irrefrenabile di compiere un’azione, un gesto, senza che il corpo riesca a controllarsi volontariamente. È la messa in asso di una risposta repentina che deriva da uno stimolo proveniente da un ambiente esterno.
Nonostante molto spesso venga vista come un gesto negativo, a volte l’impulsività porta anche dei benefici: la velocità nelle reazioni e nelle risposte, l’adattamento a situazioni scomode, la velocità nelle decisioni, sono tutti tratti spontanei e intuitivi, volti a fare il meglio che si può con gli strumenti di cui si dispone.
Tuttavia, come ogni medaglia che si rispetti, esiste anche un rovescio di questa caratteristica: l’impulsività crea molti inconvenienti di diversa natura, che spaziano dalle relazioni di qualunque tipo alla vita personale: basti pensare alle risposte senza considerare le conseguenze, a guidare ad alta velocità senza considerare i possibili rischi, lanciare un oggetto senza pensare se possa essere dannoso per altri. Questi sono solo esempi di come l’impulsività possa creare scompiglio nella vita dell’uomo: per questo, è importante essere in grado di trovare un equilibrio interiore, il quale permetti di sfruttare i tratti produttivi di questa caratteristica della personalità umana, senza incorrere in conseguenze spiacevoli.
Impulsività e alcol: come sono collegati?
Ragionando per eccessi, è importante capire che le conseguenze legate all’impulsività sono da prendere seriamente in considerazione, poiché possono sfociare in comportamenti distruttivi per l’essere umano. Secondo la University of Liverpool, intervenire sui tratti della personalità, tra cui l’impulsività, potrebbe aiutare a prevenire l’abuso di alcol nell’età adolescenziale.
Precedenti ricerche hanno mostrato che esiste davvero una correlazione tra comportamenti di tipo impulsivo e bere in giovane età; non è ancora chiaro il rapporto di causalità che esiste tra i due fenomeni – cioè se i giovani che sono impulsivi tendano a bere di più o se bere comporti lo sviluppo di comportamenti impulsivi – ma sono stati eseguiti degli esperimenti che dimostrano il legame tra i due.
In particolare, il team ha utilizzato dei test computerizzati che misuravano il controllo inibitorio, la capacità di ritardare la gratificazione, e l’assunzione di rischi. Questo test è stato somministrato a più di 280 giovani – di età compresa tra i 12 e i 13 anni – ed è stato ripetuto ogni sei mesi per due anni. I risultati mostrano che i partecipanti più impulsivi hanno bevuto più pesantemente o hanno sviluppato dei problemi con l’alcol successivamente; allo stesso tempo, non è stato dimostrato che l’alcol abbia portato a un aumento di tali comportamenti impulsivi. Quindi, in conclusione è stato dimostrato che esiste un legame tra l’impulsività e il bere negli adolescenti, ma che l’alcol non porta a un aumento di questi comportamenti nel breve termine.
I diversi tipi di impulsività
L’impulsività fa parte dell’essere umano, e ciascuno possiede un livello medio di impulsività, con oscillazioni che dipendono dall’evento a cui si va incontro. Nel corso del tempo, possono accadere situazioni che causano dei traumi e alzano il livello medio di impulsività dell’uomo.
Esistono molti tipi di impulsività, ma gli studi maggiori la dividono in verbale e motoria:
- L’impulsività verbale rappresenta un atto in cui un individuo non pone il pensiero su quello che sta dicendo e sulle conseguenze che le sue parole possono scatenare. Di conseguenza, questo può risultare in commenti offensivi, inappropriati, che rendono impegnativo lo sviluppo di relazioni sociali.
- L’impulsività motoria è quel tipo di impulsività nella quale un individuo agisce senza pensare, mettendo in pericolo – anche dal punto di vista fisico – la propria incolumità e quella di tutti coloro i quali si trovano nelle vicinanze al momento della reazione.
Esistono altri tipi di impulsività, i quali rientrano però in una categoria più specifica e dettagliata, e che possono sfociare anche nella sfera patologica: se si è affetti da impulsi sessuali non controllabili, si possono riscontrare contagi e problemi di natura sociale e relazionale. O ancora, il comportamento nevrotico della cleptomania, così come altri, sono causati da problemi nel controllo dell’impulsività.
Come domare l’impulsività?
A seconda della profondità del problema, lo specialista saprà indirizzare l’individuo verso le cure più specifiche e adatte alla sua situazione. Tra quelle più utilizzate c’è la terapia cognitivo-comportamentale: è un tipo di terapia che si basa sull’uso di tecniche che portano la persona a prendere consapevolezza dei propri pensieri, così da poterli controllare e modificarne i risultati.
Un altro tipo di terapia è quella dell’avversione, che consiste nell’esposizione del soggetto a qualche stimolo mentre è sottoposto a una sensazione spiacevole. In questo modo, correlando i due fenomeni, il comportamento impulsivo desiderato viene associato a quella sensazione spiacevole, e perciò eliminato.
Per le dipendenze più frequenti esiste la sensibilizzazione occulta, in cui si trovano e si eliminano i comportamenti dannosi che portano il soggetto a compiere atti impulsivi.
È importante precisare che – a prescindere da tutte le terapie mediche e farmacologiche – in questi casi il sostegno dei familiari e degli amici è cruciale nel processo di guarigione: le persone che rimangono accanto nonostante tutto sono quelle su cui l’individuo potrà contare sempre, e gli conferiscono stabilità ed equilibrio, che è proprio quello che gli serve per ritrovare se stessi e avere una vita migliore.