Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!
Cioccolatino amaro quello che ci offre l’ultimo articolo sui giornali a proposito del blitz nella REMS da parte di esponenti locali di un partito politico.
Se le competenze della politica non sono morte, certo non sembrerebbero godere di buona salute…. Qualcosa è andato terribilmente storto.
Sembra che il nostro paese sia ossessionato dal culto della propria ignoranza.
La storia non interessa più a nessuno.
Il punto non è soltanto che la politica o i media non ne sanno molto di scienza, di storia o di geografia (di fatto è così, ma è un vecchio problema).
Certo nessuno di noi è Steve Jobs, che progettava i computer durante la ricreazione tra uno snack e l’altro. E così dev’essere. No, il problema più grande è che siamo orgogliosi di non sapere le cose.
Stupido è chi lo stupido fa! Così canzona il vecchio Forrest..
Siamo arrivati a considerare l’ignoranza, soprattutto su ciò che riguarda la salute pubblica, una vera e propria virtù.
Ignoriamo il partito che ha proposto una legge, chi era a capo di una regione (Liguria) in un certo periodo, chi ha programmato un certo destino per una struttura psichiatrica e perché l’ha fatto!
Avversare l’opinione degli esperti, non studiare la storia passata (chiusura dei manicomi) e l’attuale storia presente, magari ascoltando nel caso gli psichiatri che sono in trincea da anni, significa solo legittimare la propria presenza e autonomia, con il conforto di un tweet cartaceo (non si nega a nessuno nel tempo del sensazionalismo!).
Che tristezza osservare ogni giorno che, nel pensiero “cettoqualunquemente”, tutte le cose sono conoscibili e ogni opinione su un qualsiasi argomento vale quanto quella di chiunque altro.
Rems provvisoria, Rems definitiva, Rems regionale. Rems dietro un monte o meglio in mezzo al mare come la nuova prigione inglese edificata su una nave, la Bibby Stockholm…Nessuno studia la storia, nessuno studia niente.
Mi alzo la mattina (perbacco sono o non sono un politico!), faccio un tweet e propongo una novità: un tavolo tecnico o alla peggio un sotto tavolo, anche un tavolino da bar nel caso.
Non siamo solo di fronte alla tradizionale avversione per lo studio e i professori. Sono un medico e lo capisco bene. Come sosteneva mio padre alla maggior parte delle persone i medici come gli insegnanti non piacciono. Sono persone che hanno studiato e lo hanno fatto a lungo e quindi sono più pericolose.
Quel che è intollerabile non è tanto il fatto che la gente, i politici, i media, rifiuti la competenza, ma che lo faccia con tanta frequenza e su così tante questioni, e con una tale rabbia e protervia.
Memoria corta di una classe politica espressione della pochezza dilagante. Temo che ciò non sia solo per via di esigenze di bottega, dell’indisciplina che governa le conversazioni sui giornali, sui social media o delle sollecitazioni poste dal ciclo di notizie a vanvera. L’arroganza e la stupidità di questo nuovo rifiuto della competenza indicano, almeno per me, che il punto non è più non fidarsi di qualcosa, metterla in discussione o cercare alternative: è una miscela di narcisismo e disprezzo per il sapere specialistico, come se quest’ultimo fosse una specie di esercizio di autorealizzazione.
Lei è un cretino, si informi. Cosi diceva il grande Totò.
BRAVO!!!!
Un quadro chiaro e disarmante dello stato della nostra cultura sociale e politica.
Un documento che ciascuno dovrebbe fare proprio riflettendo, ma come dice Faranco Corleone, il pensiero ormai non appartiene alla stragrande maggioranza della classe dirigente.
Ho sempre pensato che nella politica, e nel giornalismo, cavalcare il dissenso sia il metodo più sbagliato e intellettualmente peggiore di affrontare temi delicati. Vale per tutti i campi: dalla politica, appunto, alla cronaca (nera, bianca, rosa) fino allo sport. Un conto è raccontare i fatti, ma sempre sentendo tutti gli attori non solo quelli che fanno comodo, un conto è agire con coscienza e professionalità. Cavalcare il dissenso porta voti e copie di giornali, ma solo a breve termine. Perché c’è sempre un dissenso nuovo da cavalcare e, alla fine, arriva inesorabile quello che ti disarciona. Tu non sai perché, ma il dissenso lo sa benissimo, e finisci con le ossa rotte, senza voti né copie vendute. La voce libera e intelettualmente onesta/critica del Vaso di Pandora non ha questo problema
bell’intervento… ma chi fa informazione a cosa tira? Consenso!
Consenso di pancia, consenso ignorante, consenso comunque.
Mi chiedevo perché non fermarmi a parlare con Caio intorno alla Rems a manifestare con la bimba e la moglie perché questo silenzio di comunicazioni umane di confronto di fronte all’assordante consenso che ricorda altri consensi ciechi. Ma tant’è non riusciamo più a parlare se non scrivendo sui giornali sui social anche ora qui. Denunciando, tra noi affermando tra noi, ma come siamo caduti in basso…. eppure appunto è il terreno dell’ignoranza su cui fertilizza la gramigna della regressione a modelli autoritari semplici rassicuranti violenti precisi e che trovano il consenso. Qui il male, qui il bene, qui la spazzatura, qui il pulito. Qui. Parliamo ma forse a parole siamo forti ma non ci sporchiamo le mani in misture che non tolleriamo. L’ignoranza degli altri ci fa paura e ribrezzo… ma poi attraverso in auto la stradina dalla Rems e torno con un senso di vuoto e paura in casa… pena ed amarezza per quei disgraziati ignoranti che manifestavano ma abissale distacco da noi lì in Rems a condividere e difenderci… certo pienamente nella ragione… ma la gramigna dell’ignoranza sale infesta si mostra e noi siamo da una altra parte… mi sembra… e se avviciniamo il malato mentale non avviciniamo l’altro così ributtante per la nostra cultura ma che si sta sviluppando e crescendo a dismisura. Ed è in mano ad altri. Lascio perdere il giudizio politico ma ho una sensata paura che se le cose vanno peggio è anche nostra responsabilità.