La cefalea tensiva è un mal di testa non invalidante, simile alla più nota emicrania. Essa si caratterizza per un dolore diffuso e piuttosto fastidioso. Si tratta del tipico cerchio alla testa, come si suol dire, di durata variabile, a seconda degli episodi, tra poche ore e qualche giorno. Il dolore è generalmente facile da gestire, poiché non raggiunge mai intensità insopportabili. La sua costanza incrollabile, però, è fonte di fastidio e frustrazione. Al di là delle fitte localizzate, di frequente non troviamo altri sintomi di accompagnamento. La sola presenza di questa condizione è comunque sufficiente per rovinarci la giornata. Essa ci toglie infatti quella energia e quella concentrazione necessarie ad affrontare al meglio i nostri impegni quotidiani.
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Cause e sintomi della cefalea tensiva
Sono state avanzate svariate ipotesi per spiegare le origini della cefalea tensiva. Esse però non sono mai state clinicamente dimostrate. Per tal motivo, oggi non disponiamo di alcuna certezza sulle cause e motivazioni della sua comparsa, sparuta o ricorrente che sia. Appare piuttosto verosimile che alla base della cefalea vi sia una predisposizione genetica. Accanto a essa, agiscono probabilmente i nocicettori – o recettori del dolore – presenti in muscoli, tendini e fasce muscolari. Questi in alcuni casi presentano una vera e propria iperattività e agiscono con troppo vigore, finendo per causare in prima persona quello stesso dolore del quale ci dovrebbero ammonire. A ciò si possono aggiungere funzionamenti anomali del sistema nervoso di controllo della sofferenza, situato nel cervello e nel midollo spinale. Frequentemente, è a causa di due o più di queste concause che si manifesta la cefalea tensiva.
Quando infatti queste anomalie si manifestano in maniera simultanea, diventiamo ipersensibili al dolore (o soffriamo di allodinia, per utilizzare il termine di cui fanno uso i medici) per cui stimoli anche perfettamente normali vengono interpretati come dolorosi. Si tratta dunque di una risposta troppo forte, sbilanciata, del nostro corpo. Se a qualcuno tra chi legge fosse mai capitato di provare dolore alla testa mentre si pettinava i capelli o applicava lo shampoo, avrà ben presente il frangente di cui si stia scrivendo.
Nonostante la cefalea tensiva sia davvero molto diffusa nella popolazione, la medicina non dispone di alcun farmaco che possa risolvere la situazione alla radice. Ciò si deve proprio al fatto che vi sono ancora molte ombre sulle sue cause e sul meccanismo patogenetico che la fa scattare. Questo fastidioso mal di testa si accompagna spesso a posture scorrette, tensione psichica e fisica, anomalie durante la masticazione, ansia, depressione, insonnia e alterazioni della colonna vertebrale.
Cause psicologiche associate
Sebbene non di rado avvenga che lo stesso paziente favorisca l’insorgenza della cefalea tensiva (contraendo continuamente i muscoli o assumendo posizioni scorrette, come ad esempio quella di piegarsi troppo in avanti quando si siede di fronte allo schermo di un computer), sono piuttosto frequenti i casi in cui si possano dare spiegazioni neurologiche, slegate dalla volontà e dai comportamenti individuali. Allo sviluppo della cefalea possono concorrere fattori di natura prettamente psicologica come ansia, depressione, stress e turbamento nervoso. Per tal motivo c’è tutta una scuola di pensiero che reputa questa condizione un disturbo di tipo psicosomatico.
Non a caso, tra i soggetti più a rischio troviamo tutti coloro i quali siano alle prese con un periodo di esaurimento psicofisico. Queste persone presentano infatti una serie di caratteristiche che contribuiscono largamente ad agevolare la comparsa di una cefalea tensiva. In primo luogo, la loro soglia del dolore è sensibilmente più bassa di quella delle persone normali. Ciò si deve a una diminuzione considerevole del livello di endorfine nel corpo, situazione che può comportare la trasformazione di qualunque tipo di trauma (anche una semplice contrattura) in un’esperienza molto dolorosa. Se a questo aggiungiamo la debolezza psicologica di chi stia attraversando un momento così provante, capiamo facilmente come qualcuno debilitato in maniera tanto seria possa cadere con facilità preda di malanni e indolenzimenti come quello cui è dedicato questo approfondimento.
Curare la cefalea tensiva
Abbiamo già scritto che non esiste una medicina per curare la cefalea tensiva. Chi ne soffre, come può dunque arginare il dolore? Dipende da quanto siano gravi le sue fitte. Se il mal di testa resta episodico e non provoca più di 2 o 3 attacchi al mese, lo si può contrastare con dei comuni analgesici: paracetamolo, aspirina o quel che si preferisca. Se invece è cronico, più insistente e fastidioso, tanto da provocare 15 attacchi al mese o più, è necessario ricorrere anche a una terapia di profilassi. Questa soluzione può ridurre la frequenza, la durata e l’intensità del dolore e, di norma, si attua tramite farmaci antidepressivi.
Lo scopo è ridurre l’intensità del dolore provocato dal cerchio alla testa e romperne l’assedio. Per raggiungere questo obiettivo è possibile agire per vie parallele a quelle farmaceutiche ora segnalate. Il paziente può ricorrere a tecniche di tipo fisioterapico o di rilassamento muscolare. Anche l’agopuntura si è dimostrata molto utile nel trattamento di questa condizione, così come la terapia cognitivo comportamentale.
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